Con una strategia di aggiramento, il saggio ricostruisce le condizioni culturali e professionali in cui si forma e lavora Nervi grazie al parallelo con la riflessione teorica di Le Corbusier, Ludwig Mies van der Rohe ed, in Italia, di Ernesto Nathan Rogers. Queste figure possono, infatti, offrire un contributo decisivo alla comprensione della tensione rifondativa e del clima che il progettista vive, in Europa, dagli anni Venti in avanti. Alcune parole individuano precisi centri di interesse che si rivelano nodi critici e punti di contatto tra modi di pensare e sensibilità anche molto differenti; termini che consentono non solo di collegare meglio il lavoro di alcune figure chiave della cultura architettonica del Novecento ma anche di ricondurre la loro esperienza progettuale a principi condivisi e trasmissibili in una visione unitaria (e parallela) costantemente cercata e teorizzata da ciascuno di loro. Seguendo le tracce di un pensiero comune, inteso come riflessione sulla ricerca di senso del fare, possiamo, quindi, provare a definire le pre-condizioni logiche e i presupposti culturali all’azione che trovano, proprio nella dimensione concettuale e metodologica, io credo, grande importanza e forte attualità: stile e carattere, metodo e processo, tέχνη e realtà. A più riprese, tra il ritorno alle origini del tempio e lo slancio in avanti degli aeroplani, si svolge una analoga dialettica teorica che orienta il progetto ad essere espressione della propria epoca rendendo produttivo, su molti livelli, il confronto tra la lezione dell’antichità e la costruzione moderna. Non a caso l’appunto di Aldo Rossi nei suoi Quaderni Azzurri a riguardo del Palazzo del lavoro collegava con i termini dimensione e struttura il ricordo dei grandi ombrelli isolati all’ordine gigante dell’antichità. Il riferimento al tempio di Amon-Ra a el-Karnak in Egitto che è presente sia nella documentazione di presentazione dell’opera torinese che tra le immagini degli Album personali dei riferimenti di Nervi sembra confermare un rapporto vivo con la storia delle costruzioni che si reiventa continuamente nel progetto, inteso come nuova applicazione dei principi costruttivi derivati dalle immutabili leggi di natura, in ragione delle variabili dell’assetto tipologico e dei materiali da utilizzare. L’arte del costruire di Nervi, come aggiornamento della disciplina della tradizionale baukunst, è la verifica del principio di corrispondenza tra forma e struttura dell’antichità e tra architettura e tecnica della modernità. Così la riflessione teorica di Rogers, così l’intuizione rivelatrice di Rossi. Così le parole di Le Corbusier, così i silenzi di Mies.

Corrispondenze. Origini e modernità: Nervi, Le Corbusier, Mies, Rogers e Rossi / Costi, Dario. - STAMPA. - 1:(2012), pp. 16-27.

Corrispondenze. Origini e modernità: Nervi, Le Corbusier, Mies, Rogers e Rossi

COSTI, Dario
2012-01-01

Abstract

Con una strategia di aggiramento, il saggio ricostruisce le condizioni culturali e professionali in cui si forma e lavora Nervi grazie al parallelo con la riflessione teorica di Le Corbusier, Ludwig Mies van der Rohe ed, in Italia, di Ernesto Nathan Rogers. Queste figure possono, infatti, offrire un contributo decisivo alla comprensione della tensione rifondativa e del clima che il progettista vive, in Europa, dagli anni Venti in avanti. Alcune parole individuano precisi centri di interesse che si rivelano nodi critici e punti di contatto tra modi di pensare e sensibilità anche molto differenti; termini che consentono non solo di collegare meglio il lavoro di alcune figure chiave della cultura architettonica del Novecento ma anche di ricondurre la loro esperienza progettuale a principi condivisi e trasmissibili in una visione unitaria (e parallela) costantemente cercata e teorizzata da ciascuno di loro. Seguendo le tracce di un pensiero comune, inteso come riflessione sulla ricerca di senso del fare, possiamo, quindi, provare a definire le pre-condizioni logiche e i presupposti culturali all’azione che trovano, proprio nella dimensione concettuale e metodologica, io credo, grande importanza e forte attualità: stile e carattere, metodo e processo, tέχνη e realtà. A più riprese, tra il ritorno alle origini del tempio e lo slancio in avanti degli aeroplani, si svolge una analoga dialettica teorica che orienta il progetto ad essere espressione della propria epoca rendendo produttivo, su molti livelli, il confronto tra la lezione dell’antichità e la costruzione moderna. Non a caso l’appunto di Aldo Rossi nei suoi Quaderni Azzurri a riguardo del Palazzo del lavoro collegava con i termini dimensione e struttura il ricordo dei grandi ombrelli isolati all’ordine gigante dell’antichità. Il riferimento al tempio di Amon-Ra a el-Karnak in Egitto che è presente sia nella documentazione di presentazione dell’opera torinese che tra le immagini degli Album personali dei riferimenti di Nervi sembra confermare un rapporto vivo con la storia delle costruzioni che si reiventa continuamente nel progetto, inteso come nuova applicazione dei principi costruttivi derivati dalle immutabili leggi di natura, in ragione delle variabili dell’assetto tipologico e dei materiali da utilizzare. L’arte del costruire di Nervi, come aggiornamento della disciplina della tradizionale baukunst, è la verifica del principio di corrispondenza tra forma e struttura dell’antichità e tra architettura e tecnica della modernità. Così la riflessione teorica di Rogers, così l’intuizione rivelatrice di Rossi. Così le parole di Le Corbusier, così i silenzi di Mies.
2012
9788857217000
Corrispondenze. Origini e modernità: Nervi, Le Corbusier, Mies, Rogers e Rossi / Costi, Dario. - STAMPA. - 1:(2012), pp. 16-27.
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