La Cattedrale di Parma è un “monumento” eccezionale non solo nel senso comune della parola, in quanto opera insigne di architettura, ma anche nel senso etimologico (dalla parola latina “memento” che significa “ricorda!”), in quanto è un “documento” che testimonia e ricorda, con le sue pietre, con i suoi mattoni e con tutti i “segni” che questi presentano, una storia complessa: innanzitutto la storia delle vicende sociali, politiche e religiose di una città, poi quella di un’opera grandiosa d’arte e di tecnica, di un manufatto voluto dai cittadini, progettato da architetti e realizzato da artisti e da maestranze che hanno trovato soluzioni per le notevoli difficoltà di costruzione, infine la storia dei terremoti, dei crolli e dei dissesti, delle alterazioni, dei consolidamenti e dei restauri. Non si può, infatti, dimenticare, come ci insegna la storia dell’architettura con innumerevoli esempi, da Santa Sofia (il più grande edificio dell’antichità), alla cattedrale di Beauvais (il più alto edificio gotico), fino ai crolli recenti, che l’evoluzione degli stili architettonici e delle forme del costruire sono spesso conseguenze di fallimenti, di eventi traumatici e di innovazioni tecnologiche e non solo il frutto di modifiche dell’estetica o di fattori culturali. Ricostruire questa storia di fabbriceri, di esperienze e di insuccessi è quindi fondamentale per comprendere la realtà attuale di questo insigne monumento e per operare con adeguata consapevolezza per la sua conservazione. Per secoli la fonte principale del sapere degli architetti e dei costruttori, sia per le nuove fabbriche che per gli interventi su quelle esistenti, è stata la conoscenza del passato: la somma delle esperienze empiriche. Tale conoscenza è tuttora lo strumento primario per ogni intervento sull’edilizia storica; ancora pochi anni fa, nel 1989, una commissione, ministeriale per la difesa del patrimonio architettonico dal rischio sismico scriveva che “per i vecchi edifici, e non soltanto per i monumenti, è prevalentemente da seguire, nei riguardi dei perturbamenti statici, il metodo empirico-sperimentale” e, nel 1981, Roberto Di Stefano, affermava che “Lo studio del comportamento statico delle strutture ... è sempre indagine storica”,. Questa frase può essere ritenuta valida anche in senso inverso: l’indagine storica non può prescindere dallo studio del comportamento statico. Insomma, se alla lettura storico-artistica di un monumento va riconosciuta una valenza centrale, sarebbe un grave errore assegnare un’importanza secondaria all’interpretazione dei percorsi di equilibrio delle azioni statiche e dinamiche e alle soluzioni adottate dai costruttori per dominarle, perché solo attraverso la conoscenza dell’arte e della scienza del costruire si può dare alla lettura storico-critica la concretezza necessaria per valutare un’opera di architettura. Per contro, negli ultimi decenni lo sviluppo eccellente dei metodi numerici di modellazione strutturale ha fatto sorgere in tanti esperti “calcolatori” la fallace convinzione che si possa prescindere, per gli interventi di consolidamento del patrimonio storico, da una conoscenza profonda del passato e da una accurata e mirata diagnostica. I rischi sono, da un lato, letture parziali della storia del patrimonio architettonico, dall’altro, normative incongrue e interventi inutilmente invasivi. Da questa consapevolezza nasce questo volume, che vuole, nell’anno del nono centenario dalla consacrazione della cattedrale, cercare di aggiungere, alle numerose conoscenze già esistenti, nuove osservazioni sulla fabbrica del Duomo di Parma, partendo da analisi più tecniche di quelle fino ad oggi svolte. Potrebbe sembrare velleitario voler trovare ulteriori indizi su un monumento sul quale molto è stato scritto, e in modo così autorevole, anche in tempi recentissimi, ma la complessità della fabbrica riesce sempre a fornire nuovi suggerimenti in funzione dell’angolazione dalla quale si guarda.

La Fabbrica del Duomo di Parma: stabilità, rilievi e modifiche nel tempo / Blasi, Carlo; Coisson, Eva. - (2006), pp. 1-292.

