All'inizio del 1829, non ancora ventottenne, Bellini "si mise di colpo al primo posto tra gli scrittori di musica drammatica d'Italia, dal momento che Rossini era già partito per soggiogare anche la Francia", come scrisse, molti anni dopo la morte del compositore, il noto scrittore e giornalista Giuseppe Rovani. E in quella veste doveva apparire - reduce dai trionfi milanesi del “Pirata” e della recentissima “Straniera” - alla vigilia dell'inaugurazione del nuovo Teatro Ducale di Parma (l'attuale Teatro Regio) che nella primavera di quell'anno avrebbe sostituito il vecchio e inadeguato Teatro Ducale costruito dai Farnese nella seconda metà del Seicento. L'opera - nuova, come di prammatica - era “Zaira”, come le due precedenti nata dalla collaborazione con il librettista Felice Romani. Affidata la gestione del nuovo teatro - la cui costruzione era stata intrapresa nel 1821 - a una commissione presieduta dal conte Stefano Sanvitale e l'impresa al fiorentino Andrea Bandini, si pensò per l'inaugurazione a un'opera di Bellini - il nome nuovo dell'opera italiana - dopo aver verificato l'indisponibilità di Rossini, il nume tutelare. I primi sondaggi, affidati a quel Bartolomeo Merelli così legato ai primordi verdiani, risalgono al 1828 e non sortiscono effetto alcuno. Di fatto, comunque, i contatti proseguono per l'interessamento dello stesso Sanvitale, tanto che, nel novembre di quell'anno, Bellini comunica a Francesco Florimo l'avvenuta “scrittura per comporre l'opera dell'apertura del teatro Parma che sarà il 12 Maggio 1829", con un compenso pattuito di "cinquemila franchi ossia ducati 1135". Ricusato il libretto “Cesare in Egitto” scritto dal letterato locale Pietro Torrigiani, Bellini avanza la candidatura di Felice Romani, che viene accettata. Dalla nuova collaborazione con il librettista nasce “Zaira”, tratta dall’omonima tragedia di Voltaire. Il saggio ripercorre le vicende e indaga in vari risvolti della gestazione dell’opera, della sua sfortunata rappresentazione e della sua pressoché immediata scomparsa dal repertorio.
Un incidente imprevisto: esiti e conseguenze della Zaira di Vincenzo Bellini / Capra, Marco. - (2004), pp. 39-48.
Un incidente imprevisto: esiti e conseguenze della Zaira di Vincenzo Bellini
CAPRA, Marco
2004-01-01
Abstract
All'inizio del 1829, non ancora ventottenne, Bellini "si mise di colpo al primo posto tra gli scrittori di musica drammatica d'Italia, dal momento che Rossini era già partito per soggiogare anche la Francia", come scrisse, molti anni dopo la morte del compositore, il noto scrittore e giornalista Giuseppe Rovani. E in quella veste doveva apparire - reduce dai trionfi milanesi del “Pirata” e della recentissima “Straniera” - alla vigilia dell'inaugurazione del nuovo Teatro Ducale di Parma (l'attuale Teatro Regio) che nella primavera di quell'anno avrebbe sostituito il vecchio e inadeguato Teatro Ducale costruito dai Farnese nella seconda metà del Seicento. L'opera - nuova, come di prammatica - era “Zaira”, come le due precedenti nata dalla collaborazione con il librettista Felice Romani. Affidata la gestione del nuovo teatro - la cui costruzione era stata intrapresa nel 1821 - a una commissione presieduta dal conte Stefano Sanvitale e l'impresa al fiorentino Andrea Bandini, si pensò per l'inaugurazione a un'opera di Bellini - il nome nuovo dell'opera italiana - dopo aver verificato l'indisponibilità di Rossini, il nume tutelare. I primi sondaggi, affidati a quel Bartolomeo Merelli così legato ai primordi verdiani, risalgono al 1828 e non sortiscono effetto alcuno. Di fatto, comunque, i contatti proseguono per l'interessamento dello stesso Sanvitale, tanto che, nel novembre di quell'anno, Bellini comunica a Francesco Florimo l'avvenuta “scrittura per comporre l'opera dell'apertura del teatro Parma che sarà il 12 Maggio 1829", con un compenso pattuito di "cinquemila franchi ossia ducati 1135". Ricusato il libretto “Cesare in Egitto” scritto dal letterato locale Pietro Torrigiani, Bellini avanza la candidatura di Felice Romani, che viene accettata. Dalla nuova collaborazione con il librettista nasce “Zaira”, tratta dall’omonima tragedia di Voltaire. Il saggio ripercorre le vicende e indaga in vari risvolti della gestazione dell’opera, della sua sfortunata rappresentazione e della sua pressoché immediata scomparsa dal repertorio.File | Dimensione | Formato | |
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