Responsabilità e indipendenza del giudice. Da sempre, uno dei punti più controversi del dibattito sulla riforma della giustizia è come contemperare queste due esigenze, come definire una risposta al diritto del cittadino che subisce un errore giudiziario ad avere il risarcimento dei danni, che al tempo stesso non metta a rischio l’indipendenza del giudice, condizionando la sua azione e la formazione libera del suo convincimento. Il tentativo della l. 117/88, approvata sull’onda del referendum “per una giustizia giusta” dell’anno precedente, è sostanzialmente fallito. Una legge ‘di carta’, così è stata definita la l. 117/88, proprio per sottolineare il fatto che la complessità dei suoi meccanismi procedurali, la rigida tipizzazione delle ipotesi di responsabilità, la previsione di una clausola di esclusione quasi ‘totale’, come quella legata all’attività di interpretazione del diritto e di valutazione del fatto e delle prove, ha reso questa legge praticamente inefficace, e i casi di responsabilità civile del giudice meramente teorici, ‘di scuola’. L’Autore prova ad indicare, anche alla luce di recenti orientamenti della Corte di Giustizia europea, quali potrebbero essere le modifiche della legge utili a dare effettività al meccanismo senza però snaturare l’attività del giudice, influenzando negativamente la sua indipendenza ed autonomia, che resta il valore fondamentale di una giustizia davvero “giusta”.
La responsabilità del giudice alla luce della giurisprudenza comunitaria / D'Aloia, Antonio. - (2010), pp. 11-36.
La responsabilità del giudice alla luce della giurisprudenza comunitaria
D'ALOIA, Antonio
2010-01-01
Abstract
Responsabilità e indipendenza del giudice. Da sempre, uno dei punti più controversi del dibattito sulla riforma della giustizia è come contemperare queste due esigenze, come definire una risposta al diritto del cittadino che subisce un errore giudiziario ad avere il risarcimento dei danni, che al tempo stesso non metta a rischio l’indipendenza del giudice, condizionando la sua azione e la formazione libera del suo convincimento. Il tentativo della l. 117/88, approvata sull’onda del referendum “per una giustizia giusta” dell’anno precedente, è sostanzialmente fallito. Una legge ‘di carta’, così è stata definita la l. 117/88, proprio per sottolineare il fatto che la complessità dei suoi meccanismi procedurali, la rigida tipizzazione delle ipotesi di responsabilità, la previsione di una clausola di esclusione quasi ‘totale’, come quella legata all’attività di interpretazione del diritto e di valutazione del fatto e delle prove, ha reso questa legge praticamente inefficace, e i casi di responsabilità civile del giudice meramente teorici, ‘di scuola’. L’Autore prova ad indicare, anche alla luce di recenti orientamenti della Corte di Giustizia europea, quali potrebbero essere le modifiche della legge utili a dare effettività al meccanismo senza però snaturare l’attività del giudice, influenzando negativamente la sua indipendenza ed autonomia, che resta il valore fondamentale di una giustizia davvero “giusta”.File | Dimensione | Formato | |
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