La figura di un musicista non è mai giunta a occupare nella coscienza degli italiani una posizione paragonabile a quella che Verdi tiene saldamente dalla metà del XIX secolo. Si tratta di uno status il cui grado di popolarità e condivisione e i cui fondamenti sono via via mutati nel tempo, anche in modo assai sensibile. Negli oltre centosettant’anni che sono trascorsi dall’affermazione in campo nazionale e internazionale, con il trionfo di Nabucodonosor alla Scala nel 1842, il nome del compositore è stato di volta in volta associato a concetti differenti e talora opposti, nonché preso a modello di riferimento in ambiti tra loro in apparenza irriducibili, come quelli artistico, politico e civile. Tuttavia, lungi dal compromettere la preminenza della posizione raggiunta, tali circostanze sono state alla base della sua straordinaria solidità, poiché, in ogni epoca, hanno mantenuto viva l’attualità di Verdi, come attestano senza ombra di dubbio la sua vicenda artistica e l’affermazione della sua immagine simbolica. Il dibattito acceso tra fautori e oppositori che ha accompagnato buona parte delle opere degli esordî e della maturità non ha pregiudicato affatto – e in certa misura, verosimilmente, ha favorito – la loro assidua presenza nei programmi dei teatri in Italia e all’estero, né ha impedito, fin dalla metà degli anni 1840, che si sia cominciato a identificare il loro autore con la musica italiana tout court, all’estero forse ancor prima che in Italia. Quella identificazione è divenuta poi stabile nella seconda metà del secolo e ha fornito il presupposto necessario alla trasformazione dell’immagine di Verdi da emblema della musica italiana a simbolo dell’unità e dell’identità nazionale. In tale veste il nome e la figura del compositore hanno superato il parziale oscuramento di popolarità in campo teatrale avvenuto tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento e sono giunti pressoché inalterati ai giorni nostri, per buona sorte accompagnati dalla progressiva rinascita di interesse per il “Verdi musicista” e per l’intero corpus delle sue opere, che va sotto l’etichetta Verdi Renaissance. Di questa singolare alternanza di posizioni vuole rendere conto, senza pretesa di esaustività, questa antologia, che inizia con il 1842, all’indomani della rappresentazione di Nabucodonosor, e si conclude con il 2001, in corrispondenza delle celebrazioni del primo centenario della morte del compositore. Assai eterogenei per forma, impostazione e scopo, i testi sono legati dalla comune provenienza editoriale (giornali e riviste, sia musicali sia di informazione), originariamente concepiti per tale collocazione o, in pochi casi, a essa destinati in un secondo tempo. Comune è anche l’ambito geografico e culturale, quello italiano, privilegiato per l’ovvia ragione che solo in Italia il nome di Verdi ha assunto una siffatta varietà e problematicità di connotazioni. La scelta finale è stata effettuata all’interno di un novero di circa trecento articoli, frutto di una prima selezione condotta su ogni genere di testata periodica entro i limiti geografici e cronologici suddetti: quotidiani e riviste di informazione, riviste culturali e riviste musicali. Il criterio che ha guidato la scelta dei testi – una volta verificata la loro compatibilità con i limiti di estensione del libro e la rispondenza del taglio all’intento divulgativo e didattico che lo ha ispirato – è stato il desiderio di rappresentare non solo la pluralità delle posizioni, ma anche la molteplicità delle voci che le hanno espresse. Il quadro che ne esce, volutamente discontinuo, credo sia sufficientemente indicativo dell’attenzione non episodica al fenomeno operistico, e al caso di Verdi in particolare, che in un così ampio lasso di tempo ha ispirato giornalisti, critici, studiosi e scrittori italiani della più varia provenienza e formazione.

Verdi in prima pagina. Nascita, sviluppo e affermazione della figura di Verdi nella stampa italiana dal XIX al XXI secolo / Capra, Marco. - STAMPA. - (2014), pp. I, 1-LXII, 485.

