A sessant’anni dalla pubblicazione della sua prima edizione, nel quadro di un dibattito filosofico-morale che si è fatto sempre più ampio e articolato, The Moral Point of View ci offre, con singolare nitidezza argomentativa e con la forza propria di un classico, una prospettiva interessante su temi di primo piano: lo statuto specifico delle regole morali rispetto ad altri tipi di regole; la possibilità di tenere insieme la verificabilità e l’oggettività fattuale dei giudizi morali con la loro capacità di orientare l’azione e fornire criteri di condotta; la definizione dell’azione giusta come azione supportata dalle ragioni migliori; il ruolo giocato dall’educazione e dal contesto sociale, oltre che dalla ragione, nel qualificare l’agire morale. Un rilievo non marginale hanno in quest’opera le riflessioni sul diritto: non soltanto, come vedremo, un intero capitolo è dedicato essenzialmente al ruolo delle regole giuridiche e delle considerazioni di ordine giuridico come ragioni per l’azione (capitolo IV “Regole di ragione sociali”), ma sul diritto vertono vari passaggi del discorso, anche in altri capitoli. La logica sottesa è di tipo comparativo: il diritto è chiamato in causa soprattutto come termine di confronto, in quanto lo scopo dell’opera è far meglio risaltare le peculiarità del “punto di vista morale” differenziandolo da considerazioni e ragioni di altro tipo, tra le quali appunto quelle di ordine giuridico. In conseguenza di questo, il tema giuridico risulta comunque evidenziato; e in un discorso eminentemente dedicato alla morale questo è un dato che di per sé merita attenzione. Per apprezzarne appieno la portata può essere utile ripercorrere i passaggi salienti dei sette capitoli in cui si articola il testo.
Introduzione / Zanichelli, Maria. - STAMPA. - unico:(2018), pp. 7-22.
Introduzione
Maria Zanichelli
2018-01-01
Abstract
A sessant’anni dalla pubblicazione della sua prima edizione, nel quadro di un dibattito filosofico-morale che si è fatto sempre più ampio e articolato, The Moral Point of View ci offre, con singolare nitidezza argomentativa e con la forza propria di un classico, una prospettiva interessante su temi di primo piano: lo statuto specifico delle regole morali rispetto ad altri tipi di regole; la possibilità di tenere insieme la verificabilità e l’oggettività fattuale dei giudizi morali con la loro capacità di orientare l’azione e fornire criteri di condotta; la definizione dell’azione giusta come azione supportata dalle ragioni migliori; il ruolo giocato dall’educazione e dal contesto sociale, oltre che dalla ragione, nel qualificare l’agire morale. Un rilievo non marginale hanno in quest’opera le riflessioni sul diritto: non soltanto, come vedremo, un intero capitolo è dedicato essenzialmente al ruolo delle regole giuridiche e delle considerazioni di ordine giuridico come ragioni per l’azione (capitolo IV “Regole di ragione sociali”), ma sul diritto vertono vari passaggi del discorso, anche in altri capitoli. La logica sottesa è di tipo comparativo: il diritto è chiamato in causa soprattutto come termine di confronto, in quanto lo scopo dell’opera è far meglio risaltare le peculiarità del “punto di vista morale” differenziandolo da considerazioni e ragioni di altro tipo, tra le quali appunto quelle di ordine giuridico. In conseguenza di questo, il tema giuridico risulta comunque evidenziato; e in un discorso eminentemente dedicato alla morale questo è un dato che di per sé merita attenzione. Per apprezzarne appieno la portata può essere utile ripercorrere i passaggi salienti dei sette capitoli in cui si articola il testo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.