Il volume prosegue l’indagine iniziata col precedente L’arte e il mestiere (2005), portando a compimento la ricerca sull’attore di teatro nella società occidentale. Il lascito della tradizione ottocentesca alla cultura del Novecento prevede che l’evento teatrale si costruisca soprattutto attraverso le modalità del rapporto tra l’attore e il personaggio. Ma il Novecento è trasgressivo, sempre poco disponibile al rispetto della tradizione. Dal Simbolismo alle Avanguardie storiche, da Stanislavskij a Mejerchol’d, da Craig a Vachtangov, da Eleonora Duse a Ermete Zacconi, da Artaud a Brecht, da Grotowski al Living Theatre, da Jacques Copeau a Lawrence Olivier, da Peter Brook a Eugenio Barba, da Carmelo Bene a Vittorio Gassman, da Lee Strasberg a Dario Fo, i teorici e gli attori del Novecento hanno spesso rotto, o almeno allentato, quel legame così stretto tra personaggi e attori. Il volume, più che una storia ordinata cronologicamente, offre una “mappa” dei modelli di attore che abitano le scene del Novecento, dalle sopravvivenze della tradizione alle trasgressioni delle diverse avanguardie, dal teatro dei gruppi al più recente teatro di narrazione, dall’attore carico di passione all’attore-marionetta, dai mattatori monologanti ai grandi interpreti della tradizione naturalistica, utilizzando come strumento interpretativo la metafora delle due “correnti”, quella “calda” di chi chiede all’attore una partecipazione esistenziale prima ancora che professionale e quella “fredda” di chi lo considera soprattutto un consapevole utilizzatore di tecniche specialistiche.
L'artificio e l'emozione. L'attore nel teatro del Novecento / Allegri, Luigi. - (2009).
L'artificio e l'emozione. L'attore nel teatro del Novecento
ALLEGRI, Luigi
2009-01-01
Abstract
Il volume prosegue l’indagine iniziata col precedente L’arte e il mestiere (2005), portando a compimento la ricerca sull’attore di teatro nella società occidentale. Il lascito della tradizione ottocentesca alla cultura del Novecento prevede che l’evento teatrale si costruisca soprattutto attraverso le modalità del rapporto tra l’attore e il personaggio. Ma il Novecento è trasgressivo, sempre poco disponibile al rispetto della tradizione. Dal Simbolismo alle Avanguardie storiche, da Stanislavskij a Mejerchol’d, da Craig a Vachtangov, da Eleonora Duse a Ermete Zacconi, da Artaud a Brecht, da Grotowski al Living Theatre, da Jacques Copeau a Lawrence Olivier, da Peter Brook a Eugenio Barba, da Carmelo Bene a Vittorio Gassman, da Lee Strasberg a Dario Fo, i teorici e gli attori del Novecento hanno spesso rotto, o almeno allentato, quel legame così stretto tra personaggi e attori. Il volume, più che una storia ordinata cronologicamente, offre una “mappa” dei modelli di attore che abitano le scene del Novecento, dalle sopravvivenze della tradizione alle trasgressioni delle diverse avanguardie, dal teatro dei gruppi al più recente teatro di narrazione, dall’attore carico di passione all’attore-marionetta, dai mattatori monologanti ai grandi interpreti della tradizione naturalistica, utilizzando come strumento interpretativo la metafora delle due “correnti”, quella “calda” di chi chiede all’attore una partecipazione esistenziale prima ancora che professionale e quella “fredda” di chi lo considera soprattutto un consapevole utilizzatore di tecniche specialistiche.File | Dimensione | Formato | |
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