Lo sviluppo economico è senza dubbio un obiettivo attrattivo per gli Stati, perché produce ricchezza, benessere e prosperità; tuttavia, solo pochi Paesi al mondo riescono (o sono riusciti, negli ultimi duecento anni) a conseguirlo. Cosa induce uno Stato a intraprendere la strada della modernizzazione economica? Perché, invece, altri Paesi rimangono indietro? Articolando paradigmi già offerti dalla letteratura istituzionalista della scienza politica e della storia economica, il volume propone un modello interpretativo della transizione alla modernità basato su interessi e incentivi delle élites, spiegando - attraverso il concetto di “distruzione creatrice” introdotto da Schumpeter - perché lo sviluppo non rappresenti un processo semplice da avviare e da gestire. In particolare, il volume sottolinea il ruolo svolto dall’innovazione tecnologica nella produzione dei settori-guida dell’economia, che a loro volta sembrano essere legati ai cicli economici e di leadership nel sistema internazionale. A partire da queste ipotesi, l’autore discute i risultati di due studi quantitativi sul rapporto tra modernità e violenza politica, dimostrando che lo sviluppo economico può anche produrre effetti pacificanti sulla politica estera degli Stati e diminuire il rischio di guerre civili.
Sviluppo economico e violenza politica. Una visione schumpeteriana / Castelli, Emanuele. - (2022), pp. 1-199.
Sviluppo economico e violenza politica. Una visione schumpeteriana
Castelli
2022-01-01
Abstract
Lo sviluppo economico è senza dubbio un obiettivo attrattivo per gli Stati, perché produce ricchezza, benessere e prosperità; tuttavia, solo pochi Paesi al mondo riescono (o sono riusciti, negli ultimi duecento anni) a conseguirlo. Cosa induce uno Stato a intraprendere la strada della modernizzazione economica? Perché, invece, altri Paesi rimangono indietro? Articolando paradigmi già offerti dalla letteratura istituzionalista della scienza politica e della storia economica, il volume propone un modello interpretativo della transizione alla modernità basato su interessi e incentivi delle élites, spiegando - attraverso il concetto di “distruzione creatrice” introdotto da Schumpeter - perché lo sviluppo non rappresenti un processo semplice da avviare e da gestire. In particolare, il volume sottolinea il ruolo svolto dall’innovazione tecnologica nella produzione dei settori-guida dell’economia, che a loro volta sembrano essere legati ai cicli economici e di leadership nel sistema internazionale. A partire da queste ipotesi, l’autore discute i risultati di due studi quantitativi sul rapporto tra modernità e violenza politica, dimostrando che lo sviluppo economico può anche produrre effetti pacificanti sulla politica estera degli Stati e diminuire il rischio di guerre civili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.