Il saggio confronta Heidegger e Ricoeur sulle loro diverse letture della teoria kantiana dello schematismo. In Kant e il problema della metafisica, Heidegger interpreta ontologicamente l’immaginazione trascendentale: identificandola con la temporalità originaria costitutiva dell’Esserci, H. vi scorge la via di accesso alla trascendenza dell’Esserci, luogo privilegiato in cui sorprendere la spontaneità anticipatrice dell’intuizione aperta all’ente intra-mondano e al mondo, così da sancire l’insormontabile finitezza dell’Esserci. Nel primo tomo di Finitude et culpabilité, Ricoeur, d’accordo con Heidegger nel rilevare come nello schematismo kantiano il tempo sia il termine medio grazie al quale la categoria riceve una sua intuibilità, diversamente da lui afferma che è l’intelletto a determinare e articolare il tempo, offrendo una intuibilità, una “dimension imagée” alle categorie. La dualità tra intelletto e sensibilità che nell’immaginazione trascendentale Heidegger riporta ad unità, da Ricoeur viene riaffermata all’interno di un’antropologia filosofica che rifiuta l’ontologia heideggeriana del soggetto finito e che si regge sulla sproporzione tra finito e infinito. Mentre Heidegger, identificando immaginazione e tempo, punta ad una fenomenologia ontologica in grado di cogliere direttamente la costituzione dell’Esserci, Ricoeur rifiuta la via dell’immediatezza e consegna ad una dialettica che attraversa il conoscere, l’agire e il sentire, la possibilità di avvicinarsi a una determinazione dell’essere umano.
L'immaginazione trascendentale kantiana nell'antropologia dell'uomo fallibile di Paul Ricoeur: il confronto con Heidegger / Cotifava, Chiara. - (2007), pp. 296-316.
L'immaginazione trascendentale kantiana nell'antropologia dell'uomo fallibile di Paul Ricoeur: il confronto con Heidegger.
COTIFAVA, Chiara
2007-01-01
Abstract
Il saggio confronta Heidegger e Ricoeur sulle loro diverse letture della teoria kantiana dello schematismo. In Kant e il problema della metafisica, Heidegger interpreta ontologicamente l’immaginazione trascendentale: identificandola con la temporalità originaria costitutiva dell’Esserci, H. vi scorge la via di accesso alla trascendenza dell’Esserci, luogo privilegiato in cui sorprendere la spontaneità anticipatrice dell’intuizione aperta all’ente intra-mondano e al mondo, così da sancire l’insormontabile finitezza dell’Esserci. Nel primo tomo di Finitude et culpabilité, Ricoeur, d’accordo con Heidegger nel rilevare come nello schematismo kantiano il tempo sia il termine medio grazie al quale la categoria riceve una sua intuibilità, diversamente da lui afferma che è l’intelletto a determinare e articolare il tempo, offrendo una intuibilità, una “dimension imagée” alle categorie. La dualità tra intelletto e sensibilità che nell’immaginazione trascendentale Heidegger riporta ad unità, da Ricoeur viene riaffermata all’interno di un’antropologia filosofica che rifiuta l’ontologia heideggeriana del soggetto finito e che si regge sulla sproporzione tra finito e infinito. Mentre Heidegger, identificando immaginazione e tempo, punta ad una fenomenologia ontologica in grado di cogliere direttamente la costituzione dell’Esserci, Ricoeur rifiuta la via dell’immediatezza e consegna ad una dialettica che attraversa il conoscere, l’agire e il sentire, la possibilità di avvicinarsi a una determinazione dell’essere umano.File | Dimensione | Formato | |
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