Lo scrittore Louis-Philippe Dalembert appartiene a quel vasto gruppo di scrittori haitiani che si sono esiliati dalla loro isola per fuggire la dittatura di Duvalier e sperimentare, fuori dai confini della propria patria, la libertà di scrivere e di creare. Scrittori della diaspora, scrittori “du dehors”, che conservano tuttavia lo sguardo rivolto verso quella che fu anticamente chiamata la “Perle des Antilles” e che si trova oggi a dover affrontare una dolorosa realtà in campo sociale, politico, culturale e umanitario. Louis-Philippe Dalembert che si definisce lui stesso “un écrivain vagabond” ritrae instancabilmente, nei suoi romanzi e le sue novelle, l’isola di Haiti. Ci è sembrato interessante interrogarci sulla rappresentazione testuale di quello spazio che è solo parzialmente autobiografico, mai solamente nostalgico ma si configura soprattutto come uno spazio-tempo, lo spazio del ricordo che la scrittura mette in atto. La nostra indagine verte essenzialmente sui tre romanzi Le Songe d’une photo d’enfance, Le Crayon du bon Dieu n’a pas de gomme e L’autre Face de la mer.
Présences insulaires dans l'oeuvre de Louis-Philippe Dalembert / Pessini, Elena. - (2008), pp. 67-82.
Présences insulaires dans l'oeuvre de Louis-Philippe Dalembert
PESSINI, Elena
2008-01-01
Abstract
Lo scrittore Louis-Philippe Dalembert appartiene a quel vasto gruppo di scrittori haitiani che si sono esiliati dalla loro isola per fuggire la dittatura di Duvalier e sperimentare, fuori dai confini della propria patria, la libertà di scrivere e di creare. Scrittori della diaspora, scrittori “du dehors”, che conservano tuttavia lo sguardo rivolto verso quella che fu anticamente chiamata la “Perle des Antilles” e che si trova oggi a dover affrontare una dolorosa realtà in campo sociale, politico, culturale e umanitario. Louis-Philippe Dalembert che si definisce lui stesso “un écrivain vagabond” ritrae instancabilmente, nei suoi romanzi e le sue novelle, l’isola di Haiti. Ci è sembrato interessante interrogarci sulla rappresentazione testuale di quello spazio che è solo parzialmente autobiografico, mai solamente nostalgico ma si configura soprattutto come uno spazio-tempo, lo spazio del ricordo che la scrittura mette in atto. La nostra indagine verte essenzialmente sui tre romanzi Le Songe d’une photo d’enfance, Le Crayon du bon Dieu n’a pas de gomme e L’autre Face de la mer.File | Dimensione | Formato | |
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