Il bilancio di esercizio d’impresa, sia pure condizionato nelle sue capacità segnaletiche dai multiformi aspetti che ne condeterminano il processo di redazione, è primariamente orientato a informare i soggetti che interagiscono con l’azienda in merito alla formazione del reddito di esercizio e del connesso capitale di funzionamento, determinazioni atte a offrire un quadro di sintesi sulle condizioni di economicità della gestione aziendale. Giova osservare, peraltro, che l’ineliminabile soggettività che pervade il processo di costruzione delle sintesi di esercizio potrebbe condurre a configurazioni di reddito e di capitale tra loro difformi, soprattutto a ragione dei criteri generali che informano le logiche valutative approntate dal redattore di bilancio, tali da indurre, a seconda dei casi, alla determinazione di valori di sintesi tendenti ad apprezzare condizioni ed elementi gestionali non necessariamente coincidenti sotto il profilo concettuale. Uno degli elementi di maggiore criticità del processo logico e tecnico che conduce alla redazione del bilancio di esercizio è quello connesso alle ipotesi di eventuale adozione di modelli valutativi fondati su «valori correnti» di diversa specie o su «valori economici»; infatti, se è vero che i sistemi contabili più diffusamente impiegati nella realtà fattuale accolgono il criterio generale del «costo storico» nelle valutazioni di bilancio, è altrettanto indubitabile come la dottrina e la prassi professionale abbiano a più riprese considerato l’opportunità di impiego di modelli alternativi, orientati a esprimere nelle sintesi di esercizio gli effetti connessi a fenomeni d’impresa e d’ambiente suscettibili di produrre variazioni sul sistema generale dei valori delle diverse unità aziendali e non presi in considerazione, se non in misura alquanto limitata, dai sistemi contabili «tradizionali». Nel contesto appena delineato si colloca il presente studio, il cui oggetto è volto all’approfondimento delle peculiari caratteristiche del bilancio di esercizio d’impresa con l’intento di adombrare elementi e condizioni che inducano a considerare opportune, o al contrario a respingere, eventuali ipotesi di adozione di criteri valutativi a «valori correnti» o a «valori economici» nella costruzione delle sintesi di esercizio. Tenuto conto delle finalità informative del bilancio di esercizio, nel primo Capitolo sono tracciate alcune considerazioni generali sui differenti concetti di reddito e capitale di funzionamento sottesi alle difformi metodologie di valutazione volte ad affermare l’impiego di «valori correnti» e «valori economici» di diversa specie; in particolare, si evidenziano le principali similitudini e divergenze che portano a definire concetti di reddito tra loro non coincidenti (ad esempio, reddito «realizzato», «realizzabile» ed «economico»), cui potrebbero correlarsi alternative ipotesi tese a cogliere difformi condizioni di mantenimento dell’integrità del connesso capitale di funzionamento (integrità in termini «nominali», «monetari», «fisici» ed «economici»). Alla luce delle condizioni generali in precedenza tratteggiate, il secondo Capitolo è dedicato all’esame delle peculiarità attinenti ai diversi modelli valutativi a «valori correnti», sia nell’accezione di valori di sostituzione (valori correnti «in entrata»), sia in quella di valori di realizzazione (valori correnti «in uscita»), procedendo inoltre all’osservazione dei principali aspetti connessi all’adozione di criteri protesi ad apprezzare il valore dei diversi elementi patrimoniali sulla base dell’attualizzazione dei prospettici flussi reddituali (o di cassa) attesi dalla loro utilizzazione economica («valori economici»). Tale disamina è condotta anche considerando gli effetti prodotti sul sistema generale dei valori d’azienda dalla manifestazione di eventuali processi inflazionistici, che potrebbero consigliare l’adozione di metodologie contabili volte a evidenziare l’influsso esercitato da variazioni del modulo monetario sui valori di sintesi. Il terzo Capitolo offre un possibile quadro generale di sintesi, con il precipuo intento di acclarare talune fondamentali questioni in tema di omogeneità dei valori, conservazione dell’integrità del capitale, significatività e verificabilità delle informazioni contenute nel bilancio di esercizio; l’obiettivo e quello di definire condizioni e limiti connessi all’accoglimento dei differenti sistemi valutativi fondati sull’impiego di «valori storici», di «valori correnti» e di «valori economici», che sia pure attraverso logiche dissimili e modalità di rappresentazione affatto univoche paiono costituire ausili di portata non trascurabile nell’approntamento del sistema di informazioni che orienta la costruzione delle sintesi di esercizio.
Valori storici e valori correnti nel bilancio di esercizio / Andrei, Paolo. - (2004), pp. 1-192.