Verdi in prima pagina. Nascita, sviluppo e affermazione della figura di Verdi nella stampa italiana dal XIX al XXI secolo

CAPRA, Marco
2014-01-01

Abstract

La figura di un musicista non è mai giunta a occupare nella coscienza degli italiani una posizione paragonabile a quella che Verdi tiene saldamente dalla metà del XIX secolo. Si tratta di uno status il cui grado di popolarità e condivisione e i cui fondamenti sono via via mutati nel tempo, anche in modo assai sensibile. Negli oltre centosettant’anni che sono trascorsi dall’affermazione in campo nazionale e internazionale, con il trionfo di Nabucodonosor alla Scala nel 1842, il nome del compositore è stato di volta in volta associato a concetti differenti e talora opposti, nonché preso a modello di riferimento in ambiti tra loro in apparenza irriducibili, come quelli artistico, politico e civile. Tuttavia, lungi dal compromettere la preminenza della posizione raggiunta, tali circostanze sono state alla base della sua straordinaria solidità, poiché, in ogni epoca, hanno mantenuto viva l’attualità di Verdi, come attestano senza ombra di dubbio la sua vicenda artistica e l’affermazione della sua immagine simbolica. Il dibattito acceso tra fautori e oppositori che ha accompagnato buona parte delle opere degli esordî e della maturità non ha pregiudicato affatto – e in certa misura, verosimilmente, ha favorito – la loro assidua presenza nei programmi dei teatri in Italia e all’estero, né ha impedito, fin dalla metà degli anni 1840, che si sia cominciato a identificare il loro autore con la musica italiana tout court, all’estero forse ancor prima che in Italia. Quella identificazione è divenuta poi stabile nella seconda metà del secolo e ha fornito il presupposto necessario alla trasformazione dell’immagine di Verdi da emblema della musica italiana a simbolo dell’unità e dell’identità nazionale. In tale veste il nome e la figura del compositore hanno superato il parziale oscuramento di popolarità in campo teatrale avvenuto tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento e sono giunti pressoché inalterati ai giorni nostri, per buona sorte accompagnati dalla progressiva rinascita di interesse per il “Verdi musicista” e per l’intero corpus delle sue opere, che va sotto l’etichetta Verdi Renaissance. Di questa singolare alternanza di posizioni vuole rendere conto, senza pretesa di esaustività, questa antologia, che inizia con il 1842, all’indomani della rappresentazione di Nabucodonosor, e si conclude con il 2001, in corrispondenza delle celebrazioni del primo centenario della morte del compositore. Assai eterogenei per forma, impostazione e scopo, i testi sono legati dalla comune provenienza editoriale (giornali e riviste, sia musicali sia di informazione), originariamente concepiti per tale collocazione o, in pochi casi, a essa destinati in un secondo tempo. Comune è anche l’ambito geografico e culturale, quello italiano, privilegiato per l’ovvia ragione che solo in Italia il nome di Verdi ha assunto una siffatta varietà e problematicità di connotazioni. La scelta finale è stata effettuata all’interno di un novero di circa trecento articoli, frutto di una prima selezione condotta su ogni genere di testata periodica entro i limiti geografici e cronologici suddetti: quotidiani e riviste di informazione, riviste culturali e riviste musicali. Il criterio che ha guidato la scelta dei testi – una volta verificata la loro compatibilità con i limiti di estensione del libro e la rispondenza del taglio all’intento divulgativo e didattico che lo ha ispirato – è stato il desiderio di rappresentare non solo la pluralità delle posizioni, ma anche la molteplicità delle voci che le hanno espresse. Il quadro che ne esce, volutamente discontinuo, credo sia sufficientemente indicativo dell’attenzione non episodica al fenomeno operistico, e al caso di Verdi in particolare, che in un così ampio lasso di tempo ha ispirato giornalisti, critici, studiosi e scrittori italiani della più varia provenienza e formazione.
2014
9788870967753
Verdi in prima pagina. Nascita, sviluppo e affermazione della figura di Verdi nella stampa italiana dal XIX al XXI secolo / Capra, Marco. - STAMPA. - (2014), pp. I, 1-LXII, 485.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11381/2759101
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