E’ possibile guardare alle persone di strada attraverso un approccio che sappia illuminare aspetti della loro vita quotidiana che non siano solo necessariamente legati alla dimensione della “mancanza” (da o di qualcosa)? Ciò che si è cercato di fare qui – al di là di possibili “pregiudizi” comuni e/o scientifici – è stato cogliere, far emergere e portare all’analisi costruzioni collettive di modalità di vita e risposte in grado di dare un “senso” strutturante al presente come al passato. È un modo altro di poter parlare di persone che vivono in strada, che non rappresenta un’alternativa a sé stante, ma una significativa integrazione a quello che c’è già. Attraverso il percorso etnografico, infatti, emergono esperienze conoscitive, narrazioni della realtà, vissuti di sofferenza, “cerimonie quotidiane”, costrutti collettivi, tutti elementi, questi, che si snodano nei vissuti quotidiani e vedono intrecciarsi pratiche, valori e sentimenti, i cui piani concorrono a formare relazioni e interpretazioni delle ‘cose’ del mondo e a forgiare una dimensione collettiva capace di supportare il singolo con le sue diversità. L’invito è, dunque, quello di seguire questo percorso etnografico e “scoprire” altre dimensioni del vivere in strada che possono aprire, non solo gli scienziati sociali, ma forse in primo luogo coloro che operano in questo campo, ma anche i cittadini in generale, a nuove modalità attraverso le quali relazionarsi con questa realtà
Gente di sentimento. Per un'antropologia delle persone che vivono in strada / TOSI CAMBINI, S. - STAMPA. - 1:(2004).
Gente di sentimento. Per un'antropologia delle persone che vivono in strada
TOSI CAMBINI S
2004-01-01
Abstract
E’ possibile guardare alle persone di strada attraverso un approccio che sappia illuminare aspetti della loro vita quotidiana che non siano solo necessariamente legati alla dimensione della “mancanza” (da o di qualcosa)? Ciò che si è cercato di fare qui – al di là di possibili “pregiudizi” comuni e/o scientifici – è stato cogliere, far emergere e portare all’analisi costruzioni collettive di modalità di vita e risposte in grado di dare un “senso” strutturante al presente come al passato. È un modo altro di poter parlare di persone che vivono in strada, che non rappresenta un’alternativa a sé stante, ma una significativa integrazione a quello che c’è già. Attraverso il percorso etnografico, infatti, emergono esperienze conoscitive, narrazioni della realtà, vissuti di sofferenza, “cerimonie quotidiane”, costrutti collettivi, tutti elementi, questi, che si snodano nei vissuti quotidiani e vedono intrecciarsi pratiche, valori e sentimenti, i cui piani concorrono a formare relazioni e interpretazioni delle ‘cose’ del mondo e a forgiare una dimensione collettiva capace di supportare il singolo con le sue diversità. L’invito è, dunque, quello di seguire questo percorso etnografico e “scoprire” altre dimensioni del vivere in strada che possono aprire, non solo gli scienziati sociali, ma forse in primo luogo coloro che operano in questo campo, ma anche i cittadini in generale, a nuove modalità attraverso le quali relazionarsi con questa realtàI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.