Abstract La protezione delle specie, degli habitat e della biodiversità Una lettura storica dei trattati che riguardano le specie animali e vegetali mostra come l’atteggiamento umano in questo campo sia progressivamente mutato, spostandosi da un iniziale approccio utilitaristico, consistente nella tutela soprattutto delle specie utili e nella distruzione di quelle dannose, a un approccio ecosistemico che non può prescindere da misure volte a proteggere anche gli habitat. La necessità di una cooperazione internazionale è particolarmente evidente nei casi in cui gli esemplari delle specie si spostano attraverso i confini statali (es. animali migratori), ma anche quando lo spostamento è artificialmente creato dall’uomo (es. commercio internazionale di esemplari di specie rare). Numerose sono le convenzioni che, a partire dall’inizio degli anni ’70, hanno affrontato questi temi, sia a livello universale sia a livello regionale e anche con riferimento ad aree sulle quali non si estende la giurisdizione statale (es. Antartide). Spesso tali convenzioni provvedono alla creazione di meccanismi - come le Conferenze delle Parti o gli appositi Comitati - che migliorano l’efficacia delle misure convenzionali, controllando l’applicazione dei vari trattati, e ne consentono una sorta di costante adeguamento alle nuove esigenze. In questo composito panorama la Convenzione di Rio sulla biodiversità del 1992 costituisce punto di arrivo e di partenza per la tutela di specie e habitat, tutela che la Convenzione affronta in maniera globale, anche oltre gli aspetti prettamente ecologici (es. accesso alle risorse genetiche ed equa ripartizione dei benefici derivanti dalla loro utilizzazione). La Convenzione si presta a essere via via integrata da Protocolli su specifici problemi, come è avvenuto con il Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza del 2000.
La protezione delle specie, degli habitat e della biodiversità / Maffei, Maria Clara. - (2009), pp. 263-313.
La protezione delle specie, degli habitat e della biodiversità
MAFFEI, Maria Clara
2009-01-01
Abstract
Abstract La protezione delle specie, degli habitat e della biodiversità Una lettura storica dei trattati che riguardano le specie animali e vegetali mostra come l’atteggiamento umano in questo campo sia progressivamente mutato, spostandosi da un iniziale approccio utilitaristico, consistente nella tutela soprattutto delle specie utili e nella distruzione di quelle dannose, a un approccio ecosistemico che non può prescindere da misure volte a proteggere anche gli habitat. La necessità di una cooperazione internazionale è particolarmente evidente nei casi in cui gli esemplari delle specie si spostano attraverso i confini statali (es. animali migratori), ma anche quando lo spostamento è artificialmente creato dall’uomo (es. commercio internazionale di esemplari di specie rare). Numerose sono le convenzioni che, a partire dall’inizio degli anni ’70, hanno affrontato questi temi, sia a livello universale sia a livello regionale e anche con riferimento ad aree sulle quali non si estende la giurisdizione statale (es. Antartide). Spesso tali convenzioni provvedono alla creazione di meccanismi - come le Conferenze delle Parti o gli appositi Comitati - che migliorano l’efficacia delle misure convenzionali, controllando l’applicazione dei vari trattati, e ne consentono una sorta di costante adeguamento alle nuove esigenze. In questo composito panorama la Convenzione di Rio sulla biodiversità del 1992 costituisce punto di arrivo e di partenza per la tutela di specie e habitat, tutela che la Convenzione affronta in maniera globale, anche oltre gli aspetti prettamente ecologici (es. accesso alle risorse genetiche ed equa ripartizione dei benefici derivanti dalla loro utilizzazione). La Convenzione si presta a essere via via integrata da Protocolli su specifici problemi, come è avvenuto con il Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza del 2000.File | Dimensione | Formato | |
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