Grazie ai saperi dell'erudito e all'intelligenza dello storico che non teme di proporre inquadramenti di lunga gittata e a quella del critico che bene intende significato e ruolo dei protagonisti dell'architettura italiana del Novecento e delle loro opere, Guido Canella, uno dei maestri della nostra cultura del progetto, attraverso queste pagine ricche di notazioni acute, capaci di cogliere il disegno complessivo e l'interazione fra circostanze specifiche di poetica, di stile e di luogo e intenzioni riferibili a tendenze generali, ai tempi della storia, consegna a colleghi, studenti non sviati dalla ricezione passiva di mode e stereotipi del divismo architettonico moderno, e lettori impegnati, un'attesa, ricca selezione dei suoi saggi più rappresentativi, scritti entro un arco di trent'anni. Con i suoi studi Canella affianca e addirittura integra, pure nel nome di interpretazioni talvolta ideologiche, politiche insomma, tuttavia tanto libere quanto oggettive quelle dei più accreditati e mitizzati critici e storici di professione, attivi tra settima e ottava decade dell'altro secolo. E Canella si vuole ed è, per certo, architetto progettista, ma, nondimeno (da allievo di Ernesto Rogers), intellettuale versato nella riflessione critica alla quale applica uno sguardo non breve, come è attestato in particolare dagli affondi dedicati alle continuità e discontinuità del dopoguerra, affondi che animano il grande affresco collocato nella prima parte del libro, oppure dalla capacità di trarre un brano di storia patria, anche lombarda, dai medaglioni dedicati così ad un significativo, singolare architetto minore (il Tomaso Buzzi della Scarzuola), come ad altri colleghi e autori canonici (de Finetti, Muzio, Terragni, Gardella, Ridolfi, Samonà...). L'assenza di enfasi, la scrittura nitida, l'esplicita aspirazione alla definizione logica, oggettiva, acculturata e insieme sensibile del ritratto di almeno tre generazioni di architetti vissuti in anni cruciali, fanno di questo libro di Guido Canella una testimonianza preziosa e irrinunciabile.
Architetti italiani nel Novecento / E., Bordogna; Prandi, Enrico; E., Manganaro. - 1:(2010), pp. 1-352.
Architetti italiani nel Novecento
PRANDI, Enrico;
2010-01-01
Abstract
Grazie ai saperi dell'erudito e all'intelligenza dello storico che non teme di proporre inquadramenti di lunga gittata e a quella del critico che bene intende significato e ruolo dei protagonisti dell'architettura italiana del Novecento e delle loro opere, Guido Canella, uno dei maestri della nostra cultura del progetto, attraverso queste pagine ricche di notazioni acute, capaci di cogliere il disegno complessivo e l'interazione fra circostanze specifiche di poetica, di stile e di luogo e intenzioni riferibili a tendenze generali, ai tempi della storia, consegna a colleghi, studenti non sviati dalla ricezione passiva di mode e stereotipi del divismo architettonico moderno, e lettori impegnati, un'attesa, ricca selezione dei suoi saggi più rappresentativi, scritti entro un arco di trent'anni. Con i suoi studi Canella affianca e addirittura integra, pure nel nome di interpretazioni talvolta ideologiche, politiche insomma, tuttavia tanto libere quanto oggettive quelle dei più accreditati e mitizzati critici e storici di professione, attivi tra settima e ottava decade dell'altro secolo. E Canella si vuole ed è, per certo, architetto progettista, ma, nondimeno (da allievo di Ernesto Rogers), intellettuale versato nella riflessione critica alla quale applica uno sguardo non breve, come è attestato in particolare dagli affondi dedicati alle continuità e discontinuità del dopoguerra, affondi che animano il grande affresco collocato nella prima parte del libro, oppure dalla capacità di trarre un brano di storia patria, anche lombarda, dai medaglioni dedicati così ad un significativo, singolare architetto minore (il Tomaso Buzzi della Scarzuola), come ad altri colleghi e autori canonici (de Finetti, Muzio, Terragni, Gardella, Ridolfi, Samonà...). L'assenza di enfasi, la scrittura nitida, l'esplicita aspirazione alla definizione logica, oggettiva, acculturata e insieme sensibile del ritratto di almeno tre generazioni di architetti vissuti in anni cruciali, fanno di questo libro di Guido Canella una testimonianza preziosa e irrinunciabile.File | Dimensione | Formato | |
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