Le celebrazioni per il centenario di fondazione dello scautismo offrono lo spunto per interrogarsi sulle ragioni del sostanziale disinteresse dimostrato dalla pedagogia per il metodo e movimento educativo fondato da Baden-Powell: un disinteresse per molti aspetti sorprendente, data l’eccezionale tenuta e la perdurante vitalità, a livello planetario, di questo movimento giovanile, nonostante la crisi profonda in cui versa oggi l’associazionismo giovanile su scala mondiale. La cosa appare meno sorprendente se si considera il carattere per molti aspetti anomalo dello scautismo come oggetto pedagogico. Esso infatti non si presta all’approccio tipico di una disciplina pratica, quale appunto è considerata la pedagogia da parte della quasi totalità degli studiosi che ad essa di dedicano. Ma è proprio questa la ragione che induce a ritenerlo un oggetto pedagogico speciale, da indagare principalmente a scopo conoscitivo, per carpire il segreto del suo funzionamento. Questo è da individuare nella sua capacità di interpretare in modo ottimale e di rendere trasparente la natura stessa del processo educativo, grazie alla proposta di un grande gioco di simulazione, gestito in larga misura dagli stessi ragazzi, che si svolge in un ambiente totale, la vita a contatto con la natura. Si deve a questo, d’altro canto, la capacità dello scautismo di sopravvivere al declino del paradigma educativo proprio della modernità e di trovarsi in piena sintonia con alcuni tratti costitutivi del nuovo paradigma che va prendendo corpo in campo educativo. Ciò non esclude la necessità per la ‘pedagogia’ scout di misurarsi con le sfide che investono l’azione educativa nel terzo millennio.
Scautismo centenario e nuove sfide educative / Bardulla, Enver. - (2008), pp. 77-146.
Scautismo centenario e nuove sfide educative
BARDULLA, Enver
2008-01-01
Abstract
Le celebrazioni per il centenario di fondazione dello scautismo offrono lo spunto per interrogarsi sulle ragioni del sostanziale disinteresse dimostrato dalla pedagogia per il metodo e movimento educativo fondato da Baden-Powell: un disinteresse per molti aspetti sorprendente, data l’eccezionale tenuta e la perdurante vitalità, a livello planetario, di questo movimento giovanile, nonostante la crisi profonda in cui versa oggi l’associazionismo giovanile su scala mondiale. La cosa appare meno sorprendente se si considera il carattere per molti aspetti anomalo dello scautismo come oggetto pedagogico. Esso infatti non si presta all’approccio tipico di una disciplina pratica, quale appunto è considerata la pedagogia da parte della quasi totalità degli studiosi che ad essa di dedicano. Ma è proprio questa la ragione che induce a ritenerlo un oggetto pedagogico speciale, da indagare principalmente a scopo conoscitivo, per carpire il segreto del suo funzionamento. Questo è da individuare nella sua capacità di interpretare in modo ottimale e di rendere trasparente la natura stessa del processo educativo, grazie alla proposta di un grande gioco di simulazione, gestito in larga misura dagli stessi ragazzi, che si svolge in un ambiente totale, la vita a contatto con la natura. Si deve a questo, d’altro canto, la capacità dello scautismo di sopravvivere al declino del paradigma educativo proprio della modernità e di trovarsi in piena sintonia con alcuni tratti costitutivi del nuovo paradigma che va prendendo corpo in campo educativo. Ciò non esclude la necessità per la ‘pedagogia’ scout di misurarsi con le sfide che investono l’azione educativa nel terzo millennio.File | Dimensione | Formato | |
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