La Fabbrica del Duomo di Parma: stabilità, rilievi e modifiche nel tempo

BLASI, Carlo;COISSON, Eva
2006-01-01

Abstract

La Cattedrale di Parma è un “monumento” eccezionale non solo nel senso comune della parola, in quanto opera insigne di architettura, ma anche nel senso etimologico (dalla parola latina “memento” che significa “ricorda!”), in quanto è un “documento” che testimonia e ricorda, con le sue pietre, con i suoi mattoni e con tutti i “segni” che questi presentano, una storia complessa: innanzitutto la storia delle vicende sociali, politiche e religiose di una città, poi quella di un’opera grandiosa d’arte e di tecnica, di un manufatto voluto dai cittadini, progettato da architetti e realizzato da artisti e da maestranze che hanno trovato soluzioni per le notevoli difficoltà di costruzione, infine la storia dei terremoti, dei crolli e dei dissesti, delle alterazioni, dei consolidamenti e dei restauri. Non si può, infatti, dimenticare, come ci insegna la storia dell’architettura con innumerevoli esempi, da Santa Sofia (il più grande edificio dell’antichità), alla cattedrale di Beauvais (il più alto edificio gotico), fino ai crolli recenti, che l’evoluzione degli stili architettonici e delle forme del costruire sono spesso conseguenze di fallimenti, di eventi traumatici e di innovazioni tecnologiche e non solo il frutto di modifiche dell’estetica o di fattori culturali. Ricostruire questa storia di fabbriceri, di esperienze e di insuccessi è quindi fondamentale per comprendere la realtà attuale di questo insigne monumento e per operare con adeguata consapevolezza per la sua conservazione. Per secoli la fonte principale del sapere degli architetti e dei costruttori, sia per le nuove fabbriche che per gli interventi su quelle esistenti, è stata la conoscenza del passato: la somma delle esperienze empiriche. Tale conoscenza è tuttora lo strumento primario per ogni intervento sull’edilizia storica; ancora pochi anni fa, nel 1989, una commissione, ministeriale per la difesa del patrimonio architettonico dal rischio sismico scriveva che “per i vecchi edifici, e non soltanto per i monumenti, è prevalentemente da seguire, nei riguardi dei perturbamenti statici, il metodo empirico-sperimentale” e, nel 1981, Roberto Di Stefano, affermava che “Lo studio del comportamento statico delle strutture ... è sempre indagine storica”,. Questa frase può essere ritenuta valida anche in senso inverso: l’indagine storica non può prescindere dallo studio del comportamento statico. Insomma, se alla lettura storico-artistica di un monumento va riconosciuta una valenza centrale, sarebbe un grave errore assegnare un’importanza secondaria all’interpretazione dei percorsi di equilibrio delle azioni statiche e dinamiche e alle soluzioni adottate dai costruttori per dominarle, perché solo attraverso la conoscenza dell’arte e della scienza del costruire si può dare alla lettura storico-critica la concretezza necessaria per valutare un’opera di architettura. Per contro, negli ultimi decenni lo sviluppo eccellente dei metodi numerici di modellazione strutturale ha fatto sorgere in tanti esperti “calcolatori” la fallace convinzione che si possa prescindere, per gli interventi di consolidamento del patrimonio storico, da una conoscenza profonda del passato e da una accurata e mirata diagnostica. I rischi sono, da un lato, letture parziali della storia del patrimonio architettonico, dall’altro, normative incongrue e interventi inutilmente invasivi. Da questa consapevolezza nasce questo volume, che vuole, nell’anno del nono centenario dalla consacrazione della cattedrale, cercare di aggiungere, alle numerose conoscenze già esistenti, nuove osservazioni sulla fabbrica del Duomo di Parma, partendo da analisi più tecniche di quelle fino ad oggi svolte. Potrebbe sembrare velleitario voler trovare ulteriori indizi su un monumento sul quale molto è stato scritto, e in modo così autorevole, anche in tempi recentissimi, ma la complessità della fabbrica riesce sempre a fornire nuovi suggerimenti in funzione dell’angolazione dalla quale si guarda.
2006
9788878980136
La Fabbrica del Duomo di Parma: stabilità, rilievi e modifiche nel tempo / Blasi, Carlo; Coisson, Eva. - (2006), pp. 1-292.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11381/1507353
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