Nell’ambito dei risultati di un Progetto di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN 2003), il capitolo illustra gli effetti prodotti dalla transizione ai principi contabili internazionali nei bilanci consolidati di un significativo campione di gruppi aziendali italiani. Nelle 172 società quotate analizzate si sono apprezzati, anzitutto i valori della leva azionaria e dell’indice di incidenza per verificare il peso delle minoranze nei bilanci consolidati sia in termini patrimoniali che reddituali. Successivamente, si sono analizzati alcuni casi rilevanti di transizione agli IAS/IFRS per apprezzare l’impatto dei nuovi principi sul reddito di gruppo, della capogruppo e dei soci di minoranza. Il capitolo segnala la criticità connessa alla completezza e al grado di analiticità delle informazioni di reddito e patrimonio di pertinenza dei soci di minoranza, da valutare tenendo conto della loro rilevanza e diffusione nelle società che compongono il gruppo. Nonostante il passaggio agli IAS/IFRS non si rilevano progressi significativi da questo punto di vista e si conferma un approccio prevalentemente “capogruppo” nella redazione dei bilanci consolidati. Il capitolo propone, inoltre, alcune ulteriori criticità rilevate direttamente dall’analisi di casi aziendali, connesse alla tutela dei soci delle minoranze che i bilanci consolidati, compresi quelli redatti secondo i principi contabili internazionali, non sembrano aver risolto: 1) la consapevolezza che le minoranze in molti gruppi non sono affatto una classe di stakeholder omogenea; la posizione delle minoranze nella capogruppo quotata è solitamente differente rispetto a quella delle minoranze presenti nelle controllate non quotate così come non è indifferente appartenere alle minoranze qualificate o non qualificate; 2) l’interdipendenza tra i valori delle minoranze e molteplici altre scelte che qualificano la procedura di consolidamento (area di consolidamento, operazioni interne, fair value delle imprese acquisite); in altri termini si dimostra con evidenze empiriche la criticità che le politiche di bilancio nella redazione dei bilanci consolidati possono avere sui valori di reddito e patrimonio di pertinenza dei soci di minoranza. In definitiva i risultati della ricerca rivelano che la prima applicazione dei principi contabili internazionali in Italia ha prodotto bilanci consolidati con un inadeguato livello di trasparenza sui valori di pertinenza dei soci di minoranza che potrebbe comprometterne la loro efficace tutela. Ciò dipende da un approccio al bilancio consolidato che pone la società capogruppo in posizione preminente rispetto agli altri stakeholder, confermato da discipline di bilancio che non danno adeguato rilievo ed importanza ai soci di minoranza.
Reddito e patrimonio dei soci di minoranza / Azzali, Stefano. - (2006), pp. 101-128.
Reddito e patrimonio dei soci di minoranza
AZZALI, Stefano
2006-01-01
Abstract
Nell’ambito dei risultati di un Progetto di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN 2003), il capitolo illustra gli effetti prodotti dalla transizione ai principi contabili internazionali nei bilanci consolidati di un significativo campione di gruppi aziendali italiani. Nelle 172 società quotate analizzate si sono apprezzati, anzitutto i valori della leva azionaria e dell’indice di incidenza per verificare il peso delle minoranze nei bilanci consolidati sia in termini patrimoniali che reddituali. Successivamente, si sono analizzati alcuni casi rilevanti di transizione agli IAS/IFRS per apprezzare l’impatto dei nuovi principi sul reddito di gruppo, della capogruppo e dei soci di minoranza. Il capitolo segnala la criticità connessa alla completezza e al grado di analiticità delle informazioni di reddito e patrimonio di pertinenza dei soci di minoranza, da valutare tenendo conto della loro rilevanza e diffusione nelle società che compongono il gruppo. Nonostante il passaggio agli IAS/IFRS non si rilevano progressi significativi da questo punto di vista e si conferma un approccio prevalentemente “capogruppo” nella redazione dei bilanci consolidati. Il capitolo propone, inoltre, alcune ulteriori criticità rilevate direttamente dall’analisi di casi aziendali, connesse alla tutela dei soci delle minoranze che i bilanci consolidati, compresi quelli redatti secondo i principi contabili internazionali, non sembrano aver risolto: 1) la consapevolezza che le minoranze in molti gruppi non sono affatto una classe di stakeholder omogenea; la posizione delle minoranze nella capogruppo quotata è solitamente differente rispetto a quella delle minoranze presenti nelle controllate non quotate così come non è indifferente appartenere alle minoranze qualificate o non qualificate; 2) l’interdipendenza tra i valori delle minoranze e molteplici altre scelte che qualificano la procedura di consolidamento (area di consolidamento, operazioni interne, fair value delle imprese acquisite); in altri termini si dimostra con evidenze empiriche la criticità che le politiche di bilancio nella redazione dei bilanci consolidati possono avere sui valori di reddito e patrimonio di pertinenza dei soci di minoranza. In definitiva i risultati della ricerca rivelano che la prima applicazione dei principi contabili internazionali in Italia ha prodotto bilanci consolidati con un inadeguato livello di trasparenza sui valori di pertinenza dei soci di minoranza che potrebbe comprometterne la loro efficace tutela. Ciò dipende da un approccio al bilancio consolidato che pone la società capogruppo in posizione preminente rispetto agli altri stakeholder, confermato da discipline di bilancio che non danno adeguato rilievo ed importanza ai soci di minoranza.File | Dimensione | Formato | |
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