Una città può essere considerata unitaria nella sua concezione, ma infinitamente plurale nelle sue manifestazioni fenomeniche. Le sue storie, le sue identità, sono il portato delle letture territoriali attuate dalle diverse civiltà umane. Storie e identità di cui è possibile, però, ritrovare e interpretare, come nuova lettura, le tracce. Questi “segni” costituiscono, infatti, il sostrato latente di ogni avventura urbana. Ci raccontano delle società che li hanno tracciati, della loro cultura insediativa e del loro territorio. Tracce, appunto, ma tali da costituire un interessante veicolo di conoscenza del paesaggio antropico. Su queste basi metodologiche si fondano due progetti urbani elaborati per due città cinesi: Pechino e QingPu.2 La Cina, infatti, è una grande civiltà di tessuti, i cui “tracciati” influenzano, senza soluzione di continuità, la casa del popolo con quella dell’imperatore, la scala dell’architettura con quella più ampia della città e del paesaggio. In entrambe le esperienze si ritrova il concetto di “città compatta”, in quanto città flessibile e dinamica, che nei suoi meccanismi di trasformazione, nella sua morfologia, trova la capacità di adattarsi ai rapidi mutamenti della società contemporanea, senza perdere il filo narrativo della sua storia.
Morfologia, comunità, progetto urbano: due esperienze cinesi/Morphology, community and urban project: two experiences in China / Maretto, Marco. - STAMPA. - (2010).
Morfologia, comunità, progetto urbano: due esperienze cinesi/Morphology, community and urban project: two experiences in China
MARETTO, Marco
2010-01-01
Abstract
Una città può essere considerata unitaria nella sua concezione, ma infinitamente plurale nelle sue manifestazioni fenomeniche. Le sue storie, le sue identità, sono il portato delle letture territoriali attuate dalle diverse civiltà umane. Storie e identità di cui è possibile, però, ritrovare e interpretare, come nuova lettura, le tracce. Questi “segni” costituiscono, infatti, il sostrato latente di ogni avventura urbana. Ci raccontano delle società che li hanno tracciati, della loro cultura insediativa e del loro territorio. Tracce, appunto, ma tali da costituire un interessante veicolo di conoscenza del paesaggio antropico. Su queste basi metodologiche si fondano due progetti urbani elaborati per due città cinesi: Pechino e QingPu.2 La Cina, infatti, è una grande civiltà di tessuti, i cui “tracciati” influenzano, senza soluzione di continuità, la casa del popolo con quella dell’imperatore, la scala dell’architettura con quella più ampia della città e del paesaggio. In entrambe le esperienze si ritrova il concetto di “città compatta”, in quanto città flessibile e dinamica, che nei suoi meccanismi di trasformazione, nella sua morfologia, trova la capacità di adattarsi ai rapidi mutamenti della società contemporanea, senza perdere il filo narrativo della sua storia.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Festival.jpg
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Licenza:
Creative commons
Dimensione
143.13 kB
Formato
JPEG
|
143.13 kB | JPEG | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.