Nel panorama italiano, durante gli ultimi anni abbiamo avuto una buona fioritura di libri di testo sulla zoologia degli invertebrati, ma purtroppo sui vertebrati siamo rimasti pressoché fermi. Ciò è difficilmente comprensibile, soprattutto se consideriamo che nell’ultimo decennio le conoscenze accumulatesi su questo importantissimo taxon sono state rilevanti sia in quantità sia per quanto riguarda i nuovi scenari evolutivi che si dispiegano. Ad esempio, fin dalle prime pagine di questo libro impariamo che ora abbiamo dati certi sulle caratteristiche morfologiche e, soprattutto, sulla posizione sistematica dei Conodonti come antesignani dei vertebrati, mentre all’epoca della precedente edizione erano ancora un gruppo di non certa collocazione, se non quasi problematico. Nel frattempo, siamo in grado ora di conoscere bene quella fauna ampiamente diversificata del deposito cinese di Chengjang, da cui, fra l’altro, è emerso Haikouella, che forse sposta ancora più indietro l’origine dei vertebrati. Oggi vediamo che l’assenza di tessuto osseo negli agnati attuali, missine e lamprede, non è un carattere derivato, bensì una plesiomorfia, dovuta all’estrema antichità di quegli animali. Che essi siano più primitivi degli ostracodermi e, inoltre, che il tessuto osseo non sia stato un carattere che ha accompagnato fin dall’inizio la storia naturale dei vertebrati è decisamente uno sconvolgimento di visioni più che radicate a proposito dei vertebrati. All’altro estremo del suo indice, questo volume ci mostra quante nuove scoperte siano state compiute negli ultimi anni sull’origine dell’uomo. Ora siamo in grado di comprendere molto meglio come la storia della nostra stessa specie si sia andata sviluppando, una storia davvero sfaccettata e con un bel numero di speciazioni e ibridazioni; un percorso evolutivo analogo a quanto si riscontra in tantissime altre specie animali, ma ben lontana da quella storia pressoché lineare cui, forse per un retaggio del passato, eravamo abituati. Anche l’origine degli uccelli nell’ultimo decennio ha fatto notevoli passi in avanti. I recenti e ripetuti ritrovamenti fossili hanno permesso di fugare gli ultimi dubbi degli scettici circa la derivazione diretta e netta degli uccelli dai dinosauri saurischi, mostrandoci che le ‘somiglianze’ di cui ancora parlava la precedente edizione ora sono nient’altro che affinità per condivisione della linea filetica. L’affermazione di Prum “l’ornitologia non è altro che lo studio dei dinosauri viventi” non era, pertanto, una provocazione, ma nient’altro che la realtà. Infine, purtroppo non per importanza, questa edizione si è arricchita di un aspetto molto doloroso, non solo per me, ma immagino anche per tutte le persone che hanno a cuore sia i vertebrati, sia gli animali in generale. Non solo ritroviamo nei vari capitoli accenni sui problemi di sopravvivenza di certi gruppi di vertebrati, con situazioni peggiorate rispetto alla precedente edizione, ma vediamo che è stato necessario introdurre uno specifico capitolo finale dedicato alla conservazione dei vertebrati in generale. La conservazione, infatti, ormai è un problema emergente, anzi il più urgente, per un ventaglio di specie che tristemente non risparmia nessun gruppo. Come gli stessi autori rilevano, la conservazione non può esimersi dal conoscere a 360 gradi le caratteristiche e gli adattamenti delle varie specie coinvolte, perché senza conoscenze dettagliate non si possono intraprendere efficaci misure di conservazione o rimediare a situazioni negative. E questo ci riporta al significato del nostro libro: la conoscenza preventiva è fondamentale, per cui lo studio dei vertebrati, che questo libro di testo permette di comprendere mirabilmente, non può essere ignorato da chi voglia occuparsi, anche, della loro salvaguardia. Lo studio delle informazioni fornite da questo volume, pertanto, è il primo, fondamentale passo per le attività pratiche di domani.
Zoologia dei Vertebrati / Csermely, Davide. - (2014), pp. 1-621.
