Il saggio guarda all’apertura che offre all’etica la prima opera di P. Ricoeur, Le volontaire et l’involontaire. Il principio della reciprocità del volontario e dell’involontario, mentre consente a Ricoeur d’individuare livelli diversi del loro rimando reciproco, gli permette insieme di presentare l’immaginazione come la capacità che permette a taluni bisogni corporei, rigorosamente distinti da meri riflessi, di prestarsi ad una integrazione della coscienza, elevandosi a desideri. I desideri, intenzionali in quanto correlati a un oggetto, sono descrivibili fenomenologicamente quali modi coscienti in cui si intrecciano, se pure analiticamente distinte e non riducibili, due linee di sviluppo: l’aspetto per cui il desiderio rimanda alla percezione e alla linea teorica che da essa si esplicita e quello per cui vi si esprime una capacità apprezzativa che interviene a livello ante-predicativo, prima di un giudizio espresso di valutazione. Per tali ragioni i desideri possono divenire motivi per la volontà e dunque motivazioni di una libera scelta; in tal modo essi figurano come valori entro l’ orizzonte più ampio della motivazione. Il rapporto tra una coscienza che vuole ed una che valuta in Ricoeur si prospetta come loro intreccio e rimando reciproco. La coscienza che valuta si arroccherebbe ad una teoria dei valori a priori che perderebbe di vista il rapporto con la scelta concreta e che mirerebbe ad una radicalizzazione dell’etica che non guarda alla prassi umana, che è effettivo esercizio della libertà.
Fenomenologia della volontà e riflessione etica nel pensiero di Paul Ricoeur / Cotifava, Chiara. - (2004), pp. 149-180.
Fenomenologia della volontà e riflessione etica nel pensiero di Paul Ricoeur
COTIFAVA, Chiara
2004-01-01
Abstract
Il saggio guarda all’apertura che offre all’etica la prima opera di P. Ricoeur, Le volontaire et l’involontaire. Il principio della reciprocità del volontario e dell’involontario, mentre consente a Ricoeur d’individuare livelli diversi del loro rimando reciproco, gli permette insieme di presentare l’immaginazione come la capacità che permette a taluni bisogni corporei, rigorosamente distinti da meri riflessi, di prestarsi ad una integrazione della coscienza, elevandosi a desideri. I desideri, intenzionali in quanto correlati a un oggetto, sono descrivibili fenomenologicamente quali modi coscienti in cui si intrecciano, se pure analiticamente distinte e non riducibili, due linee di sviluppo: l’aspetto per cui il desiderio rimanda alla percezione e alla linea teorica che da essa si esplicita e quello per cui vi si esprime una capacità apprezzativa che interviene a livello ante-predicativo, prima di un giudizio espresso di valutazione. Per tali ragioni i desideri possono divenire motivi per la volontà e dunque motivazioni di una libera scelta; in tal modo essi figurano come valori entro l’ orizzonte più ampio della motivazione. Il rapporto tra una coscienza che vuole ed una che valuta in Ricoeur si prospetta come loro intreccio e rimando reciproco. La coscienza che valuta si arroccherebbe ad una teoria dei valori a priori che perderebbe di vista il rapporto con la scelta concreta e che mirerebbe ad una radicalizzazione dell’etica che non guarda alla prassi umana, che è effettivo esercizio della libertà.File | Dimensione | Formato | |
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