Non più ristampato dagli anni ’50, I vivi e i morti del 1923 è il secondo romanzo di Giuseppe Antonio Borgese ed è assolutamente indispensabile per comprendere e meglio valutare il primo, ovvero il più famoso Rubé del 1921. Eliseo Gaddi, il protagonista, è insieme fratello maggiore e naturale evoluzione di Filippo Rubé. In lui si concentrano i quesiti che da sempre accompagnano il viaggio di ogni essere pensante su questa terra. Certo non si tratta del movimento frenetico di Rubé, della sua modernissima ansia metamorfica, del suo autolesionismo dispersivo e disgregante e tuttavia proteso ad imprimere una qualche impronta sul mondo. Nei Vivi e i morti società e storia sono distanziate, viste in lontananza, come attraverso il velo di cui volutamente si fascia il protagonista, proteso verso il sogno di una solitudine perfetta, in cui elaborare una risposta alle eterne domande che travagliano l’uomo sul significato del vivere e del morire e sull’insopprimibile anelito della sua parte spirituale a liberarsi dalle pastoie del corpo. Si tratta di un romanzo intenso, di spessore metafisico, fatto per piacere ai giovani in cerca di risposte ideali da contrapporre al materialismo imperante nella nostra società. Il testo presenta un'ampia introduzione (pp. VII-XXV) ed è corredato da finali notizie biobibliografiche su Borgese e da una bibliografia essenziale della critica borgesiana.
I vivi e i morti di G. A. Borgese / Cavalli, Annamaria. - (2006).
I vivi e i morti di G. A. Borgese
CAVALLI, Annamaria
2006-01-01
Abstract
Non più ristampato dagli anni ’50, I vivi e i morti del 1923 è il secondo romanzo di Giuseppe Antonio Borgese ed è assolutamente indispensabile per comprendere e meglio valutare il primo, ovvero il più famoso Rubé del 1921. Eliseo Gaddi, il protagonista, è insieme fratello maggiore e naturale evoluzione di Filippo Rubé. In lui si concentrano i quesiti che da sempre accompagnano il viaggio di ogni essere pensante su questa terra. Certo non si tratta del movimento frenetico di Rubé, della sua modernissima ansia metamorfica, del suo autolesionismo dispersivo e disgregante e tuttavia proteso ad imprimere una qualche impronta sul mondo. Nei Vivi e i morti società e storia sono distanziate, viste in lontananza, come attraverso il velo di cui volutamente si fascia il protagonista, proteso verso il sogno di una solitudine perfetta, in cui elaborare una risposta alle eterne domande che travagliano l’uomo sul significato del vivere e del morire e sull’insopprimibile anelito della sua parte spirituale a liberarsi dalle pastoie del corpo. Si tratta di un romanzo intenso, di spessore metafisico, fatto per piacere ai giovani in cerca di risposte ideali da contrapporre al materialismo imperante nella nostra società. Il testo presenta un'ampia introduzione (pp. VII-XXV) ed è corredato da finali notizie biobibliografiche su Borgese e da una bibliografia essenziale della critica borgesiana.File | Dimensione | Formato | |
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