Zoologia dei Vertebrati
CSERMELY, Davide
2014-01-01
Abstract
Nel panorama italiano, durante gli ultimi anni abbiamo avuto una buona fioritura di libri di testo sulla zoologia degli invertebrati, ma purtroppo sui vertebrati siamo rimasti pressoché fermi. Ciò è difficilmente comprensibile, soprattutto se consideriamo che nell’ultimo decennio le conoscenze accumulatesi su questo importantissimo taxon sono state rilevanti sia in quantità sia per quanto riguarda i nuovi scenari evolutivi che si dispiegano. Ad esempio, fin dalle prime pagine di questo libro impariamo che ora abbiamo dati certi sulle caratteristiche morfologiche e, soprattutto, sulla posizione sistematica dei Conodonti come antesignani dei vertebrati, mentre all’epoca della precedente edizione erano ancora un gruppo di non certa collocazione, se non quasi problematico. Nel frattempo, siamo in grado ora di conoscere bene quella fauna ampiamente diversificata del deposito cinese di Chengjang, da cui, fra l’altro, è emerso Haikouella, che forse sposta ancora più indietro l’origine dei vertebrati. Oggi vediamo che l’assenza di tessuto osseo negli agnati attuali, missine e lamprede, non è un carattere derivato, bensì una plesiomorfia, dovuta all’estrema antichità di quegli animali. Che essi siano più primitivi degli ostracodermi e, inoltre, che il tessuto osseo non sia stato un carattere che ha accompagnato fin dall’inizio la storia naturale dei vertebrati è decisamente uno sconvolgimento di visioni più che radicate a proposito dei vertebrati. All’altro estremo del suo indice, questo volume ci mostra quante nuove scoperte siano state compiute negli ultimi anni sull’origine dell’uomo. Ora siamo in grado di comprendere molto meglio come la storia della nostra stessa specie si sia andata sviluppando, una storia davvero sfaccettata e con un bel numero di speciazioni e ibridazioni; un percorso evolutivo analogo a quanto si riscontra in tantissime altre specie animali, ma ben lontana da quella storia pressoché lineare cui, forse per un retaggio del passato, eravamo abituati. Anche l’origine degli uccelli nell’ultimo decennio ha fatto notevoli passi in avanti. I recenti e ripetuti ritrovamenti fossili hanno permesso di fugare gli ultimi dubbi degli scettici circa la derivazione diretta e netta degli uccelli dai dinosauri saurischi, mostrandoci che le ‘somiglianze’ di cui ancora parlava la precedente edizione ora sono nient’altro che affinità per condivisione della linea filetica. L’affermazione di Prum “l’ornitologia non è altro che lo studio dei dinosauri viventi” non era, pertanto, una provocazione, ma nient’altro che la realtà. Infine, purtroppo non per importanza, questa edizione si è arricchita di un aspetto molto doloroso, non solo per me, ma immagino anche per tutte le persone che hanno a cuore sia i vertebrati, sia gli animali in generale. Non solo ritroviamo nei vari capitoli accenni sui problemi di sopravvivenza di certi gruppi di vertebrati, con situazioni peggiorate rispetto alla precedente edizione, ma vediamo che è stato necessario introdurre uno specifico capitolo finale dedicato alla conservazione dei vertebrati in generale. La conservazione, infatti, ormai è un problema emergente, anzi il più urgente, per un ventaglio di specie che tristemente non risparmia nessun gruppo. Come gli stessi autori rilevano, la conservazione non può esimersi dal conoscere a 360 gradi le caratteristiche e gli adattamenti delle varie specie coinvolte, perché senza conoscenze dettagliate non si possono intraprendere efficaci misure di conservazione o rimediare a situazioni negative. E questo ci riporta al significato del nostro libro: la conoscenza preventiva è fondamentale, per cui lo studio dei vertebrati, che questo libro di testo permette di comprendere mirabilmente, non può essere ignorato da chi voglia occuparsi, anche, della loro salvaguardia. Lo studio delle informazioni fornite da questo volume, pertanto, è il primo, fondamentale passo per le attività pratiche di domani.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.