Le approfondite indagini sul Giardino di Parma, in gran parte preliminari o successive all’ambizioso restauro eseguito tra 1999 e 2001, sono alla base di questa monografia, nella quale l’autore principale e curatore, ha invitato alcuni specialisti (storici dell’arte, fotografi, archeologi, tecnici e naturalisti) a presentare l’oggetto di studio attraverso le rispettive ottiche. Ancor più che nell’analisi di un edificio, le nozioni e i metodi dell’unità della storia e della multidisciplinarietà sono irrinunciabili nell’affrontare evoluzioni e tutela di un giardino storico. La prima metà del volume è dedicata alla storia del complesso. Il giardino ha origine dalla volontà di Ottavio Farnese, che acquista o espropria circa 20 ettari di terreni ortivi e poco edificati entro le mura nel quadrante nord-orientale della città per farne l’area di delizia della corte. Profondamente riformato e progressivamente aperto ai sudditi in età borbonica, sul modello dei giardini delle Tuileries a Parigi, il complesso è soggetto a una prima gestione municipale in età napoleonica e a una seconda dopo il 1866, quando il demanio sabaudo lo cede al Comune di Parma, attuale proprietario. Benché gli usi pubblici e le gravi alterazioni apportate durante il XX secolo ne abbiamo reso in parte irriconoscibili alcuni caratteri formali, l’impianto generale dell’area mantiene il disegno alla francese conferitogli dall’architetto di corte E.A. Petitot a metà del Settecento, dalla leggibilità potenziata dal recente restauro. Si tratta di un rarissimo caso in Italia di giardino con queste caratteristiche sopravvissuto nel cuore della città storica, impreziosito dal corredo statuario originale di J.B. Boudard, eccezionale per qualità esecutiva, e da tre importanti edifici antichi: il palazzo ducale (oggi sede dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, EFSA), il palazzetto rinascimentale “E. Sanvitale” e il casino di Porta Santa Croce.
Il Giardino di Parma. Da delizia ducale a patrimonio collettivo di arte e natura / Mambriani, Carlo. - (2006).
Il Giardino di Parma. Da delizia ducale a patrimonio collettivo di arte e natura
MAMBRIANI, Carlo
2006-01-01
Abstract
Le approfondite indagini sul Giardino di Parma, in gran parte preliminari o successive all’ambizioso restauro eseguito tra 1999 e 2001, sono alla base di questa monografia, nella quale l’autore principale e curatore, ha invitato alcuni specialisti (storici dell’arte, fotografi, archeologi, tecnici e naturalisti) a presentare l’oggetto di studio attraverso le rispettive ottiche. Ancor più che nell’analisi di un edificio, le nozioni e i metodi dell’unità della storia e della multidisciplinarietà sono irrinunciabili nell’affrontare evoluzioni e tutela di un giardino storico. La prima metà del volume è dedicata alla storia del complesso. Il giardino ha origine dalla volontà di Ottavio Farnese, che acquista o espropria circa 20 ettari di terreni ortivi e poco edificati entro le mura nel quadrante nord-orientale della città per farne l’area di delizia della corte. Profondamente riformato e progressivamente aperto ai sudditi in età borbonica, sul modello dei giardini delle Tuileries a Parigi, il complesso è soggetto a una prima gestione municipale in età napoleonica e a una seconda dopo il 1866, quando il demanio sabaudo lo cede al Comune di Parma, attuale proprietario. Benché gli usi pubblici e le gravi alterazioni apportate durante il XX secolo ne abbiamo reso in parte irriconoscibili alcuni caratteri formali, l’impianto generale dell’area mantiene il disegno alla francese conferitogli dall’architetto di corte E.A. Petitot a metà del Settecento, dalla leggibilità potenziata dal recente restauro. Si tratta di un rarissimo caso in Italia di giardino con queste caratteristiche sopravvissuto nel cuore della città storica, impreziosito dal corredo statuario originale di J.B. Boudard, eccezionale per qualità esecutiva, e da tre importanti edifici antichi: il palazzo ducale (oggi sede dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, EFSA), il palazzetto rinascimentale “E. Sanvitale” e il casino di Porta Santa Croce.File | Dimensione | Formato | |
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