Negli ultimi decenni l’attenzione verso alcune risorse globali, l’acqua fra queste, ha acquisito un’importanza crescente nel panorama delle questioni internazionali e in prospettiva è probabile che tali beni possano mutare interessi, equilibri ed alleanze sul piano delle relazioni internazionali. Tuttavia le analisi prevalenti nella letteratura internazionale e nei media sottolineano principalmente se non unicamente le dimensioni strategiche. Le analisi più comuni si concentrano sulle rivalità politiche e sulla spartizione quantitativa, tralasciando altre possibili letture del problema che abbiamo di fronte. In realtà il modello della scarsità implicito in queste letture non è affatto scontato. La stessa scarsità fisica non è un fatto “naturale”. Come è stato notato scarsità e abbondanza non sono dati di natura, bensì prodotti delle culture dell’acqua. Dunque i conflitti per l’acqua di oggi non rivelano il semplice passaggio da una lotta ideologica ad una lotta sulle materie prime e sui beni naturali come molti commentatori hanno sostenuto. Al contrario dietro il grande problema dell’acqua dobbiamo leggere in filigrana una profonda crisi paradigmatica e l’emergere di un confronto – finora rimasto in gran parte adombrato – tra modelli culturali e sociali differenti. Molti dei conflitti rispecchiano di fondo anche contrasti culturali e sociali sui diversi modi di concepire un bene quale l’acqua e il rapporto di una comunità con esso. L’acqua può essere trattata a seconda dei contesti come merce, come risorsa, come elemento vitale, come principio sacro, come bene comune. Il dibattito attorno ai conflitti sull’acqua si è diviso in questi anni tra coloro che mettevano avanti scenari piuttosto pessimisti di “guerre per l’acqua” e coloro che sottolineavano che storicamente l’acqua ha costituito assai più spesso uno strumento di accordo e cooperazione tra popoli e paesi. Raramente l’acqua rappresenta l’unica causa del conflitto. Nessuna “guerra” su grande scala è stata combattuta unicamente o principalmente “per l’acqua”. Ma il punto fondamentale è che quando ci si interroga sull’esistenza attuale o futura di guerre per l’acqua la risposta dipende fondamentalmente dalla definizione che vogliamo dare al concetto di “guerra”. Se vogliamo indicare l’insieme delle tensioni - a volte violente, a volte no - che stanno emergendo attorno all’acqua è più corretto parlare di “conflitti per l’acqua” e precisare poi di volta in volta di che tipo di conflitti si tratta. L’uso del termine “conflitto” permette anche di lasciare spazio ad una valutazione positiva della dinamica che si può instaurare. Il conflitto in sé è semplicemente espressione di una molteplicità di punti di vista, di bisogni o di concezioni. Da questo punto di vista i conflitti mantengono in sé non solo la possibilità di una soluzione o di un accordo tra le parti ma anche la possibilità di un apprendimento e di una maturazione politica, ambientale, culturale delle parti coinvolte, dai governi, alle istituzioni, all’opinione pubblica, ai singoli cittadini. È fondamentale portare alla luce i conflitti dell’acqua proprio per scongiurare la possibilità della guerra.

Acqua e conflitti / Deriu, Marco. - (2007), pp. 1-64.

Acqua e conflitti

DERIU, Marco
2007-01-01

Abstract

Negli ultimi decenni l’attenzione verso alcune risorse globali, l’acqua fra queste, ha acquisito un’importanza crescente nel panorama delle questioni internazionali e in prospettiva è probabile che tali beni possano mutare interessi, equilibri ed alleanze sul piano delle relazioni internazionali. Tuttavia le analisi prevalenti nella letteratura internazionale e nei media sottolineano principalmente se non unicamente le dimensioni strategiche. Le analisi più comuni si concentrano sulle rivalità politiche e sulla spartizione quantitativa, tralasciando altre possibili letture del problema che abbiamo di fronte. In realtà il modello della scarsità implicito in queste letture non è affatto scontato. La stessa scarsità fisica non è un fatto “naturale”. Come è stato notato scarsità e abbondanza non sono dati di natura, bensì prodotti delle culture dell’acqua. Dunque i conflitti per l’acqua di oggi non rivelano il semplice passaggio da una lotta ideologica ad una lotta sulle materie prime e sui beni naturali come molti commentatori hanno sostenuto. Al contrario dietro il grande problema dell’acqua dobbiamo leggere in filigrana una profonda crisi paradigmatica e l’emergere di un confronto – finora rimasto in gran parte adombrato – tra modelli culturali e sociali differenti. Molti dei conflitti rispecchiano di fondo anche contrasti culturali e sociali sui diversi modi di concepire un bene quale l’acqua e il rapporto di una comunità con esso. L’acqua può essere trattata a seconda dei contesti come merce, come risorsa, come elemento vitale, come principio sacro, come bene comune. Il dibattito attorno ai conflitti sull’acqua si è diviso in questi anni tra coloro che mettevano avanti scenari piuttosto pessimisti di “guerre per l’acqua” e coloro che sottolineavano che storicamente l’acqua ha costituito assai più spesso uno strumento di accordo e cooperazione tra popoli e paesi. Raramente l’acqua rappresenta l’unica causa del conflitto. Nessuna “guerra” su grande scala è stata combattuta unicamente o principalmente “per l’acqua”. Ma il punto fondamentale è che quando ci si interroga sull’esistenza attuale o futura di guerre per l’acqua la risposta dipende fondamentalmente dalla definizione che vogliamo dare al concetto di “guerra”. Se vogliamo indicare l’insieme delle tensioni - a volte violente, a volte no - che stanno emergendo attorno all’acqua è più corretto parlare di “conflitti per l’acqua” e precisare poi di volta in volta di che tipo di conflitti si tratta. L’uso del termine “conflitto” permette anche di lasciare spazio ad una valutazione positiva della dinamica che si può instaurare. Il conflitto in sé è semplicemente espressione di una molteplicità di punti di vista, di bisogni o di concezioni. Da questo punto di vista i conflitti mantengono in sé non solo la possibilità di una soluzione o di un accordo tra le parti ma anche la possibilità di un apprendimento e di una maturazione politica, ambientale, culturale delle parti coinvolte, dai governi, alle istituzioni, all’opinione pubblica, ai singoli cittadini. È fondamentale portare alla luce i conflitti dell’acqua proprio per scongiurare la possibilità della guerra.
2007
9788830716797
Acqua e conflitti / Deriu, Marco. - (2007), pp. 1-64.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11381/1665782
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