Abstract Questo volume discute in modo articolato cinque temi principali: la comunicazione e il discorso in classe (secondo capitolo), la cultura dei pari (terzo capitolo), le transizioni scolastiche (quarto capitolo), le relazioni fra alunni e insegnanti (quinto capitolo) e la responsabilità educativa (sesto capitolo). Ciascuno di questi temi è presentato ponendo particolare attenzione a tre aspetti tra loro interconnessi: la collocazione teorica, l’impianto metodologico e l’impatto dei risultati e delle procedure stesse di ricerca per il lavoro concreto nelle classi scolastiche. L’inquadramento teorico sostiene l’importanza di considerare le culture che nelle scuole e in ciascun gruppo-classe si costruiscono nel tempo e dotano di senso tutte le pratiche che quotidianamente vengono agite da insegnanti e alunni. Il riferimento alla dimensione culturale non implica necessariamente un confronto fra le culture (anche se ciò emerge indirettamente dai riferimenti a risultati di ricerca ottenuti in contesti culturali diversi), ma riguarda la costruzione collettiva e partecipata dei significati delle azioni all’interno di ogni specifico contesto di gruppo. Molti sono gli elementi psicologici strettamente connessi al ruolo delle culture nelle scuole, tutti focalizzati sul gruppo che collabora più che sull’individuo che apprende: la nascita e il consolidarsi di un sentimento di appartenenza alla collettività, la negoziazione dei ruoli sociali, la valenza emotiva delle situazioni di interazione e di apprendimento, lo sviluppo dell’identità, il ruolo delle idee implicite e dei valori sull’educazione. Fra le nozioni teoriche più rilevanti per la comprensione delle culture a scuola, viene rivolta particolare attenzione al ruolo del bambino come agente attivo del proprio sviluppo, alla dinamica di scaffolding che facilita l’apprendimento, alla convergenza intersoggettiva delle parole e dei discorsi in classe. In quest’ottica, la “cassetta degli attrezzi” fornita a ogni individuo dalla cultura nella quale apprende si compone della partecipazione attiva dell’allievo alle pratiche significative per la sua comunità, dell’aiuto che gli viene fornito dai membri più esperti e che determina la natura, i modi e i tempi di tale partecipazione, e dell’utilizzo del linguaggio come primo e più importante strumento semiotico di trasmissione e apprendimento. Il volume offre una rigorosa analisi di materiale di ricerca, e propone un’interpretazione che ha risvolti applicativi interessanti per il dibattito sulla rilevanza sociale della ricerca, che ha oggi una grande importanza. Che la scuola stia soffrendo, che gli insegnanti si percepiscano al contempo non riconosciuti e impreparati all’assunzione delle loro responsabilità, che i dirigenti scolastici siano sommersi da compiti istituzionali e amministrativi che li allontanano dalla realtà del quotidiano scolastico, sono ormai considerazioni note e condivise. A partire da questo quadro, l’autrice traduce i risultati delle ricerche presentate in riflessioni, idee, spunti che possano aiutare i professionisti della scuola (insegnanti, dirigenti, psicologi scolastici) a individuare i punti di maggiore fragilità del sistema e a sviluppare strumenti concreti per fronteggiarli. Fra le maggiori fragilità ricordiamo la voce monologica dell’insegnante in classe, che rischia di diventare egemone e di sopprimere la creatività e l’innovazione proposte dai bambini, la diffusa percezione di conflitto e difficoltà educative nelle relazioni fra insegnanti e alunni, la resistenza da parte degli adulti nell’assumersi le responsabilità che il ruolo educativo impone loro. A fronte di ciò, viene anche sottolineato che nel gruppo sono individuabili numerose risorse, che è importante riuscire a sfruttare appieno. Basti pensare alla forza che gli alunni traggono dal partecipare a culture dei pari che forniscono loro il senso dell’appartenenza al gruppo e favoriscono lo sviluppo dell’identità, oppure allo stabilirsi di routine didattiche regolari e prevedibili, che facilitano l’anticipazione degli eventi e consentono agli alunni di rafforzare il senso di agency nell’azione collettiva, oppure ancora alla matura posizione degli adolescenti sul tema della responsabilità verso i propri compagni. Una delle sfide che la scuola dovrà affrontare nei prossimi anni risiede nella capacità di mantenere il gruppo come oggetto privilegiato della propria azione educativa e di sfruttare al massimo le risorse che proprio nel gruppo sono disponibili. Ciò richiede un’assunzione di responsabilità che non si riduce a quanto previsto dal ruolo sociale di docente, dirigente, o politico, ma necessita di una forte adesione etica alla consapevolezza della funzione primaria della scuola per la crescita e l’educazione delle generazioni future.
Alunni e insegnanti. Costruire culture a scuola / Molinari, Luisa Maria Emilia Edoarda. - (2010).
