Il saggio rappresenta la tappa di una ricerca monografica sulla lunga e non lineare transizione in Italia dal sistema politico-costituzionale liberale al sistema democratico. L’analisi riguarda le stagioni che seguono le due guerre mondiali quando si prospetta prima e si attua dopo un modello di democrazia politica innestato in un tipo di regime per nulla (quello fascista) o non del tutto (quello costituzionale repubblicano) identificabile con il modello dello Stato borghese. Non a caso in quelle stagioni la cultura politica e giuridica sottopone a verifica tutto l’apparato concettuale e istituzionale dello Stato: i princìpi della sovranità politica e del monopolio della legislazione, legittimati sul primato della legge positiva, come l’organizzazione dei poteri centrali, di quelli burocratici e territoriali. La ricerca si concentra (muovendo dagli studi di Mario D’Addio e Paolo Grossi) sull’opera di un «testimone esemplare» dell’intero costituzionalismo del XX secolo, Giuseppe Capograssi, il quale fa risalire alle grandi costruzioni teoriche dello Stato (di Hobbes e di altri) l’origine della politica moderna che sopprime ogni riferimento ai valori etici e promuove sia la trasformazione dell’autorità in «forza», sia la legittimazione di poteri (statali e non) che disciplinano «dall’alto» gli individui e la società. Tale statuto della politica moderna, secondo Capograssi, non muta sostanzialmente neanche nel Novecento, quando i destini dello Stato e delle democrazie si giocano sulla scelta inderogabile tra l’affermazione di sistemi politici che riconoscono l’autonoma e plurale organizzazione della società e l’ipotesi alternativa per la quale gli interessi sociali assumono con nuove forme di «democrazia diretta» tutti i poteri, divenendo essi stessi lo Stato. Nel primo caso, si garantiscono le libertà individuali e sociali e si salvaguardano i princìpi giusliberali dell’autonomia delle istituzioni, nel secondo caso le volontà individuali affondano in un’indistinta volontà collettiva che viene assunta dagli Stati totalitari.

Libertà e autorità nelle trasformazioni novecentesche dello Stato italiano: tra due costituzioni / Antonetti, Nicola. - 1:(2008), pp. 65-99.

Libertà e autorità nelle trasformazioni novecentesche dello Stato italiano: tra due costituzioni

ANTONETTI, Nicola
2008-01-01

Abstract

Il saggio rappresenta la tappa di una ricerca monografica sulla lunga e non lineare transizione in Italia dal sistema politico-costituzionale liberale al sistema democratico. L’analisi riguarda le stagioni che seguono le due guerre mondiali quando si prospetta prima e si attua dopo un modello di democrazia politica innestato in un tipo di regime per nulla (quello fascista) o non del tutto (quello costituzionale repubblicano) identificabile con il modello dello Stato borghese. Non a caso in quelle stagioni la cultura politica e giuridica sottopone a verifica tutto l’apparato concettuale e istituzionale dello Stato: i princìpi della sovranità politica e del monopolio della legislazione, legittimati sul primato della legge positiva, come l’organizzazione dei poteri centrali, di quelli burocratici e territoriali. La ricerca si concentra (muovendo dagli studi di Mario D’Addio e Paolo Grossi) sull’opera di un «testimone esemplare» dell’intero costituzionalismo del XX secolo, Giuseppe Capograssi, il quale fa risalire alle grandi costruzioni teoriche dello Stato (di Hobbes e di altri) l’origine della politica moderna che sopprime ogni riferimento ai valori etici e promuove sia la trasformazione dell’autorità in «forza», sia la legittimazione di poteri (statali e non) che disciplinano «dall’alto» gli individui e la società. Tale statuto della politica moderna, secondo Capograssi, non muta sostanzialmente neanche nel Novecento, quando i destini dello Stato e delle democrazie si giocano sulla scelta inderogabile tra l’affermazione di sistemi politici che riconoscono l’autonoma e plurale organizzazione della società e l’ipotesi alternativa per la quale gli interessi sociali assumono con nuove forme di «democrazia diretta» tutti i poteri, divenendo essi stessi lo Stato. Nel primo caso, si garantiscono le libertà individuali e sociali e si salvaguardano i princìpi giusliberali dell’autonomia delle istituzioni, nel secondo caso le volontà individuali affondano in un’indistinta volontà collettiva che viene assunta dagli Stati totalitari.
2008
9788849822526
Libertà e autorità nelle trasformazioni novecentesche dello Stato italiano: tra due costituzioni / Antonetti, Nicola. - 1:(2008), pp. 65-99.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Libertà e autorità.pdf

non disponibili

Tipologia: Documento in Post-print
Licenza: NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione 2.78 MB
Formato Adobe PDF
2.78 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11381/2295263
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact