La biografia di Kurt Baier, nato a Vienna il 26 gennaio 1917, appare sorprendentemente avventurosa, e al tempo stesso pienamente paradigmatica di un’epoca: gli studi giuridici nel solco della tradizione familiare; la scoperta delle proprie radici ebraiche dopo un’infanzia e una giovinezza vissute in un ambiente in cui un certo antisemitismo era ormai consolidato e abituale; l’Anschluss, che scardina all’improvviso la routine di una famiglia conservatrice e piccolo-borgese, e costringe brutalmente a una nuova consapevolezza; l’emigrazione in Inghilterra, l’internamento e la deportazione in Australia; gli studi filosofici durante la prigionia, poi la carriera universitaria come professore di filosofia a Melbourne e Canberra; infine i prestigiosi riconoscimenti negli Stati Uniti e l’apice del successo accademico negli oltre trent’anni di insegnamento a Pittsburgh. Gran parte delle informazioni relative a queste vicende le possediamo grazie alla testimonianza diretta di Baier stesso: in particolare, un’intervista rilasciata nel 1986 al sociologo Christian Fleck dell’Università di Graz; l’intervento intitolato Zeitzeuge, “testimone del suo tempo”, che egli tenne a Vienna nell’ottobre 1987, in un simposio internazionale dedicato alla storia degli intellettuali austriaci emigrati a causa del nazismo (la “ragione in esilio”); infine alcuni ricordi autobiografici registrati nel 1995, poi trascritti dal fratello e raccolti in un volume di memorie familiari. In questi documenti gli eventi storici cruciali del periodo nazista e della seconda guerra mondiale fanno da sfondo a una vicenda umana e intellettuale che Baier descrive come costellata di piccoli miracoli e insperati colpi di fortuna al momento giusto, pur nelle traversie che la caratterizzarono. La nota dominante in questi scritti è quella di uno sguardo sereno, anche nel rievocare i frangenti più drammatici, e di uno slancio positivo e fiducioso che evidentemente non lo abbandonò mai.
Kurt Baier “testimone del suo tempo” / Zanichelli, Maria. - (2018), pp. 199-207.
Kurt Baier “testimone del suo tempo”
Maria Zanichelli
2018-01-01
Abstract
La biografia di Kurt Baier, nato a Vienna il 26 gennaio 1917, appare sorprendentemente avventurosa, e al tempo stesso pienamente paradigmatica di un’epoca: gli studi giuridici nel solco della tradizione familiare; la scoperta delle proprie radici ebraiche dopo un’infanzia e una giovinezza vissute in un ambiente in cui un certo antisemitismo era ormai consolidato e abituale; l’Anschluss, che scardina all’improvviso la routine di una famiglia conservatrice e piccolo-borgese, e costringe brutalmente a una nuova consapevolezza; l’emigrazione in Inghilterra, l’internamento e la deportazione in Australia; gli studi filosofici durante la prigionia, poi la carriera universitaria come professore di filosofia a Melbourne e Canberra; infine i prestigiosi riconoscimenti negli Stati Uniti e l’apice del successo accademico negli oltre trent’anni di insegnamento a Pittsburgh. Gran parte delle informazioni relative a queste vicende le possediamo grazie alla testimonianza diretta di Baier stesso: in particolare, un’intervista rilasciata nel 1986 al sociologo Christian Fleck dell’Università di Graz; l’intervento intitolato Zeitzeuge, “testimone del suo tempo”, che egli tenne a Vienna nell’ottobre 1987, in un simposio internazionale dedicato alla storia degli intellettuali austriaci emigrati a causa del nazismo (la “ragione in esilio”); infine alcuni ricordi autobiografici registrati nel 1995, poi trascritti dal fratello e raccolti in un volume di memorie familiari. In questi documenti gli eventi storici cruciali del periodo nazista e della seconda guerra mondiale fanno da sfondo a una vicenda umana e intellettuale che Baier descrive come costellata di piccoli miracoli e insperati colpi di fortuna al momento giusto, pur nelle traversie che la caratterizzarono. La nota dominante in questi scritti è quella di uno sguardo sereno, anche nel rievocare i frangenti più drammatici, e di uno slancio positivo e fiducioso che evidentemente non lo abbandonò mai.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.