La conferenza Die Idee der Naturgeschichte, tenuta e Francoforte nel 1932, e rimasta sconosciuta sino ai primi anni settanta, è un testo di estremo interesse – e sino ad ora pressoché ignorato – per chi intenda rileggere il rapporto tra Adorno e Heidegger prescindendo dal tono, ormai cristallizzatosi in una feroce ostilità, della Negative Dialektik e della sua costola anti-ontologica, il saggio Jargon der Eigentlichkeit (1964). L’Idee non esibisce soltanto un precoce e approfondito confronto critico con Sein und Zeit (1927) ma testimonia anche un’apertura di credito teorica – vero e proprio unicum nell’opera di Adorno – rispetto all’ontologia di Heidegger e insieme il tentativo, attraverso una critica per una volta davvero immanente, di appropriarsi di un motivo di essa. La nozione di Naturgeschichte ricopre poi a nostro avviso un ruolo chiave all’interno dei primi scritti filosofici di Adorno, costituendo il centro d’irradiazione i cui riflessi si possono cogliere nei testi dei primi trenta, in particolar modo nelle Thesen über die Sprache des Philosophen (non datato), nella conferenza del 1931 su Die Aktualität der Philosophie e nella dissertazione per la libera docenza su Kierkegaard. Konstruktion des Ästhetischen (scritta in prima stesura tra il 1929 e il 1930, rielaborata nel 1932 e pubblicata nel 1933): lavori in cui la Auseinandersetzung con l’ontologia fondamentale è centrale e presenta chiare tracce di un confronto critico non solo con Sein und Zeit ma, crediamo, anche con i successivi saggi di Heidegger. L’ombra di Heidegger non è allora semplicemente il fastidioso fantasma che la filosofia matura di Adorno deve esorcizzare, bensì accompagna – come uno sparring partner – l’evoluzione del pensatore francofortese già a partire da una fase in cui la sua prospettiva non si era ancora assestata. Per questo, piuttosto che confrontare dall’esterno i testi di Heidegger e Adorno, sarà opportuno scrutare le ombre heideggeriane che si riflettono nei testi di Adorno, in particolar modo quando si addensano intorno al concetto di storia naturale e a ciò che chiameremo l'abbozzo di un’ontologia allegorica, seminascosta tra le righe, e pensata come alternativa dialettica all’ontologia simbolica di Heidegger. Tale progetto, successivamente abbandonato, almeno ufficialmente, risuonerà ancora ex negativo, a più di trenta anni di distanza, come sottofondo e parte mancante dell’Excursus zu Hegel della Negative Dialektik (1966).

Doppia svolta. L'ontologia allegorica del primo Adorno e l'ombra di Heidegger / Testa, Italo. - 9788879899888:(2005), pp. 159-179.

Doppia svolta. L'ontologia allegorica del primo Adorno e l'ombra di Heidegger

TESTA, Italo
2005-01-01

Abstract

La conferenza Die Idee der Naturgeschichte, tenuta e Francoforte nel 1932, e rimasta sconosciuta sino ai primi anni settanta, è un testo di estremo interesse – e sino ad ora pressoché ignorato – per chi intenda rileggere il rapporto tra Adorno e Heidegger prescindendo dal tono, ormai cristallizzatosi in una feroce ostilità, della Negative Dialektik e della sua costola anti-ontologica, il saggio Jargon der Eigentlichkeit (1964). L’Idee non esibisce soltanto un precoce e approfondito confronto critico con Sein und Zeit (1927) ma testimonia anche un’apertura di credito teorica – vero e proprio unicum nell’opera di Adorno – rispetto all’ontologia di Heidegger e insieme il tentativo, attraverso una critica per una volta davvero immanente, di appropriarsi di un motivo di essa. La nozione di Naturgeschichte ricopre poi a nostro avviso un ruolo chiave all’interno dei primi scritti filosofici di Adorno, costituendo il centro d’irradiazione i cui riflessi si possono cogliere nei testi dei primi trenta, in particolar modo nelle Thesen über die Sprache des Philosophen (non datato), nella conferenza del 1931 su Die Aktualität der Philosophie e nella dissertazione per la libera docenza su Kierkegaard. Konstruktion des Ästhetischen (scritta in prima stesura tra il 1929 e il 1930, rielaborata nel 1932 e pubblicata nel 1933): lavori in cui la Auseinandersetzung con l’ontologia fondamentale è centrale e presenta chiare tracce di un confronto critico non solo con Sein und Zeit ma, crediamo, anche con i successivi saggi di Heidegger. L’ombra di Heidegger non è allora semplicemente il fastidioso fantasma che la filosofia matura di Adorno deve esorcizzare, bensì accompagna – come uno sparring partner – l’evoluzione del pensatore francofortese già a partire da una fase in cui la sua prospettiva non si era ancora assestata. Per questo, piuttosto che confrontare dall’esterno i testi di Heidegger e Adorno, sarà opportuno scrutare le ombre heideggeriane che si riflettono nei testi di Adorno, in particolar modo quando si addensano intorno al concetto di storia naturale e a ciò che chiameremo l'abbozzo di un’ontologia allegorica, seminascosta tra le righe, e pensata come alternativa dialettica all’ontologia simbolica di Heidegger. Tale progetto, successivamente abbandonato, almeno ufficialmente, risuonerà ancora ex negativo, a più di trenta anni di distanza, come sottofondo e parte mancante dell’Excursus zu Hegel della Negative Dialektik (1966).
2005
9788883355400
Doppia svolta. L'ontologia allegorica del primo Adorno e l'ombra di Heidegger / Testa, Italo. - 9788879899888:(2005), pp. 159-179.
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