EDIFICI RURALI E PAESAGGIO: IL TRATTAMENTO DELLE AREE ESTERNE PERTINENZIALI COME FATTORE IMPORTANTE PER UN CORRETTO INSERIMENTO AMBIENTALE Maria Evelina Melley La prima trasformazione del paesaggio naturale italiano si può certamente fare risalire infatti ai romani che con interventi di disboscamento e bonifica resero compatibili alle esigenze insediative e produttive un territorio che altrimenti sarebbe rimasto selvaggio ed inospitale. Nella nostra pianura il periodo romano riuscì ad imporre al territorio un segno indelebile, la ben nota centuriazione, che rimarrà per secoli a condizionare l’orientamento dei campi, delle canalizzazioni, dei tracciati di confine, delle vie vicinali e non ultimo la collocazione degli insediamenti antropici. Con lo scorrere del tempo il paesaggio agrario muta la sua immagine in relazione ad una condizione socio-economica che ne condiziona lo “sfruttamento”: durante tutto l’alto Medio Evo la necessità di difendersi contro le scorrerie e le invasioni barbariche porta con sé l’abbandono del territorio che tende a ritornare al suo stato naturale Sarà tra l’XI ed il XIII secolo, con il rafforzamento di un nuovo sistema economico: il territorio viene diviso in appezzamenti, il “podere”, definito dalla presenza di un insediamento sparso, costituito da case contadine isolate, ideate come cellule produttive in larga misura autonome; la campagna assume così un aspetto semplice (ma ecologicamente complesso) ed ordinato. La forma e la tipologia dell’insediamento rurale variano in relazione alla diversità geomorfologica del suolo, alle vie di comunicazione e all’utilizzo agricolo. Ciò che interessa capire è quanto e in che modo può essere cambiato l’insediamento agricolo all’interno di queste grandi trasformazioni avvenute nel paesaggio agrario. A tal fine sembra opportuno soffermarci a parlare dell’edificio nei suoi rapporti con l’immediato contesto spazio-ambientale (ovvero l’area di diretta pertinenza), tema di notevole rilevanza per le sue ricadute sull’impatto percettivo e paesaggistico degli interventi di recupero. Il valore stesso dell’edificio rurale è da ritrovare soprattutto nel suo ambiente esterno e nel suo rapporto con l’intorno. Sarà con lo studio delle immagini grafiche storiche e delle fonti scritte che si potrà dare una risposta al recupero e alla tutela “oggettiva” del paesaggio, dove l’architettura si raffronta costantemente al sistema ambientale con grandi spazi visuali e vaste angolature percettive.
EDIFICI RURALI E PAESAGGIO: LE AREE PERTINENZIALI COME ESEMPIO DI UN CORRETTO INSERIEMNTO AMBIENTALE / Melley, Maria. - STAMPA. - (2005), pp. 183-188.
EDIFICI RURALI E PAESAGGIO: LE AREE PERTINENZIALI COME ESEMPIO DI UN CORRETTO INSERIEMNTO AMBIENTALE
MELLEY, Maria
2005-01-01
Abstract
EDIFICI RURALI E PAESAGGIO: IL TRATTAMENTO DELLE AREE ESTERNE PERTINENZIALI COME FATTORE IMPORTANTE PER UN CORRETTO INSERIMENTO AMBIENTALE Maria Evelina Melley La prima trasformazione del paesaggio naturale italiano si può certamente fare risalire infatti ai romani che con interventi di disboscamento e bonifica resero compatibili alle esigenze insediative e produttive un territorio che altrimenti sarebbe rimasto selvaggio ed inospitale. Nella nostra pianura il periodo romano riuscì ad imporre al territorio un segno indelebile, la ben nota centuriazione, che rimarrà per secoli a condizionare l’orientamento dei campi, delle canalizzazioni, dei tracciati di confine, delle vie vicinali e non ultimo la collocazione degli insediamenti antropici. Con lo scorrere del tempo il paesaggio agrario muta la sua immagine in relazione ad una condizione socio-economica che ne condiziona lo “sfruttamento”: durante tutto l’alto Medio Evo la necessità di difendersi contro le scorrerie e le invasioni barbariche porta con sé l’abbandono del territorio che tende a ritornare al suo stato naturale Sarà tra l’XI ed il XIII secolo, con il rafforzamento di un nuovo sistema economico: il territorio viene diviso in appezzamenti, il “podere”, definito dalla presenza di un insediamento sparso, costituito da case contadine isolate, ideate come cellule produttive in larga misura autonome; la campagna assume così un aspetto semplice (ma ecologicamente complesso) ed ordinato. La forma e la tipologia dell’insediamento rurale variano in relazione alla diversità geomorfologica del suolo, alle vie di comunicazione e all’utilizzo agricolo. Ciò che interessa capire è quanto e in che modo può essere cambiato l’insediamento agricolo all’interno di queste grandi trasformazioni avvenute nel paesaggio agrario. A tal fine sembra opportuno soffermarci a parlare dell’edificio nei suoi rapporti con l’immediato contesto spazio-ambientale (ovvero l’area di diretta pertinenza), tema di notevole rilevanza per le sue ricadute sull’impatto percettivo e paesaggistico degli interventi di recupero. Il valore stesso dell’edificio rurale è da ritrovare soprattutto nel suo ambiente esterno e nel suo rapporto con l’intorno. Sarà con lo studio delle immagini grafiche storiche e delle fonti scritte che si potrà dare una risposta al recupero e alla tutela “oggettiva” del paesaggio, dove l’architettura si raffronta costantemente al sistema ambientale con grandi spazi visuali e vaste angolature percettive.File | Dimensione | Formato | |
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