Per analizzare la forma esagonale è necessario innanzitutto ricordare i significati del “sei”: esso come numero è stato visto molto spesso più che come unità, come unione di “due tre”, con tutti i riferimenti mistici e simbologici che la coppia di un numero così importante porta con sé. Secondo alcuni studiosi il sei rappresenta l’uomo nella sua fisicità, mancante ancora del suo elemento ultimo: la salvezza, la spiritualità. Al sei è associato anche un diffuso senso del fare, del fatto, della concretezza, dell’operosità. Non occorre quindi stupirsi se luoghi centrali, sorti quasi a simbolo della manifestazione della magnificenza divina, nel suo concretizzarsi in luoghi miracolosi, luoghi in cui si è manifestata la grazia e la volontà divina, siano di forma esagonale e siano quindi circoscritti da “recinti” fatti di sei facce, di sei pareti, di cupole con sei spicchi. Attraverso la circonferenza circoscritta si trova anche la relazione tra esagono e pentagono inscritti: il primo per la sua vocazione formale a rappresentare l’universo, il macrocosmo, l’altro a rappresentare l’uomo comune, il terreno, il microcosmo, solo al cui interno si trova la relazione al divino (la sezione aurea quale relazione geometrica più nota). Vi sono forme naturali che sono state utilizzate quali manifestazioni esplicite della relazione del sei e dell’esagono: si pensi solo al fiocco di neve ed alle sue infinite configurazioni. Il simbolismo dell’ape ancora, è spesso associato e circoscritto dall’esagono, è universalmente riconosciuto come rappresentante di saggezza, di operosità, e di immortalità dell’anima. Nella stessa Santa Maria del Quartiere vi è un riferimento alla presenza precedente del simbolo dell’ape sul luogo della costruzione. Entrando più nel profondo degli edifici occorre relazionare la forma e le dimensioni degli edifici esagonali nella loro prima morfogenesi e nel confronto tra essi, per comprenderne anche connessioni di riferimento culturale e di evoluzione della forma stessa. Partendo quindi dall’impianto geometrico della chiesa del Quartiere lo studio condotto si è sviluppato alla ricerca di altri esempi di edifici religiosi a pianta esagonale, a partire dal 1500 fino a giungere ai nostri giorni. Il punto di principio riscontrato si riferisce al disegno di Sebastiano Serlio che nel suo trattato, V libro, rappresenta, forse per la prima volta un manufatto a pianta esagonale. Sono state condotte una grande quantità di analisi grafiche su edifici religiosi a forma centrale esagonale, confrontandoli per periodo storico e per dimensione. Presupponendo che tali esercizi grafici andrebbero comunque riverificati alla luce di più precisi rilievi architettonici, esiste tuttavia una proporzione geometrica che nelle varie epoche ha “disegnato” la forma planimetrica delle chiese a pianta esagonale pur nella differenza del gusto architettonico tipico di ogni epoca. Occorre però fare notare che al variare delle dimensioni complessive (il diametro in particolare) non risultano rimanere in proporzione le dimensioni strutturali, in particolare lo spessore delle murature. È evidente quindi che, se la manualistica influenza nelle scelte proporzionali generali, le tecniche costruttive, che con il trascorrere dei secoli diventano sempre più sofisticate, portano ad un progressivo snellimento strutturale perdendo così quel rapporto geometrico muro-spazio interno al quale il Serlio, ed in genere tutta la trattatistica, si riferisce. La conseguenza di tutto ciò porta con sé uno scollamento tra l’apparato decorativo interno e quello esterno ed in generale un distacco tra la costruzione reale ed il modello geometrico teorico.

SIGNIFICANTI E SIGNIFICATI NELLA CONFIGURAZIONE GEOMETRICA E PROPORZIONALE DELL'ARCHITETTURA A PIANTA CENTRALE DI FORMA ESAGONALE: ANALOGIE E SIMILITUDINI / Giandebiaggi, Paolo; Melley, Maria. - STAMPA. - 1:(2009), pp. 125-134.

