.Al fine di proporre una lettura d’insieme del complesso rapporto tra Stato, Chiesa ed educazione durante i 150 anni della storia dell’Italia unita, l’articolo è organizzato attorno a due macro periodi: dapprima la fase della conflittualità, che, dalla nascita del Regno d’Italia, arriva fino ai Patti Lateranensi del 1929 in base ai quali tale conflittualità è “irrevocabilmente composta”. Quindi la fase dell’accordo, che da quel momento si prolunga fino ai giorni nostri attraversando la cesura profonda che vede la caduta del fascismo, la fine della Monarchia e la nascita della Repubblica. Attorno a questa struttura di fondo, l’intervento focalizza l’attenzione sui modi con cui la questione educativa ha partecipato a delineare i rapporti tra la Chiesa e lo Stato italiano: la rivendicazione di un monopolio educativo dello Stato è un volto significativo del processo di affermazione dello Stato come entità fondata iuxta propria principia; la ricerca da parte della Chiesa, ad inizio Novecento, di una rinnovata incisività nella società passa in primo luogo attraverso la ricorrente richiesta della ‘libertà d’insegnamento’, ossia della possibilità di avere scuole cattoliche; è attorno all’inserimento della religione cattolica nelle scuole elementari e alle aperture alle scuole cattoliche che si sviluppano, non senza tratti paradossali, le principali implicazioni politiche della Riforma Gentile del 1923; la religione cattolica posta a “fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica” costituisce uno dei principali tratti qualificanti dei Patti lateranensi del 1929 tra Chiesa e Stato fascista; terminata la guerra e instaurato un regime democratico, la discussione sul finanziamento alle scuole costituirà un momento di primo piano durante i lavori dell’Assemblea costituente; da tutto questo scaturirà un compromesso concretizzato in un passaggio della Costituzione capace di assicurare stabilità politica e, al tempo stesso, alimentare una costante conflittualità: la possibilità delle scuole private “senza oneri per lo Stato”; su queste basi e in relazione alla costante rivendicazione da parte della Chiesa di un protagonismo educativo, questioni come scuola pubblica/scuola privata, il crocifisso nelle aule e i finanziamenti alle scuole cattoliche, con varie intensità e modalità, hanno accompagnato, interagendo in profondità con essi, i vari momenti della storia repubblicana fino ai giorni nostri.
Stato, Chiesa ed educazione in 150 anni di Italia unita / Genovesi, Piergiovanni. - ELETTRONICO. - (2013), pp. 131-152.
Stato, Chiesa ed educazione in 150 anni di Italia unita
GENOVESI, Piergiovanni
2013-01-01
Abstract
.Al fine di proporre una lettura d’insieme del complesso rapporto tra Stato, Chiesa ed educazione durante i 150 anni della storia dell’Italia unita, l’articolo è organizzato attorno a due macro periodi: dapprima la fase della conflittualità, che, dalla nascita del Regno d’Italia, arriva fino ai Patti Lateranensi del 1929 in base ai quali tale conflittualità è “irrevocabilmente composta”. Quindi la fase dell’accordo, che da quel momento si prolunga fino ai giorni nostri attraversando la cesura profonda che vede la caduta del fascismo, la fine della Monarchia e la nascita della Repubblica. Attorno a questa struttura di fondo, l’intervento focalizza l’attenzione sui modi con cui la questione educativa ha partecipato a delineare i rapporti tra la Chiesa e lo Stato italiano: la rivendicazione di un monopolio educativo dello Stato è un volto significativo del processo di affermazione dello Stato come entità fondata iuxta propria principia; la ricerca da parte della Chiesa, ad inizio Novecento, di una rinnovata incisività nella società passa in primo luogo attraverso la ricorrente richiesta della ‘libertà d’insegnamento’, ossia della possibilità di avere scuole cattoliche; è attorno all’inserimento della religione cattolica nelle scuole elementari e alle aperture alle scuole cattoliche che si sviluppano, non senza tratti paradossali, le principali implicazioni politiche della Riforma Gentile del 1923; la religione cattolica posta a “fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica” costituisce uno dei principali tratti qualificanti dei Patti lateranensi del 1929 tra Chiesa e Stato fascista; terminata la guerra e instaurato un regime democratico, la discussione sul finanziamento alle scuole costituirà un momento di primo piano durante i lavori dell’Assemblea costituente; da tutto questo scaturirà un compromesso concretizzato in un passaggio della Costituzione capace di assicurare stabilità politica e, al tempo stesso, alimentare una costante conflittualità: la possibilità delle scuole private “senza oneri per lo Stato”; su queste basi e in relazione alla costante rivendicazione da parte della Chiesa di un protagonismo educativo, questioni come scuola pubblica/scuola privata, il crocifisso nelle aule e i finanziamenti alle scuole cattoliche, con varie intensità e modalità, hanno accompagnato, interagendo in profondità con essi, i vari momenti della storia repubblicana fino ai giorni nostri.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.