All’interno di un volume che si interroga sulla forma saggistica nelle letterature europee e extraeuropee, questo articolo prende in esame la produzione saggistica dello scrittore francofono martinicano Édouard Glissant dalla prima raccolta Soleil de la Conscience che egli scrisse nel 1956 fino a La Cohée du Lamentin pubblicata nel 2005. Fra queste due pubblicazioni che segnano i limiti temporali dell’indagine che ci siamo proposti di condurre, annoveriamo anche L’Intention poétique (1959), Poétique de la Relation (1990) e Traité du Tout-Monde (1997). Anche se possiamo affermare che la letteratura francofona di ambito caraibico è, nella sua forma scritta, una letteratura molto giovane, saggisti illustri hanno preceduto Édouard Glissant; basti pensare a Jean Price-Mars, Frantz Fanon, Aimé Césaire e René Depestre. Tuttavia, il caso di Glissant appare decisamente originale. La scrittura saggistica ha sempre affiancato i romanzi e le poesie, costituendo un vero e proprio insieme organico e articolato, riproposto in riedizione da Gallimard con i titoli di Poétiques I, II, III , IV, V. Si tratta qui di effettuare un’indagine sistematica, ancora mai affrontata dalla critica glissantiana, sulla forma assolutamente originale che Glissant sceglie di dare ai propri saggi. Una forma che si evolve nel tempo, allargando i propri ambiti di interesse, ma che si configura già dalla prima raccolta come una sperimentazione della scrittura, per giungere a un saggio poetico che Glissant stesso definisce: “Il saggio si avvicina alla scrittura poetica quando è uno strumento di scoperta, quando serve a scavare in una materia. Talvolta i saggi si limitano ad essere delle ricapitolazioni. […] Ma quando il saggio si prefigge il compito di sondare una materia poetica, è chiaro che lo stile non può essere uno stile, fra virgolette, saggistico; si tratta invece di uno stile poetico.”
Da Soleil de la Conscience a La cohée du Lamentin. La saggistica di Edouard Glissant / Pessini, Elena. - (2008), pp. 293-314.
Da Soleil de la Conscience a La cohée du Lamentin. La saggistica di Edouard Glissant
PESSINI, Elena
2008-01-01
Abstract
All’interno di un volume che si interroga sulla forma saggistica nelle letterature europee e extraeuropee, questo articolo prende in esame la produzione saggistica dello scrittore francofono martinicano Édouard Glissant dalla prima raccolta Soleil de la Conscience che egli scrisse nel 1956 fino a La Cohée du Lamentin pubblicata nel 2005. Fra queste due pubblicazioni che segnano i limiti temporali dell’indagine che ci siamo proposti di condurre, annoveriamo anche L’Intention poétique (1959), Poétique de la Relation (1990) e Traité du Tout-Monde (1997). Anche se possiamo affermare che la letteratura francofona di ambito caraibico è, nella sua forma scritta, una letteratura molto giovane, saggisti illustri hanno preceduto Édouard Glissant; basti pensare a Jean Price-Mars, Frantz Fanon, Aimé Césaire e René Depestre. Tuttavia, il caso di Glissant appare decisamente originale. La scrittura saggistica ha sempre affiancato i romanzi e le poesie, costituendo un vero e proprio insieme organico e articolato, riproposto in riedizione da Gallimard con i titoli di Poétiques I, II, III , IV, V. Si tratta qui di effettuare un’indagine sistematica, ancora mai affrontata dalla critica glissantiana, sulla forma assolutamente originale che Glissant sceglie di dare ai propri saggi. Una forma che si evolve nel tempo, allargando i propri ambiti di interesse, ma che si configura già dalla prima raccolta come una sperimentazione della scrittura, per giungere a un saggio poetico che Glissant stesso definisce: “Il saggio si avvicina alla scrittura poetica quando è uno strumento di scoperta, quando serve a scavare in una materia. Talvolta i saggi si limitano ad essere delle ricapitolazioni. […] Ma quando il saggio si prefigge il compito di sondare una materia poetica, è chiaro che lo stile non può essere uno stile, fra virgolette, saggistico; si tratta invece di uno stile poetico.”File | Dimensione | Formato | |
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