Illuminismo, repubblicanesimo e scetticismo indicano tre periodi distinti e successivi dell’itinerario speculativo del giovane Hegel. Ma indicano anche, in modo certamente più significativo, tre correnti di pensiero la cui confluenza storica e teorica in Hegel diviene la spinta decisiva per quel ripensamento relazionale della razionalità che starà alla base della elaborazione dialettica successiva. Il saggio di Italo Testa ripercorre e analizza questi tre momenti secondo il filo conduttore dell’intersoggettività: la ragione viene così definita come un “ritrovare se stesso negli altri”, un “riconoscersi in ogni essere razionale”. È per questa via che Hegel può affrontare, in una nuova prospettiva, anche quel problema di una riforma dei “rapporti pubblici” che lo aveva tenuto occupato sin dagli anni di Stoccarda. L’incontro con la scepsi antica, in particolare, spinge Hegel non a disfarsi della ragione, bensì a ricostruirla a tutti i livelli in termini non dualistici e relazionali. Nella consapevolezza, d’altra parte, che la traduzione intersoggettiva della razionalità incorpora in essa, come suo momento costitutivo, quell’elemento conflittuale la cui necessità si è rivelata a Hegel sotto le forme delle dialettiche dell’illuminismo e della repubblica, della lotta per il riconoscimento e dell’antinomicità scettico-antica della ragione.
Hegel critico e scettico. Illuminismo, repubblicanesimo e antinomia alle origini della dialettica / Testa, Italo. - (2002), pp. 1-352.
Hegel critico e scettico. Illuminismo, repubblicanesimo e antinomia alle origini della dialettica
TESTA, Italo
2002-01-01
Abstract
Illuminismo, repubblicanesimo e scetticismo indicano tre periodi distinti e successivi dell’itinerario speculativo del giovane Hegel. Ma indicano anche, in modo certamente più significativo, tre correnti di pensiero la cui confluenza storica e teorica in Hegel diviene la spinta decisiva per quel ripensamento relazionale della razionalità che starà alla base della elaborazione dialettica successiva. Il saggio di Italo Testa ripercorre e analizza questi tre momenti secondo il filo conduttore dell’intersoggettività: la ragione viene così definita come un “ritrovare se stesso negli altri”, un “riconoscersi in ogni essere razionale”. È per questa via che Hegel può affrontare, in una nuova prospettiva, anche quel problema di una riforma dei “rapporti pubblici” che lo aveva tenuto occupato sin dagli anni di Stoccarda. L’incontro con la scepsi antica, in particolare, spinge Hegel non a disfarsi della ragione, bensì a ricostruirla a tutti i livelli in termini non dualistici e relazionali. Nella consapevolezza, d’altra parte, che la traduzione intersoggettiva della razionalità incorpora in essa, come suo momento costitutivo, quell’elemento conflittuale la cui necessità si è rivelata a Hegel sotto le forme delle dialettiche dell’illuminismo e della repubblica, della lotta per il riconoscimento e dell’antinomicità scettico-antica della ragione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.