Valori storici e valori correnti nel bilancio di esercizio
ANDREI, Paolo
2004-01-01
Abstract
Il bilancio di esercizio d’impresa, sia pure condizionato nelle sue capacità segnaletiche dai multiformi aspetti che ne condeterminano il processo di redazione, è primariamente orientato a informare i soggetti che interagiscono con l’azienda in merito alla formazione del reddito di esercizio e del connesso capitale di funzionamento, determinazioni atte a offrire un quadro di sintesi sulle condizioni di economicità della gestione aziendale. Giova osservare, peraltro, che l’ineliminabile soggettività che pervade il processo di costruzione delle sintesi di esercizio potrebbe condurre a configurazioni di reddito e di capitale tra loro difformi, soprattutto a ragione dei criteri generali che informano le logiche valutative approntate dal redattore di bilancio, tali da indurre, a seconda dei casi, alla determinazione di valori di sintesi tendenti ad apprezzare condizioni ed elementi gestionali non necessariamente coincidenti sotto il profilo concettuale. Uno degli elementi di maggiore criticità del processo logico e tecnico che conduce alla redazione del bilancio di esercizio è quello connesso alle ipotesi di eventuale adozione di modelli valutativi fondati su «valori correnti» di diversa specie o su «valori economici»; infatti, se è vero che i sistemi contabili più diffusamente impiegati nella realtà fattuale accolgono il criterio generale del «costo storico» nelle valutazioni di bilancio, è altrettanto indubitabile come la dottrina e la prassi professionale abbiano a più riprese considerato l’opportunità di impiego di modelli alternativi, orientati a esprimere nelle sintesi di esercizio gli effetti connessi a fenomeni d’impresa e d’ambiente suscettibili di produrre variazioni sul sistema generale dei valori delle diverse unità aziendali e non presi in considerazione, se non in misura alquanto limitata, dai sistemi contabili «tradizionali». Nel contesto appena delineato si colloca il presente studio, il cui oggetto è volto all’approfondimento delle peculiari caratteristiche del bilancio di esercizio d’impresa con l’intento di adombrare elementi e condizioni che inducano a considerare opportune, o al contrario a respingere, eventuali ipotesi di adozione di criteri valutativi a «valori correnti» o a «valori economici» nella costruzione delle sintesi di esercizio. Tenuto conto delle finalità informative del bilancio di esercizio, nel primo Capitolo sono tracciate alcune considerazioni generali sui differenti concetti di reddito e capitale di funzionamento sottesi alle difformi metodologie di valutazione volte ad affermare l’impiego di «valori correnti» e «valori economici» di diversa specie; in particolare, si evidenziano le principali similitudini e divergenze che portano a definire concetti di reddito tra loro non coincidenti (ad esempio, reddito «realizzato», «realizzabile» ed «economico»), cui potrebbero correlarsi alternative ipotesi tese a cogliere difformi condizioni di mantenimento dell’integrità del connesso capitale di funzionamento (integrità in termini «nominali», «monetari», «fisici» ed «economici»). Alla luce delle condizioni generali in precedenza tratteggiate, il secondo Capitolo è dedicato all’esame delle peculiarità attinenti ai diversi modelli valutativi a «valori correnti», sia nell’accezione di valori di sostituzione (valori correnti «in entrata»), sia in quella di valori di realizzazione (valori correnti «in uscita»), procedendo inoltre all’osservazione dei principali aspetti connessi all’adozione di criteri protesi ad apprezzare il valore dei diversi elementi patrimoniali sulla base dell’attualizzazione dei prospettici flussi reddituali (o di cassa) attesi dalla loro utilizzazione economica («valori economici»). Tale disamina è condotta anche considerando gli effetti prodotti sul sistema generale dei valori d’azienda dalla manifestazione di eventuali processi inflazionistici, che potrebbero consigliare l’adozione di metodologie contabili volte a evidenziare l’influsso esercitato da variazioni del modulo monetario sui valori di sintesi. Il terzo Capitolo offre un possibile quadro generale di sintesi, con il precipuo intento di acclarare talune fondamentali questioni in tema di omogeneità dei valori, conservazione dell’integrità del capitale, significatività e verificabilità delle informazioni contenute nel bilancio di esercizio; l’obiettivo e quello di definire condizioni e limiti connessi all’accoglimento dei differenti sistemi valutativi fondati sull’impiego di «valori storici», di «valori correnti» e di «valori economici», che sia pure attraverso logiche dissimili e modalità di rappresentazione affatto univoche paiono costituire ausili di portata non trascurabile nell’approntamento del sistema di informazioni che orienta la costruzione delle sintesi di esercizio.File | Dimensione | Formato | |
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