Il lavoro intende investigare l’intensa attività diplomatica in Italia di Jovan Dučić nel quadro delle relazioni italo-serbe che coprono il primo quarantennio del Novecento, dall’annessione della Bosnia Erzegovina all’Impero asburgico fino alla salita al potere di Mussolini. Missioni impegnative e compiti delicati portarono il poeta serbo tre volte in Italia: come diplomatico dimostrò sempre grande capacità e sagacia nel preparare il terreno all’accordo che avrebbe sanzionato il riavvicinamento tra Italia e Iugoslavia (1937). I frequenti contatti con la stampa e gli incontri con svariati membri della vita politica italiana lasciarono un marchio indelebile nei diari e nei documenti ufficiali, mettendo in luce quanto fossero importanti la visione e la sensibilità di scrittore anche nella missione politica. Gli intensi ritratti del re Vittorio Emanuele, di Benito Mussolini e del ministro degli Esteri Galeazzo Ciano testimoniano ancora oggi come un diplomatico e un poeta possano parlare la stessa lingua e provano come entrambi i ruoli – secondo le parole di Dučić – siano soltanto «una questione di forma e di stile».
Impressioni 'italiane' di un diplomatico serbo / Cabassi, Nicoletta. - 20:(2019), pp. 327-340.
Impressioni 'italiane' di un diplomatico serbo
Nicoletta Cabassi
2019-01-01
Abstract
Il lavoro intende investigare l’intensa attività diplomatica in Italia di Jovan Dučić nel quadro delle relazioni italo-serbe che coprono il primo quarantennio del Novecento, dall’annessione della Bosnia Erzegovina all’Impero asburgico fino alla salita al potere di Mussolini. Missioni impegnative e compiti delicati portarono il poeta serbo tre volte in Italia: come diplomatico dimostrò sempre grande capacità e sagacia nel preparare il terreno all’accordo che avrebbe sanzionato il riavvicinamento tra Italia e Iugoslavia (1937). I frequenti contatti con la stampa e gli incontri con svariati membri della vita politica italiana lasciarono un marchio indelebile nei diari e nei documenti ufficiali, mettendo in luce quanto fossero importanti la visione e la sensibilità di scrittore anche nella missione politica. Gli intensi ritratti del re Vittorio Emanuele, di Benito Mussolini e del ministro degli Esteri Galeazzo Ciano testimoniano ancora oggi come un diplomatico e un poeta possano parlare la stessa lingua e provano come entrambi i ruoli – secondo le parole di Dučić – siano soltanto «una questione di forma e di stile».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.