In questo saggio propongo una lettura fenomenologica dell’argomento della domanda aperta di G.E. Moore presentato nei Principia Ethica (1903). Il saggio si articola in tre sezioni. Nella prima rivisito per sommi capi l’argomento della domanda aperta di Moore e le critiche che gli sono state rivolte, mostrando che l’interpretazione esclusivamente semantica di4usa nella letteratura di matrice analitica non risulta soddisfacente per spiegare cosa esso dimostri. Nella seconda introduco la nozione di predicato originariamente normativo proposta da Husserl contestualmente alle lezioni sull’etica del 1920/24. Nella terza sezione propongo l’interpretazione fenomenologica dell’argomento di Moore alla luce della concezione di “buono” come predicato originariamente normativo. Sostengo che “buono” non è un predicato di oggetti ordinari ma di Sätze (posita) cioè oggetti e stati di cose in quanto meramente intesi. Concludo suggerendo che l’interpretazione proposta potrebbe sospingere il dibattito metaetico al di là delle secche in cui è attualmente arenato: la contrapposizione tra naturalismo e non-naturalismo.
Che cosa dimostra veramente l'argomento della domanda aperta di G.E. Moore? Un'interpretazione fenomenologica / Staiti, ANDREA SEBASTIANO. - STAMPA. - (2021), pp. 365-381.
Che cosa dimostra veramente l'argomento della domanda aperta di G.E. Moore? Un'interpretazione fenomenologica
Andrea Sebastiano Staiti
2021-01-01
Abstract
In questo saggio propongo una lettura fenomenologica dell’argomento della domanda aperta di G.E. Moore presentato nei Principia Ethica (1903). Il saggio si articola in tre sezioni. Nella prima rivisito per sommi capi l’argomento della domanda aperta di Moore e le critiche che gli sono state rivolte, mostrando che l’interpretazione esclusivamente semantica di4usa nella letteratura di matrice analitica non risulta soddisfacente per spiegare cosa esso dimostri. Nella seconda introduco la nozione di predicato originariamente normativo proposta da Husserl contestualmente alle lezioni sull’etica del 1920/24. Nella terza sezione propongo l’interpretazione fenomenologica dell’argomento di Moore alla luce della concezione di “buono” come predicato originariamente normativo. Sostengo che “buono” non è un predicato di oggetti ordinari ma di Sätze (posita) cioè oggetti e stati di cose in quanto meramente intesi. Concludo suggerendo che l’interpretazione proposta potrebbe sospingere il dibattito metaetico al di là delle secche in cui è attualmente arenato: la contrapposizione tra naturalismo e non-naturalismo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.