Le sollecitazioni per un raccordo costruttivo tra osservazione fenomenologica, riflessione filosofica e indagine scientifica sono oggi sempre più insistenti. Nel caso della percezione, l’idea che questa richieda uno studio a più livelli, in cui convergano analisi concettuali, descrizioni fenomenologiche, teorie e modelli scientifici e ricerca speri-mentale, riveste un ruolo di particolare e crescente rilievo. In questo quadro, un interesse preminente è assunto dal rapporto tra piano fenomenico e piano fisiologico, nei con-fronti del quale la funzione attribuita alla fenomenologia sembra essere duplice: porre degli explananda e dei vincoli alle spiegazioni neurofisiologiche dell’esperienza e fornire linee ipotetiche di spiegazione circa il funzionamento del substrato neurobiologico della medesima. La funzione di cui la fenomenologia si trova così ad essere investita è quella di concorrere a porre in essere una prospettiva che – e non a caso – risulta specularmente contraria al profondo divario tra descrizione neurofisiologica e descrizione fenomenologica dell’esperienza che viene sempre più contestato ai modelli neuro-computazionali della mente. Le odierne interpretazioni in chiave naturalistica della tradizione fenomenologica (e la nozione di strutture rappresentazionali fisiologiche ne è parte) hanno altresì messo capo a rinnovate discussioni sul concetto di rappresentazione, su ciò che ci è direttamente accessibile, sul tipo di relazione (diretta o indiretta) che lega la mente e il mondo. Proprio a tali questioni è dedicato il presente saggio e il volume nel quale esso è inserito.
Titolo: | Vincoli, rappresentazioni e realismo: un punto di vista fenomenologico |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2012 |
Abstract: | Le sollecitazioni per un raccordo costruttivo tra osservazione fenomenologica, riflessione filosofica e indagine scientifica sono oggi sempre più insistenti. Nel caso della percezione, l’idea che questa richieda uno studio a più livelli, in cui convergano analisi concettuali, descrizioni fenomenologiche, teorie e modelli scientifici e ricerca speri-mentale, riveste un ruolo di particolare e crescente rilievo. In questo quadro, un interesse preminente è assunto dal rapporto tra piano fenomenico e piano fisiologico, nei con-fronti del quale la funzione attribuita alla fenomenologia sembra essere duplice: porre degli explananda e dei vincoli alle spiegazioni neurofisiologiche dell’esperienza e fornire linee ipotetiche di spiegazione circa il funzionamento del substrato neurobiologico della medesima. La funzione di cui la fenomenologia si trova così ad essere investita è quella di concorrere a porre in essere una prospettiva che – e non a caso – risulta specularmente contraria al profondo divario tra descrizione neurofisiologica e descrizione fenomenologica dell’esperienza che viene sempre più contestato ai modelli neuro-computazionali della mente. Le odierne interpretazioni in chiave naturalistica della tradizione fenomenologica (e la nozione di strutture rappresentazionali fisiologiche ne è parte) hanno altresì messo capo a rinnovate discussioni sul concetto di rappresentazione, su ciò che ci è direttamente accessibile, sul tipo di relazione (diretta o indiretta) che lega la mente e il mondo. Proprio a tali questioni è dedicato il presente saggio e il volume nel quale esso è inserito. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11381/2437841 |
ISBN: | 9788860876355 |
Appare nelle tipologie: | 2.1 Contributo in volume(Capitolo di libro) |
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