L’interrogativo di base è se e quanto l’esperienza resistenziale abbia inciso tra i cattolici che ne furono parte costitutiva e nella loro azione alla guida dell’Italia repubblicana. Riandando ai momenti costitutivi di costruzione della memoria nazionale postbellica, fa emergere un significativo passaggio dalla iniziale memorie ecclesiale alla successiva memoria politica. Essa pone i “valori umani dell’antifascismo” alla base della pacificazione e della ricostruzione della nazione. L’idea di un Secondo Risorgimento, che superasse i limiti di classe ed ideologici del Primo e il successivo “arco costituzionale” testimoniano della ricerca di un comune denominatore della realtà popolare del paese, in grado di fare superare le fratture della guerra fredda. Si tratta di un modello culturale sottoposto nella fase successiva a duplice contestazione da destra (fine dell’antifascismo) e da sinistra (la Resistenza è rossa e non democristiana). Infine, negli ultimi tempi del XX secolo, la visione puramente politica tendeva a farsi istituzionale nell’attenzione della conferenza episcopale italiana e soprattutto antropologica nell’insegnamento e nell’azione di Giovanni Paolo II, che al di fuori di ogni revisionismo, individuò nelle lotta al nazifascismo il punto di partenza per l’affermazione della cultura dei diritti dell’uomo.
Cultura cattolica e Resistenza nell'Italia repubblicana, / Parisella, Antonio. - 1:(2005), pp. 1-190.
Cultura cattolica e Resistenza nell'Italia repubblicana,
PARISELLA, Antonio
2005-01-01
Abstract
L’interrogativo di base è se e quanto l’esperienza resistenziale abbia inciso tra i cattolici che ne furono parte costitutiva e nella loro azione alla guida dell’Italia repubblicana. Riandando ai momenti costitutivi di costruzione della memoria nazionale postbellica, fa emergere un significativo passaggio dalla iniziale memorie ecclesiale alla successiva memoria politica. Essa pone i “valori umani dell’antifascismo” alla base della pacificazione e della ricostruzione della nazione. L’idea di un Secondo Risorgimento, che superasse i limiti di classe ed ideologici del Primo e il successivo “arco costituzionale” testimoniano della ricerca di un comune denominatore della realtà popolare del paese, in grado di fare superare le fratture della guerra fredda. Si tratta di un modello culturale sottoposto nella fase successiva a duplice contestazione da destra (fine dell’antifascismo) e da sinistra (la Resistenza è rossa e non democristiana). Infine, negli ultimi tempi del XX secolo, la visione puramente politica tendeva a farsi istituzionale nell’attenzione della conferenza episcopale italiana e soprattutto antropologica nell’insegnamento e nell’azione di Giovanni Paolo II, che al di fuori di ogni revisionismo, individuò nelle lotta al nazifascismo il punto di partenza per l’affermazione della cultura dei diritti dell’uomo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Parisella_Cultura cattolica e Resistenza.pdf
non disponibili
Tipologia:
Documento in Post-print
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione
1.3 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.3 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.