Gli importanti progressi che hanno contraddistinto il percorso evolutivo degli studi italiani di Ragioneria tra il XIX secolo e i primi decenni di quello successivo hanno fa-vorito, in misura non trascurabile, lo sviluppo di significativi miglioramenti nelle prassi operative impiegate in campo amministrativo dalle aziende di ogni specie; anche nel settore delle Amministrazioni pubbliche, in particolare in quella dello Stato, sono rintracciabili progressivi mutamenti degli assetti organizzativi e contabili, dettati anche dall’esigenza di dotare il Regno d’Italia di adeguati strumenti tendenti a offrire un’opportuna uniformità, nonché rinnovata efficacia ed efficienza, all’azione ammini-strativa del nuovo Stato unitario. Le strette connessioni esistenti tra gli aspetti di specie giuridica e quelli propri dell’amministrazione economica delle aziende, inducono a osservare con attenzione i profili evolutivi rinvenibili nel contesto italiano in relazione alla tenuta della contabilità di Stato; di non lieve portata, infatti, è il contributo offerto da alcuni tra i più grandi studiosi italiani di Ragioneria per l’affermazione di politiche gestionali e amministrative tese a favorire il “buon governo” delle Amministrazioni pubbliche. Un ruolo di primo piano nel percorso evolutivo accennato è sicuramente ricoperto da Fabio Besta, unanimemente riconosciuto tra i più grandi Maestri della Ragioneria italiana; la sua poderosa opera scientifica si sviluppa, infatti, anche nel campo degli studi connessi alle Amministrazioni pubbliche, offrendo contributi di rara lucidità e profondità che ancora oggi disvelano elementi di grande interesse per i cultori di materie economico-aziendali. Il percorso di indagine proposto prende le mosse dalla descrizione dei principali elementi qualificanti l’ambiente economico, politico e istituzionale del Regno d’Italia nel periodo intercorrente tra il 1861 e i primi decenni del XX secolo (paragrafo 2), adombrando successivamente i tratti fondamentali caratterizzanti la regolamentazione giuridica della contabilità di Stato vigente in Italia sul finire del XIX secolo (paragrafo 3) e le impostazioni dottrinali di due grandi protagonisti del dibattito scientifico dell’epoca: Francesco Villa e Giuseppe Cerboni (paragrafo 4.). Tenuto conto del variegato contesto in cui si sviluppa l’opera di Fabio Besta, nel quinto paragrafo sono evidenziati i tratti salienti del contributo offerto dal Maestro allo sviluppo della Ragioneria pubblica, che si dipana su terreni differenti, ma tutti ugualmente importanti nella loro complementarietà: il magistero professato presso la R. Scuola Superiore di Commercio in Venezia, l’accurata e incessante attività di ricerca condotta anche con metodo storiografico, nonché l’impegno profuso sul versante operativo nel tentativo di migliorare l’impianto normativo all’epoca vigente. Il sesto paragrafo, traendo spunto dai copiosi e interessantissimi scritti di Fabio Besta, offre un tentativo di sintesi sui fondamenti del suo pensiero in tema di amministrazione economica dello Stato, che testimoniano, oltre alla profondità delle ricerche da Egli condotte, tratti di grande attualità anche a distanza di oltre cento anni dalla loro proposizione.
Il contributo di Fabio Besta allo sviluppo degli studi di Ragioneria pubblica / Andrei, Paolo. - (2010), pp. 1-85.
Il contributo di Fabio Besta allo sviluppo degli studi di Ragioneria pubblica
ANDREI, Paolo
2010-01-01
Abstract
Gli importanti progressi che hanno contraddistinto il percorso evolutivo degli studi italiani di Ragioneria tra il XIX secolo e i primi decenni di quello successivo hanno fa-vorito, in misura non trascurabile, lo sviluppo di significativi miglioramenti nelle prassi operative impiegate in campo amministrativo dalle aziende di ogni specie; anche nel settore delle Amministrazioni pubbliche, in particolare in quella dello Stato, sono rintracciabili progressivi mutamenti degli assetti organizzativi e contabili, dettati anche dall’esigenza di dotare il Regno d’Italia di adeguati strumenti tendenti a offrire un’opportuna uniformità, nonché rinnovata efficacia ed efficienza, all’azione ammini-strativa del nuovo Stato unitario. Le strette connessioni esistenti tra gli aspetti di specie giuridica e quelli propri dell’amministrazione economica delle aziende, inducono a osservare con attenzione i profili evolutivi rinvenibili nel contesto italiano in relazione alla tenuta della contabilità di Stato; di non lieve portata, infatti, è il contributo offerto da alcuni tra i più grandi studiosi italiani di Ragioneria per l’affermazione di politiche gestionali e amministrative tese a favorire il “buon governo” delle Amministrazioni pubbliche. Un ruolo di primo piano nel percorso evolutivo accennato è sicuramente ricoperto da Fabio Besta, unanimemente riconosciuto tra i più grandi Maestri della Ragioneria italiana; la sua poderosa opera scientifica si sviluppa, infatti, anche nel campo degli studi connessi alle Amministrazioni pubbliche, offrendo contributi di rara lucidità e profondità che ancora oggi disvelano elementi di grande interesse per i cultori di materie economico-aziendali. Il percorso di indagine proposto prende le mosse dalla descrizione dei principali elementi qualificanti l’ambiente economico, politico e istituzionale del Regno d’Italia nel periodo intercorrente tra il 1861 e i primi decenni del XX secolo (paragrafo 2), adombrando successivamente i tratti fondamentali caratterizzanti la regolamentazione giuridica della contabilità di Stato vigente in Italia sul finire del XIX secolo (paragrafo 3) e le impostazioni dottrinali di due grandi protagonisti del dibattito scientifico dell’epoca: Francesco Villa e Giuseppe Cerboni (paragrafo 4.). Tenuto conto del variegato contesto in cui si sviluppa l’opera di Fabio Besta, nel quinto paragrafo sono evidenziati i tratti salienti del contributo offerto dal Maestro allo sviluppo della Ragioneria pubblica, che si dipana su terreni differenti, ma tutti ugualmente importanti nella loro complementarietà: il magistero professato presso la R. Scuola Superiore di Commercio in Venezia, l’accurata e incessante attività di ricerca condotta anche con metodo storiografico, nonché l’impegno profuso sul versante operativo nel tentativo di migliorare l’impianto normativo all’epoca vigente. Il sesto paragrafo, traendo spunto dai copiosi e interessantissimi scritti di Fabio Besta, offre un tentativo di sintesi sui fondamenti del suo pensiero in tema di amministrazione economica dello Stato, che testimoniano, oltre alla profondità delle ricerche da Egli condotte, tratti di grande attualità anche a distanza di oltre cento anni dalla loro proposizione.File | Dimensione | Formato | |
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