Quod Est Veritas? La grande domanda del realismo russo ottocentesco Il dibattito sul realismo in Russia si svolse soprattutto tra il 1840 e il 1870 e si ripropose negli stessi termini in cui era esploso nel resto d'Europa, partendo dal conflitto innescato dalla coesistenza dell'individualismo romantico e del determinismo sociale che dominava le teorie sociologiche del tempo. Erano gli anni in cui le tecniche di rappresentazione del reale si moltiplicavano e si affinavano: anche in Russia arrivavano i fotografi e il potere documentario, veritiero, della fotografia pose il problema di un altro tipo di immagine, oltre a quella verbale e pittorica: un'immagine apparentemente più accurata e oggettiva. La letteratura era alla ricerca di una forma di rappresentazione della realtà che andasse oltre le convenzioni e gli artifici estetici e aderisse al proprio oggetto: fu così naturale volgersi alla pittura per trovare un modo di farsi immagine che superasse la meccanicità statica della fotografia e del bozzetto, come se la pittura potesse fornire una visione della realtà più immediata della parola, ma al tempo stesso più ricca della mera registrazione documentaria. Dunque, la pittura, come massima espressione dello sguardo, poteva fornire un utile paradigma nel momento in cui il rapporto arte/realtà sembrava sfuggire o, al contrario, era ricercato come il fulcro del pensiero artistico. Per questo i romanzi dei grandi realisti russi del secondo Ottocento hanno tutti un alto tasso ecfrastico. The debate on Realism in Russia took place mainly between 1840 and 1870 as well as in the rest of Europe, where it started from the conflict triggered by the coexistence of romantic individualism and social determinism that dominated the sociological theories of the time. Those were the years in which the techniques of representation of reality multiplied and became more and more powerful: even in Russia the documentary truthful power of photography posed the problem of another type of image, different from the verbal and pictorial one: an apparently more accurate and objective image. Literature was looking for a form of representation of reality that went beyond the aesthetic conventions and artifices and was nearer to its object: it was so natural to turn to painting to find a way to surpass the mechanical static image of photography and of literary sketch , as if painting could provide a more immediate insight of reality than literature, but at the same time richer than mere documentary recording. So, as the highest expression of the eye, painting could provide a useful paradigm in a moment when the relationship between art and reality appeared to fade away or, conversely, was in great demand as the very heart of artistic thought. That's why novels of great Russian realists of the late nineteenth century have a high rate of the ecfrastic theme.

Quod est veritas? La grande domanda del realismo russo, / Ghidini, Maria Candida. - (2007), pp. 100-111.

Quod est veritas? La grande domanda del realismo russo,

GHIDINI, Maria Candida
2007-01-01

Abstract

Quod Est Veritas? La grande domanda del realismo russo ottocentesco Il dibattito sul realismo in Russia si svolse soprattutto tra il 1840 e il 1870 e si ripropose negli stessi termini in cui era esploso nel resto d'Europa, partendo dal conflitto innescato dalla coesistenza dell'individualismo romantico e del determinismo sociale che dominava le teorie sociologiche del tempo. Erano gli anni in cui le tecniche di rappresentazione del reale si moltiplicavano e si affinavano: anche in Russia arrivavano i fotografi e il potere documentario, veritiero, della fotografia pose il problema di un altro tipo di immagine, oltre a quella verbale e pittorica: un'immagine apparentemente più accurata e oggettiva. La letteratura era alla ricerca di una forma di rappresentazione della realtà che andasse oltre le convenzioni e gli artifici estetici e aderisse al proprio oggetto: fu così naturale volgersi alla pittura per trovare un modo di farsi immagine che superasse la meccanicità statica della fotografia e del bozzetto, come se la pittura potesse fornire una visione della realtà più immediata della parola, ma al tempo stesso più ricca della mera registrazione documentaria. Dunque, la pittura, come massima espressione dello sguardo, poteva fornire un utile paradigma nel momento in cui il rapporto arte/realtà sembrava sfuggire o, al contrario, era ricercato come il fulcro del pensiero artistico. Per questo i romanzi dei grandi realisti russi del secondo Ottocento hanno tutti un alto tasso ecfrastico. The debate on Realism in Russia took place mainly between 1840 and 1870 as well as in the rest of Europe, where it started from the conflict triggered by the coexistence of romantic individualism and social determinism that dominated the sociological theories of the time. Those were the years in which the techniques of representation of reality multiplied and became more and more powerful: even in Russia the documentary truthful power of photography posed the problem of another type of image, different from the verbal and pictorial one: an apparently more accurate and objective image. Literature was looking for a form of representation of reality that went beyond the aesthetic conventions and artifices and was nearer to its object: it was so natural to turn to painting to find a way to surpass the mechanical static image of photography and of literary sketch , as if painting could provide a more immediate insight of reality than literature, but at the same time richer than mere documentary recording. So, as the highest expression of the eye, painting could provide a useful paradigm in a moment when the relationship between art and reality appeared to fade away or, conversely, was in great demand as the very heart of artistic thought. That's why novels of great Russian realists of the late nineteenth century have a high rate of the ecfrastic theme.
2007
8831793608
Quod est veritas? La grande domanda del realismo russo, / Ghidini, Maria Candida. - (2007), pp. 100-111.
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