Il Decreto Legislativo n. 141 ha avviato nel 2010 il processo di definizione del quadro normativo sul microcredito in Italia. Il nuovo articolo 111 del Testo Unico Bancario identifica le caratteristiche di tale attività e i requisiti richiesti per gli operatori che intendono svolgerla. Già da molti anni sono attive sul territorio nazionale iniziative di microcredito, prevalentemente gestite da associazioni, fondazioni o enti non-profit. Negli ultimi anni tuttavia anche il settore bancario sta manifestando un maggiore interesse verso il microcredito. La definizione del quadro regolamentare, richiede ora agli operatori già attivi di adeguarsi alla nuova normativa, e alle aspiranti istituzioni di microfinanza di costituirsi in una delle forme previste dalla legge. La varietà delle forme giuridiche consentite dalla legge rende possibile a un investitore potenzialmente interessato al microcredito di assumere ruoli diversi nel finanziamento delle istituzioni: socio di una società di capitali, creditore concedente un prestito, o anche donatore, qualora la motivazione del finanziamento sia interamente di carattere sociale e filantropico. Tale varietà di forme giuridiche e di ruoli è riscontrabile anche a livello internazionale. Anche tra gli investitori si sta sviluppando una sensibilità progressivamente più accentuata verso le ricadute sociali delle attività d’investimento. Espressioni come investimento etico, investimento responsabile e impact investing segnalano l’interesse verso forme d’impiego del risparmio per le quali sia possibile ipotizzare, e auspicabilmente misurare, un ritorno in termini sociali, oltre che finanziari. Proprio perché alla microfinanza viene riconosciuta una strumentalità rispetto all’obiettivo di generare un beneficio sociale, l’investitore responsabile (per usare un’espressione ormai comunemente accettata) è sempre più interessato alla possibilità di finanziare tale attività. Allo stesso tempo, esistono istituzioni che hanno raggiunto la sostenibilità finanziaria e che possono proporsi come interessante forma d’investimento, sia in termini di capitale di rischio, sia in termini di capitale di debito. La normativa nazionale, consentendo d’investire nel microcredito attraverso strumenti diversi, pone i finanziatori di fronte alla necessità di capire quali logiche seguire nel valutare le performance delle istituzioni di microfinanza, sotto il duplice profilo finanziario e sociale. Il volume intende dunque fornire una strumentazione per compiere tali valutazioni, partendo dal presupposto che le istituzioni di microfinanza presentano caratteristiche distintive rispetto agli altri operatori finanziari, essendo caratterizzate da una double bottom line, vale a dire da un doppio risultato della gestione: sociale e finanziario. Il volume si sviluppa in 4 capitoli: 1) La microfinanza oggi; 2) Intermediazione finanziaria, efficienza allocativa e ritorno sociale; 3) Le istituzioni di microfinanza tra obiettivi sociali e sostenibilità finanziaria; 4) Denaro, finanza ed equità.
Investire nella microfinanza. Sostenibilità finanziaria e ritorno sociale / Poletti, Lucia. - STAMPA. - (2013).
Investire nella microfinanza. Sostenibilità finanziaria e ritorno sociale
POLETTI, Lucia
2013-01-01
Abstract
Il Decreto Legislativo n. 141 ha avviato nel 2010 il processo di definizione del quadro normativo sul microcredito in Italia. Il nuovo articolo 111 del Testo Unico Bancario identifica le caratteristiche di tale attività e i requisiti richiesti per gli operatori che intendono svolgerla. Già da molti anni sono attive sul territorio nazionale iniziative di microcredito, prevalentemente gestite da associazioni, fondazioni o enti non-profit. Negli ultimi anni tuttavia anche il settore bancario sta manifestando un maggiore interesse verso il microcredito. La definizione del quadro regolamentare, richiede ora agli operatori già attivi di adeguarsi alla nuova normativa, e alle aspiranti istituzioni di microfinanza di costituirsi in una delle forme previste dalla legge. La varietà delle forme giuridiche consentite dalla legge rende possibile a un investitore potenzialmente interessato al microcredito di assumere ruoli diversi nel finanziamento delle istituzioni: socio di una società di capitali, creditore concedente un prestito, o anche donatore, qualora la motivazione del finanziamento sia interamente di carattere sociale e filantropico. Tale varietà di forme giuridiche e di ruoli è riscontrabile anche a livello internazionale. Anche tra gli investitori si sta sviluppando una sensibilità progressivamente più accentuata verso le ricadute sociali delle attività d’investimento. Espressioni come investimento etico, investimento responsabile e impact investing segnalano l’interesse verso forme d’impiego del risparmio per le quali sia possibile ipotizzare, e auspicabilmente misurare, un ritorno in termini sociali, oltre che finanziari. Proprio perché alla microfinanza viene riconosciuta una strumentalità rispetto all’obiettivo di generare un beneficio sociale, l’investitore responsabile (per usare un’espressione ormai comunemente accettata) è sempre più interessato alla possibilità di finanziare tale attività. Allo stesso tempo, esistono istituzioni che hanno raggiunto la sostenibilità finanziaria e che possono proporsi come interessante forma d’investimento, sia in termini di capitale di rischio, sia in termini di capitale di debito. La normativa nazionale, consentendo d’investire nel microcredito attraverso strumenti diversi, pone i finanziatori di fronte alla necessità di capire quali logiche seguire nel valutare le performance delle istituzioni di microfinanza, sotto il duplice profilo finanziario e sociale. Il volume intende dunque fornire una strumentazione per compiere tali valutazioni, partendo dal presupposto che le istituzioni di microfinanza presentano caratteristiche distintive rispetto agli altri operatori finanziari, essendo caratterizzate da una double bottom line, vale a dire da un doppio risultato della gestione: sociale e finanziario. Il volume si sviluppa in 4 capitoli: 1) La microfinanza oggi; 2) Intermediazione finanziaria, efficienza allocativa e ritorno sociale; 3) Le istituzioni di microfinanza tra obiettivi sociali e sostenibilità finanziaria; 4) Denaro, finanza ed equità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.