Nell’analisi che Arjun Appadurai conduce della capacità di aspirare (Appadurai 2011), due aspetti sono particolarmente rilevanti. Il primo è il riconoscimento che la capacità di aspirare è un’attitudine culturale e non meramente individuale. Una simile attitudine può da questo punto di vista essere coltivata socialmente e rafforzata politicamente. Lo spostamento che l’autore compie da questo punto di vista è importante perché muove da una prospettiva individualista, centrata sui bisogni o gli interessi individuali, a una prospettiva più collettiva dove la capacità di desiderare qualcosa, di immaginare possibile un cambiamento e un miglioramento della propria condizione è frutto di una trama relazionale che non riguarda solamente la pura dimensione organizzativa (la capacità di “federarsi”, come direbbero gli attivisti delle organizzazioni indiane analizzate da Appadurai) ma riguarda anche lo stesso immaginario, ovvero la capacità di dar forma, linguaggio, espressione ad un’immagine del futuro. Il secondo aspetto conseguente è che nell’analisi di Appadurai la cultura non si contrappone al futuro, ma al contrario contiene una dimensione fondamentale di orientamento al futuro. Gli stimoli e lo spostamento che Arjun Appadurai offre sono dunque estremamente ricchi e fruttuosi. Al tempo stesso ho l’impressione che la sua analisi si ponga dentro un frame, quello dell’immaginario dello sviluppo e della lotta alla povertà, che non è neutro o scontato sia nell’immagine del passato, del presente e del futuro, sia sul piano dei rapporti tra ricchi e poveri, in India, e nel mondo.
A Big Here, a Wide Us, a Long Now. Rigenerare la democrazia / Deriu, Marco. - STAMPA. - (2012), pp. 171-185.
A Big Here, a Wide Us, a Long Now. Rigenerare la democrazia
DERIU, Marco
2012-01-01
Abstract
Nell’analisi che Arjun Appadurai conduce della capacità di aspirare (Appadurai 2011), due aspetti sono particolarmente rilevanti. Il primo è il riconoscimento che la capacità di aspirare è un’attitudine culturale e non meramente individuale. Una simile attitudine può da questo punto di vista essere coltivata socialmente e rafforzata politicamente. Lo spostamento che l’autore compie da questo punto di vista è importante perché muove da una prospettiva individualista, centrata sui bisogni o gli interessi individuali, a una prospettiva più collettiva dove la capacità di desiderare qualcosa, di immaginare possibile un cambiamento e un miglioramento della propria condizione è frutto di una trama relazionale che non riguarda solamente la pura dimensione organizzativa (la capacità di “federarsi”, come direbbero gli attivisti delle organizzazioni indiane analizzate da Appadurai) ma riguarda anche lo stesso immaginario, ovvero la capacità di dar forma, linguaggio, espressione ad un’immagine del futuro. Il secondo aspetto conseguente è che nell’analisi di Appadurai la cultura non si contrappone al futuro, ma al contrario contiene una dimensione fondamentale di orientamento al futuro. Gli stimoli e lo spostamento che Arjun Appadurai offre sono dunque estremamente ricchi e fruttuosi. Al tempo stesso ho l’impressione che la sua analisi si ponga dentro un frame, quello dell’immaginario dello sviluppo e della lotta alla povertà, che non è neutro o scontato sia nell’immagine del passato, del presente e del futuro, sia sul piano dei rapporti tra ricchi e poveri, in India, e nel mondo.File | Dimensione | Formato | |
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