Il termine ‘traduzione d’autore’, così come viene inteso generalmente, vuole indicare e circoscrivere quelle versioni compiute da scrittori sia in riferimento a testi propri – allorché si parla di “auto-traduzione” – sia in riferimento a testi altrui. La traduzione d’autore acquisisce un significato che va al di là della semplice necessità di divulgare nella propria lingua dei testi stranieri e non sorprende che le collezioni di traduzioni siano unanimemente ritenute parte integrante della bibliografia di un autore, proprio come esercizio di scrittura che, pur non giungendo a produrre testi che siano completamente autonomi rispetto a quello originale, si configura come gesto letterario e non come semplice resa traduttiva all’esclusivo servizio del testo di partenza. L’autore-traduttore reclama per sé, in funzione della propria attività creativa (o ri-creativa), un ruolo meno subalterno in relazione all’autore originale. L’auto-traduzione pone poi una serie di problematiche proprie, trattandosi di un’attività in cui l’autore-traduttore non è in rapporto con il testo altrui, ma con il proprio: quali possono essere le motivazioni concrete di questa operazione, cosa spinge l’autore a tradursi, quali sono le possibili modalità specifiche dell’auto-traduzione. A tutti questi interrogativi, i contributori delle IX edizione del Traduttore visibile hanno cercato, in queste pagine, di rispondere.
Traduzione d'autore e autotraduzione / Pessini, Alba; Martines, Enrico. - (2020), pp. 1-234.
Traduzione d'autore e autotraduzione
Pessini Alba;Martines Enrico
2020-01-01
Abstract
Il termine ‘traduzione d’autore’, così come viene inteso generalmente, vuole indicare e circoscrivere quelle versioni compiute da scrittori sia in riferimento a testi propri – allorché si parla di “auto-traduzione” – sia in riferimento a testi altrui. La traduzione d’autore acquisisce un significato che va al di là della semplice necessità di divulgare nella propria lingua dei testi stranieri e non sorprende che le collezioni di traduzioni siano unanimemente ritenute parte integrante della bibliografia di un autore, proprio come esercizio di scrittura che, pur non giungendo a produrre testi che siano completamente autonomi rispetto a quello originale, si configura come gesto letterario e non come semplice resa traduttiva all’esclusivo servizio del testo di partenza. L’autore-traduttore reclama per sé, in funzione della propria attività creativa (o ri-creativa), un ruolo meno subalterno in relazione all’autore originale. L’auto-traduzione pone poi una serie di problematiche proprie, trattandosi di un’attività in cui l’autore-traduttore non è in rapporto con il testo altrui, ma con il proprio: quali possono essere le motivazioni concrete di questa operazione, cosa spinge l’autore a tradursi, quali sono le possibili modalità specifiche dell’auto-traduzione. A tutti questi interrogativi, i contributori delle IX edizione del Traduttore visibile hanno cercato, in queste pagine, di rispondere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.