Pedalare per il duce? Ciclismo e fascismo

Durante il fascismo lo sport diventa uno dei principali strumenti di consenso al regime. I successi dei vari campioni italiani sono utilizzati dalla propaganda come altrettanti successi del sistema politico instaurato da Mussolini. Il ciclismo ha una curiosa collocazione in questo quadro. Da una parte è uno sport vincente come pochi altri, specie sul piano internazionale Bartali, Binda, Guerra…), e perciò pienamente funzionale al progetto del regime. Dall'altra la corrispondenza è tiepida, per la ragione che il ciclismo è una disciplina molto popolare sì, ma anche "popolaresca". Poco in sintonia con l'immagine che il fascismo vuole offrire di un'Italia nuova, modernizzata, lanciata verso importanti traguardi, lontana dalla povera Italietta liberale. Il ciclismo è il vecchio che sopravvive, mentre il futuro appartiene ai motori.