L’Osteoartrite (OA) non è più considerata un processo biomeccanico “wear and tear”, ma è anche vista in termini di eventi biochimici e molecolari che causano infiammazione e degradazione. Questo concetto multifattoriale nasce dalla conoscenza che la cartilagine è una struttura dinamica e l’OA rappresenta uno sbilanciamento tra sintesi e degradazione della cartilagine in favore di quest’ultima. Nell’articolazione normale ci sono strette interdipendenze funzionali e metaboliche tra il liquido sinoviale, la cartilagine articolare, la membrana sinoviale e l’osso sub-condrale, tra la matrice cartilaginea e i condrociti e tra i proteoglicani della matrice e le fibre collagene. L’HA gioca un ruolo cruciale nel mantenere queste interdipendenze funzionali e metaboliche e l’omeostasi dell’ambiente articolare. Nell’OA sia la concentrazione che il peso molecolare dell’HA endogeno intraarticolare sono diminuiti. I trattamenti non chirurgici dell’OA possono essere caratterizzati come symptom-modifying o disease-modifying. Come definito dall’OARS i farmaci disease-modifying sono quelli in grado di prevenire, ritardare, stabilizzare o far regredire la comparsa delle alterazioni morfologiche dell’OA Lo sviluppo di farmaci Disease Modifying nell’OA è un processo complesso e numerosi ostacoli ancora rimangono. Una grande quantità di nuove informazioni è stata generata nei passati decenni in grado di dare linee guida nello sviluppo di nuove e originali strategie terapeutiche per ritardare la progressione delle alterazioni strutturali nell’OA. Mentre precisi meccanismi d’azione non sono ancora ben definiti, attività biologiche e fisiche sono state proposte per spiegare i benefici clinici a lungo termine che di gran lunga eccedono la farmacocinetica dell’HA nell’articolazione I benefici dell’HA non potevano essere spiegati con il temporaneo recupero dell’effetto lubrificante e della viscoelasticità del liquido sinoviale. Era più plausibile che l’HA avesse attività biologica disease modifying con impatto sulla progressione dell’OA. Con tecnica artroscopica-microatroscopica completata da studio al microscopio ottico ed elettronico su prelievi mirati di membrana sinoviale e cartilagine articolare, sono state studiate le modificazioni indotte nel ginocchio con OA dalla terapia intra-articolare con acido ialuronico di 500-730 KDa. Sono riportati i risultati relativi a due gruppi di pazienti, rispettivamente di 40 e 100 casi. Lo studio è stato condotto in aperto, nel primo gruppo con somministrazione di acido ialuronico a cadenza settimanale per 5 dosi, nel secondo confrontando gli effetti dello ialuronato di sodio vs metilprednisolone acetato. La valutazione delle modificazioni osservate a carico della cartilagine hanno evidenziato: rallentamento della progressione del danno cartilagineo, un aumento del numero dei condrociti vitali e un aumento dello strato amorfo superficiale della cartilagine nei casi trattati con ialuronato. Più significativi sono risultati i reperti osservati nella membrana sinoviale, sia per la riduzione del numero e degli aggregati dei sinoviociti e delle cellule infiammatorie nella sub-intima e la stimolazione dei processi riparativi. Queste sono le prime dimostrazioni che le iniezioni intra-articolari di ialuronato di sodio 500-730 KDa sono in grado di modificare la struttura della membrana sinoviale e della cartilagine articolare del ginocchio umano nell’OA
Tecniche infiltrative articolari e periarticolari / Frizziero, L.; Frizziero, A.. - (2007).
Tecniche infiltrative articolari e periarticolari
A. FRIZZIERO
2007-01-01
Abstract
L’Osteoartrite (OA) non è più considerata un processo biomeccanico “wear and tear”, ma è anche vista in termini di eventi biochimici e molecolari che causano infiammazione e degradazione. Questo concetto multifattoriale nasce dalla conoscenza che la cartilagine è una struttura dinamica e l’OA rappresenta uno sbilanciamento tra sintesi e degradazione della cartilagine in favore di quest’ultima. Nell’articolazione normale ci sono strette interdipendenze funzionali e metaboliche tra il liquido sinoviale, la cartilagine articolare, la membrana sinoviale e l’osso sub-condrale, tra la matrice cartilaginea e i condrociti e tra i proteoglicani della matrice e le fibre collagene. L’HA gioca un ruolo cruciale nel mantenere queste interdipendenze funzionali e metaboliche e l’omeostasi dell’ambiente articolare. Nell’OA sia la concentrazione che il peso molecolare dell’HA endogeno intraarticolare sono diminuiti. I trattamenti non chirurgici dell’OA possono essere caratterizzati come symptom-modifying o disease-modifying. Come definito dall’OARS i farmaci disease-modifying sono quelli in grado di prevenire, ritardare, stabilizzare o far regredire la comparsa delle alterazioni morfologiche dell’OA Lo sviluppo di farmaci Disease Modifying nell’OA è un processo complesso e numerosi ostacoli ancora rimangono. Una grande quantità di nuove informazioni è stata generata nei passati decenni in grado di dare linee guida nello sviluppo di nuove e originali strategie terapeutiche per ritardare la progressione delle alterazioni strutturali nell’OA. Mentre precisi meccanismi d’azione non sono ancora ben definiti, attività biologiche e fisiche sono state proposte per spiegare i benefici clinici a lungo termine che di gran lunga eccedono la farmacocinetica dell’HA nell’articolazione I benefici dell’HA non potevano essere spiegati con il temporaneo recupero dell’effetto lubrificante e della viscoelasticità del liquido sinoviale. Era più plausibile che l’HA avesse attività biologica disease modifying con impatto sulla progressione dell’OA. Con tecnica artroscopica-microatroscopica completata da studio al microscopio ottico ed elettronico su prelievi mirati di membrana sinoviale e cartilagine articolare, sono state studiate le modificazioni indotte nel ginocchio con OA dalla terapia intra-articolare con acido ialuronico di 500-730 KDa. Sono riportati i risultati relativi a due gruppi di pazienti, rispettivamente di 40 e 100 casi. Lo studio è stato condotto in aperto, nel primo gruppo con somministrazione di acido ialuronico a cadenza settimanale per 5 dosi, nel secondo confrontando gli effetti dello ialuronato di sodio vs metilprednisolone acetato. La valutazione delle modificazioni osservate a carico della cartilagine hanno evidenziato: rallentamento della progressione del danno cartilagineo, un aumento del numero dei condrociti vitali e un aumento dello strato amorfo superficiale della cartilagine nei casi trattati con ialuronato. Più significativi sono risultati i reperti osservati nella membrana sinoviale, sia per la riduzione del numero e degli aggregati dei sinoviociti e delle cellule infiammatorie nella sub-intima e la stimolazione dei processi riparativi. Queste sono le prime dimostrazioni che le iniezioni intra-articolari di ialuronato di sodio 500-730 KDa sono in grado di modificare la struttura della membrana sinoviale e della cartilagine articolare del ginocchio umano nell’OAI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.