Nel febbraio 1787 Wofgang Goethe percorreva la piana pontina lungo il tracciato della via Appia, da pochi anni ripristinato grazie all’opera di bonifica promossa dal papa Pio VI: «dove un tempo sorgeva Mesa, il papa ha fatto costruire un grande e bell’edificio, che può essere considerato come il centro della pianura», scrive il poeta nel Viaggio in Italia. La via Appia, nel suo rapporto con la colonia romana di Terracina, e il promontorio del Circeo, posto da Plinio a discrimine tra Latium antiquum e novum, circoscrivono – come sarà nelle vedute pontine di Giuseppe Sartorio – l’area oggetto di questa ricerca. Ancora un secolo dopo Goethe, l’edificio postale di Mesa di Pontinia (oggi in stato di indecoroso abbandono), per esser stato concepito da Pio VI come una sorta di galleria lapidaria, fu il luogo dove era giocoforza si incontrassero le strade di molti tra quanti allora impegnati nella ricostruzione della vicenda storica della regione pontina nell’antichità. Theodor Mommsen e Marie-René de La Blanchère sono tra i protagonisti del presente studio, che si chiude con un dossier di quindici lettere inedite di La Blanchère a Mommsen restituite dalla Staatsbibliothek zu Berlin.
Contributo alla storia degli studi sulla regione pontina nell'antichità / Pagliara, Alessandro. - STAMPA. - (2018).
Contributo alla storia degli studi sulla regione pontina nell'antichità
PAGLIARA Alessandro
2018-01-01
Abstract
Nel febbraio 1787 Wofgang Goethe percorreva la piana pontina lungo il tracciato della via Appia, da pochi anni ripristinato grazie all’opera di bonifica promossa dal papa Pio VI: «dove un tempo sorgeva Mesa, il papa ha fatto costruire un grande e bell’edificio, che può essere considerato come il centro della pianura», scrive il poeta nel Viaggio in Italia. La via Appia, nel suo rapporto con la colonia romana di Terracina, e il promontorio del Circeo, posto da Plinio a discrimine tra Latium antiquum e novum, circoscrivono – come sarà nelle vedute pontine di Giuseppe Sartorio – l’area oggetto di questa ricerca. Ancora un secolo dopo Goethe, l’edificio postale di Mesa di Pontinia (oggi in stato di indecoroso abbandono), per esser stato concepito da Pio VI come una sorta di galleria lapidaria, fu il luogo dove era giocoforza si incontrassero le strade di molti tra quanti allora impegnati nella ricostruzione della vicenda storica della regione pontina nell’antichità. Theodor Mommsen e Marie-René de La Blanchère sono tra i protagonisti del presente studio, che si chiude con un dossier di quindici lettere inedite di La Blanchère a Mommsen restituite dalla Staatsbibliothek zu Berlin.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.