Alunni e insegnanti. Costruire culture a scuola
MOLINARI, Luisa Maria Emilia Edoarda
2010-01-01
Abstract
Abstract Questo volume discute in modo articolato cinque temi principali: la comunicazione e il discorso in classe (secondo capitolo), la cultura dei pari (terzo capitolo), le transizioni scolastiche (quarto capitolo), le relazioni fra alunni e insegnanti (quinto capitolo) e la responsabilità educativa (sesto capitolo). Ciascuno di questi temi è presentato ponendo particolare attenzione a tre aspetti tra loro interconnessi: la collocazione teorica, l’impianto metodologico e l’impatto dei risultati e delle procedure stesse di ricerca per il lavoro concreto nelle classi scolastiche. L’inquadramento teorico sostiene l’importanza di considerare le culture che nelle scuole e in ciascun gruppo-classe si costruiscono nel tempo e dotano di senso tutte le pratiche che quotidianamente vengono agite da insegnanti e alunni. Il riferimento alla dimensione culturale non implica necessariamente un confronto fra le culture (anche se ciò emerge indirettamente dai riferimenti a risultati di ricerca ottenuti in contesti culturali diversi), ma riguarda la costruzione collettiva e partecipata dei significati delle azioni all’interno di ogni specifico contesto di gruppo. Molti sono gli elementi psicologici strettamente connessi al ruolo delle culture nelle scuole, tutti focalizzati sul gruppo che collabora più che sull’individuo che apprende: la nascita e il consolidarsi di un sentimento di appartenenza alla collettività, la negoziazione dei ruoli sociali, la valenza emotiva delle situazioni di interazione e di apprendimento, lo sviluppo dell’identità, il ruolo delle idee implicite e dei valori sull’educazione. Fra le nozioni teoriche più rilevanti per la comprensione delle culture a scuola, viene rivolta particolare attenzione al ruolo del bambino come agente attivo del proprio sviluppo, alla dinamica di scaffolding che facilita l’apprendimento, alla convergenza intersoggettiva delle parole e dei discorsi in classe. In quest’ottica, la “cassetta degli attrezzi” fornita a ogni individuo dalla cultura nella quale apprende si compone della partecipazione attiva dell’allievo alle pratiche significative per la sua comunità, dell’aiuto che gli viene fornito dai membri più esperti e che determina la natura, i modi e i tempi di tale partecipazione, e dell’utilizzo del linguaggio come primo e più importante strumento semiotico di trasmissione e apprendimento. Il volume offre una rigorosa analisi di materiale di ricerca, e propone un’interpretazione che ha risvolti applicativi interessanti per il dibattito sulla rilevanza sociale della ricerca, che ha oggi una grande importanza. Che la scuola stia soffrendo, che gli insegnanti si percepiscano al contempo non riconosciuti e impreparati all’assunzione delle loro responsabilità, che i dirigenti scolastici siano sommersi da compiti istituzionali e amministrativi che li allontanano dalla realtà del quotidiano scolastico, sono ormai considerazioni note e condivise. A partire da questo quadro, l’autrice traduce i risultati delle ricerche presentate in riflessioni, idee, spunti che possano aiutare i professionisti della scuola (insegnanti, dirigenti, psicologi scolastici) a individuare i punti di maggiore fragilità del sistema e a sviluppare strumenti concreti per fronteggiarli. Fra le maggiori fragilità ricordiamo la voce monologica dell’insegnante in classe, che rischia di diventare egemone e di sopprimere la creatività e l’innovazione proposte dai bambini, la diffusa percezione di conflitto e difficoltà educative nelle relazioni fra insegnanti e alunni, la resistenza da parte degli adulti nell’assumersi le responsabilità che il ruolo educativo impone loro. A fronte di ciò, viene anche sottolineato che nel gruppo sono individuabili numerose risorse, che è importante riuscire a sfruttare appieno. Basti pensare alla forza che gli alunni traggono dal partecipare a culture dei pari che forniscono loro il senso dell’appartenenza al gruppo e favoriscono lo sviluppo dell’identità, oppure allo stabilirsi di routine didattiche regolari e prevedibili, che facilitano l’anticipazione degli eventi e consentono agli alunni di rafforzare il senso di agency nell’azione collettiva, oppure ancora alla matura posizione degli adolescenti sul tema della responsabilità verso i propri compagni. Una delle sfide che la scuola dovrà affrontare nei prossimi anni risiede nella capacità di mantenere il gruppo come oggetto privilegiato della propria azione educativa e di sfruttare al massimo le risorse che proprio nel gruppo sono disponibili. Ciò richiede un’assunzione di responsabilità che non si riduce a quanto previsto dal ruolo sociale di docente, dirigente, o politico, ma necessita di una forte adesione etica alla consapevolezza della funzione primaria della scuola per la crescita e l’educazione delle generazioni future.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
ABSTRACT saggio.doc
non disponibili
Tipologia:
Abstract
Licenza:
Creative commons
Dimensione
37 kB
Formato
Microsoft Word
|
37 kB | Microsoft Word | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.