All’interno del progetto husserliano, la temporalità non è solo una componente fondamentale per legittimare la declinazione trascendentale di un’analisi del momento sensibile, in quanto essa è implicata anche nel processo in cui vengono tematizzati “oggetti di ordine superiore” come categorie, stati di cose, essenze. Tale “contaminazione temporale” richiede di essere analizzata da vicino poiché una sua non corretta interpretazione porterebbe necessariamente a domandarsi se la validità incondizionata che Husserl attribuisce alla sfera concettuale non venga meno qualora si affermi che il carattere intenzionale della coscienza risente della temporalità. Ugualmente, però, una tale attribuzione è strutturalmente condivisibile se si tiene conto che la validità concettuale è garantita, nella prospettiva husserliana, da un processo di fondazione che assume l’intuizione sensibile come momento imprescindibile – ogni intuizione categoriale è necessariamente fondata su un’intuizione sensibile. Non si tratta quindi soltanto di determinare quante e quali accezioni di tempo siano rintracciabili all’interno della fenomenologia di Husserl, ma di mostrare il rapporto di fondazione esistente tra sensi differenti e parallelamente individuare in quale relazione si trovino i livelli costitutivi ad essi connessi.Tale centralità costitutiva appare con più nitidezza se si astrae, in misura parziale, dalle riflessioni che canonicamente sono assunte come il momento iniziale della problematica – Vorlesungen zur Phänomenologie des inneren Zeitbewusstseins – e se si intraprende un percorso trasversale, che ha inizio nella Philosophie der Arithmetik. In questo modo risulta evidente come l’esigenza di chiarire quale rapporto intercorra tra le categorie logiche e il tempo sia effettivamente una questione di preistoria della fenomenologia. La relazione non è tuttavia a due termini in quanto non si deve parlare di un rapporto logica-tempo ma di una relazione logica-tempo-coscienza. Con il presente lavoro s’intende dunque cercare di rendere evidente come il progetto husserliano di una fenomenologia della coscienza interna del tempo non debba essere analizzato soltanto da una prospettiva interna. Esso mira ad approfondire in che misura, e a quali condizioni, la coscienza possa preservarsi come fenomeno unitario alla luce dell’impossibilità costitutiva di astrarre dalla propria natura temporale. Tale possibilità si è tradotta in una ricerca del rapporto intercorrente tra la temporalità dei contenuti coscienziali (costituiti) e la temporalità costituente propria del flusso di coscienza considerata insieme come forma di unificazione e di temporalizzazione. Il tempo non è, infatti, una forma della coscienza tra le altre ma è una forma sui generis, senza la quale niente potrebbe apparire. Il presente lavoro è rivolto così a mostrare secondariamente – attraverso l’analisi di una serie di problematiche che apparentemente non sembrerebbero connesse con lo studio fenomenologico della coscienza interna del tempo – l’effettiva convergenza fenomenologica esistente tra la definizione delle condizioni di possibilità di un processo coscienziale unitario e la determinazione del ruolo svolto dal tempo in tale processo.

Profili e densità temporali. Edmund Husserl e la forma della coscienza (1890-1918) / Iocco, Gemmo. - STAMPA. - 257:(2013), pp. 1-224. [10.978.88575/14222]

Profili e densità temporali. Edmund Husserl e la forma della coscienza (1890-1918)

IOCCO, GEMMO
2013-01-01

Abstract

All’interno del progetto husserliano, la temporalità non è solo una componente fondamentale per legittimare la declinazione trascendentale di un’analisi del momento sensibile, in quanto essa è implicata anche nel processo in cui vengono tematizzati “oggetti di ordine superiore” come categorie, stati di cose, essenze. Tale “contaminazione temporale” richiede di essere analizzata da vicino poiché una sua non corretta interpretazione porterebbe necessariamente a domandarsi se la validità incondizionata che Husserl attribuisce alla sfera concettuale non venga meno qualora si affermi che il carattere intenzionale della coscienza risente della temporalità. Ugualmente, però, una tale attribuzione è strutturalmente condivisibile se si tiene conto che la validità concettuale è garantita, nella prospettiva husserliana, da un processo di fondazione che assume l’intuizione sensibile come momento imprescindibile – ogni intuizione categoriale è necessariamente fondata su un’intuizione sensibile. Non si tratta quindi soltanto di determinare quante e quali accezioni di tempo siano rintracciabili all’interno della fenomenologia di Husserl, ma di mostrare il rapporto di fondazione esistente tra sensi differenti e parallelamente individuare in quale relazione si trovino i livelli costitutivi ad essi connessi.Tale centralità costitutiva appare con più nitidezza se si astrae, in misura parziale, dalle riflessioni che canonicamente sono assunte come il momento iniziale della problematica – Vorlesungen zur Phänomenologie des inneren Zeitbewusstseins – e se si intraprende un percorso trasversale, che ha inizio nella Philosophie der Arithmetik. In questo modo risulta evidente come l’esigenza di chiarire quale rapporto intercorra tra le categorie logiche e il tempo sia effettivamente una questione di preistoria della fenomenologia. La relazione non è tuttavia a due termini in quanto non si deve parlare di un rapporto logica-tempo ma di una relazione logica-tempo-coscienza. Con il presente lavoro s’intende dunque cercare di rendere evidente come il progetto husserliano di una fenomenologia della coscienza interna del tempo non debba essere analizzato soltanto da una prospettiva interna. Esso mira ad approfondire in che misura, e a quali condizioni, la coscienza possa preservarsi come fenomeno unitario alla luce dell’impossibilità costitutiva di astrarre dalla propria natura temporale. Tale possibilità si è tradotta in una ricerca del rapporto intercorrente tra la temporalità dei contenuti coscienziali (costituiti) e la temporalità costituente propria del flusso di coscienza considerata insieme come forma di unificazione e di temporalizzazione. Il tempo non è, infatti, una forma della coscienza tra le altre ma è una forma sui generis, senza la quale niente potrebbe apparire. Il presente lavoro è rivolto così a mostrare secondariamente – attraverso l’analisi di una serie di problematiche che apparentemente non sembrerebbero connesse con lo studio fenomenologico della coscienza interna del tempo – l’effettiva convergenza fenomenologica esistente tra la definizione delle condizioni di possibilità di un processo coscienziale unitario e la determinazione del ruolo svolto dal tempo in tale processo.
2013
9788857514222
Profili e densità temporali. Edmund Husserl e la forma della coscienza (1890-1918) / Iocco, Gemmo. - STAMPA. - 257:(2013), pp. 1-224. [10.978.88575/14222]
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11381/2690882
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