SIGNIFICANTI E SIGNIFICATI NELLA CONFIGURAZIONE GEOMETRICA E PROPORZIONALE DELL'ARCHITETTURA A PIANTA CENTRALE DI FORMA ESAGONALE: ANALOGIE E SIMILITUDINI

GIANDEBIAGGI, Paolo;MELLEY, Maria
2009-01-01

Abstract

Per analizzare la forma esagonale è necessario innanzitutto ricordare i significati del “sei”: esso come numero è stato visto molto spesso più che come unità, come unione di “due tre”, con tutti i riferimenti mistici e simbologici che la coppia di un numero così importante porta con sé. Secondo alcuni studiosi il sei rappresenta l’uomo nella sua fisicità, mancante ancora del suo elemento ultimo: la salvezza, la spiritualità. Al sei è associato anche un diffuso senso del fare, del fatto, della concretezza, dell’operosità. Non occorre quindi stupirsi se luoghi centrali, sorti quasi a simbolo della manifestazione della magnificenza divina, nel suo concretizzarsi in luoghi miracolosi, luoghi in cui si è manifestata la grazia e la volontà divina, siano di forma esagonale e siano quindi circoscritti da “recinti” fatti di sei facce, di sei pareti, di cupole con sei spicchi. Attraverso la circonferenza circoscritta si trova anche la relazione tra esagono e pentagono inscritti: il primo per la sua vocazione formale a rappresentare l’universo, il macrocosmo, l’altro a rappresentare l’uomo comune, il terreno, il microcosmo, solo al cui interno si trova la relazione al divino (la sezione aurea quale relazione geometrica più nota). Vi sono forme naturali che sono state utilizzate quali manifestazioni esplicite della relazione del sei e dell’esagono: si pensi solo al fiocco di neve ed alle sue infinite configurazioni. Il simbolismo dell’ape ancora, è spesso associato e circoscritto dall’esagono, è universalmente riconosciuto come rappresentante di saggezza, di operosità, e di immortalità dell’anima. Nella stessa Santa Maria del Quartiere vi è un riferimento alla presenza precedente del simbolo dell’ape sul luogo della costruzione. Entrando più nel profondo degli edifici occorre relazionare la forma e le dimensioni degli edifici esagonali nella loro prima morfogenesi e nel confronto tra essi, per comprenderne anche connessioni di riferimento culturale e di evoluzione della forma stessa. Partendo quindi dall’impianto geometrico della chiesa del Quartiere lo studio condotto si è sviluppato alla ricerca di altri esempi di edifici religiosi a pianta esagonale, a partire dal 1500 fino a giungere ai nostri giorni. Il punto di principio riscontrato si riferisce al disegno di Sebastiano Serlio che nel suo trattato, V libro, rappresenta, forse per la prima volta un manufatto a pianta esagonale. Sono state condotte una grande quantità di analisi grafiche su edifici religiosi a forma centrale esagonale, confrontandoli per periodo storico e per dimensione. Presupponendo che tali esercizi grafici andrebbero comunque riverificati alla luce di più precisi rilievi architettonici, esiste tuttavia una proporzione geometrica che nelle varie epoche ha “disegnato” la forma planimetrica delle chiese a pianta esagonale pur nella differenza del gusto architettonico tipico di ogni epoca. Occorre però fare notare che al variare delle dimensioni complessive (il diametro in particolare) non risultano rimanere in proporzione le dimensioni strutturali, in particolare lo spessore delle murature. È evidente quindi che, se la manualistica influenza nelle scelte proporzionali generali, le tecniche costruttive, che con il trascorrere dei secoli diventano sempre più sofisticate, portano ad un progressivo snellimento strutturale perdendo così quel rapporto geometrico muro-spazio interno al quale il Serlio, ed in genere tutta la trattatistica, si riferisce. La conseguenza di tutto ciò porta con sé uno scollamento tra l’apparato decorativo interno e quello esterno ed in generale un distacco tra la costruzione reale ed il modello geometrico teorico.
2009
9788878980600
SIGNIFICANTI E SIGNIFICATI NELLA CONFIGURAZIONE GEOMETRICA E PROPORZIONALE DELL'ARCHITETTURA A PIANTA CENTRALE DI FORMA ESAGONALE: ANALOGIE E SIMILITUDINI / Giandebiaggi, Paolo; Melley, Maria. - STAMPA. - 1:(2009), pp. 125-134.
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