Abstract The most interesting aspect of Husserl’s Lectures on ethics (1914) ist the interpretation of the Kantian formalism in ethics. Husserl’s formalism is not in contrast with a material conception of ethics, but it involves a new relation between form, content and matter. These lectures presuppose Husserl’s reflections about act and content, quality and matter, representation and other types of acts, considered in the Fifth Logical Investigation (1901) and in Ideas I (1913). They are not occasional studies or mere notes for lessons, but they are substantial parts of phenomenology and of the formal ontology. The parallelism between logic and ethics involves an analogy between theoretical and ethical judgements and between acts of knowledge and acts of ethical valuation: objectifying and not objectifying acts are not opposite types of intentionality, but complementary functions in a complex manifold act, which intentionates values. Values are not modes of being; they are contents of judgements, ideal meanings which are valid even if no one expresses them. They have general, universal objectivity, and refers to individual agents and individual actions and situations; their contents are concrete but not relative. In his Lectures on ethics Husserl faces the problem of individuation with special engagement in order to resolve and decide conflicts of values. The phrase “material apriori” can express the specific features of the concept of value, which makes singular contents intersubjective and communicable, because it structures forms and matters in contents. The interlacement of understanding and sentiment allows the formulation of judgements of sentiment, which the reason transforms into ethical judgements. Every type of act has a matter; not objectifying acts too, just as valuing ones, have a matter in a peculiar form and a peculiar act quality, and intentionate objects. Value, too, is an intentional content achieved in rational judgements and in comparisons with other values. The ponderation of values is the peculiar ethical attitude through which an universalising judgement is attained. Therefore “formal ethics” does not mean ethics far from life and from historical context, but ethics of engagement and responsibility in resolving value conflicts through a critical examination of their meaning, without yielding to relativism and scepticism. Sommario L’aspetto più interessante delle Lezioni di etica (1914) di Husserl è l’interpretazione del formalismo etico kantiano. Il formalismo di Husserl non è in contrasto con una concezione materiale dell’etica, ma implica una nuova relazione tra forma, contenuto e materia. Queste lezioni presuppongono la riflessione di Husserl su atto e contenuto, qualità e materia, rappresentazione e altri tipi di atti, considerati nella Quinta Ricerca Logica (1901) e in Idee I (1913). Non si tratta di studi occasionali o di meri appunti di lezioni, ma si tratta di parti sostanziali della fenomenologia e dell’ontologia formale. Il parallelismo tra logica ed etica implica un’analogia tra giudizi di tipo teorico e di tipo etico e tra atti di conoscenza e atti di valutazione etica: atti oggettivanti e non oggettivanti non sono tipi opposti di intenzionalità, ma funzioni complementari proprie di un atto plurimo e complesso, che intenziona dei valori. I valori non sono modi di essere; essi sono contenuti di giudizi, significati ideali che sono validi anche se nessuno li coglie e li esprime in un giudizio. Essi hanno un’oggettività universale ma si riferiscono ad agenti individuali e ad azioni e situazioni individuali; i loro contenuti sono concreti ma non in senso relativistico. Nelle sue Lezioni di etica, Husserl si confronta con particolare impegno con il problema della individuazione, allo scopo di reperire criteri per risolvere e decidere conflitti di valore. L’espressione “a priori materiale” può esprimere i tratti specifici del concetto di valore, che rende singolari e comunicabili contenuti intersoggettivi, in quanto struttura forme e materie in determinati contenuti. L’intreccio di intelletto e sentimento consente la formulazione di giudizi fondati sul sentire, che la ragione trasforma in giudizi etici. Ogni tipo di atto ha una materia, compresi gli atti non oggettivanti; in quanto atti valutativi, essi hanno una materia in una forma peculiare e dunque una peculiare qualità di atto: per questo possono intenzionare “oggetti” come i valori. Anche il valore è un contenuto intenzionale, ottenuto in giudizi razionali, attraverso il confronto con altri valori. La ponderazione dei valori è la peculiare attitudine, in campo etico, attraverso la quale è formulato un giudizio di validità universale. Per questo l’”etica formale”non coincide con un’etica lontana dalla vita e dai contesti storici, ma con un’etica dell’impegno e della responsabilità nel risolvere i conflitti di valore attraverso l’analisi critica del loro significato, senza ammettere il relativismo e lo scetticismo.

Il concetto di valore nelle "Lezioni di etica" (1914) di Husserl: intrecci, nodi, senso della forma / Centi, Beatrice. - 2-Quaderni di Filosofia. Collana di studi e testi:(2004), pp. 257-325.

Il concetto di valore nelle "Lezioni di etica" (1914) di Husserl: intrecci, nodi, senso della forma

CENTI, Beatrice
2004-01-01

Abstract

Abstract The most interesting aspect of Husserl’s Lectures on ethics (1914) ist the interpretation of the Kantian formalism in ethics. Husserl’s formalism is not in contrast with a material conception of ethics, but it involves a new relation between form, content and matter. These lectures presuppose Husserl’s reflections about act and content, quality and matter, representation and other types of acts, considered in the Fifth Logical Investigation (1901) and in Ideas I (1913). They are not occasional studies or mere notes for lessons, but they are substantial parts of phenomenology and of the formal ontology. The parallelism between logic and ethics involves an analogy between theoretical and ethical judgements and between acts of knowledge and acts of ethical valuation: objectifying and not objectifying acts are not opposite types of intentionality, but complementary functions in a complex manifold act, which intentionates values. Values are not modes of being; they are contents of judgements, ideal meanings which are valid even if no one expresses them. They have general, universal objectivity, and refers to individual agents and individual actions and situations; their contents are concrete but not relative. In his Lectures on ethics Husserl faces the problem of individuation with special engagement in order to resolve and decide conflicts of values. The phrase “material apriori” can express the specific features of the concept of value, which makes singular contents intersubjective and communicable, because it structures forms and matters in contents. The interlacement of understanding and sentiment allows the formulation of judgements of sentiment, which the reason transforms into ethical judgements. Every type of act has a matter; not objectifying acts too, just as valuing ones, have a matter in a peculiar form and a peculiar act quality, and intentionate objects. Value, too, is an intentional content achieved in rational judgements and in comparisons with other values. The ponderation of values is the peculiar ethical attitude through which an universalising judgement is attained. Therefore “formal ethics” does not mean ethics far from life and from historical context, but ethics of engagement and responsibility in resolving value conflicts through a critical examination of their meaning, without yielding to relativism and scepticism. Sommario L’aspetto più interessante delle Lezioni di etica (1914) di Husserl è l’interpretazione del formalismo etico kantiano. Il formalismo di Husserl non è in contrasto con una concezione materiale dell’etica, ma implica una nuova relazione tra forma, contenuto e materia. Queste lezioni presuppongono la riflessione di Husserl su atto e contenuto, qualità e materia, rappresentazione e altri tipi di atti, considerati nella Quinta Ricerca Logica (1901) e in Idee I (1913). Non si tratta di studi occasionali o di meri appunti di lezioni, ma si tratta di parti sostanziali della fenomenologia e dell’ontologia formale. Il parallelismo tra logica ed etica implica un’analogia tra giudizi di tipo teorico e di tipo etico e tra atti di conoscenza e atti di valutazione etica: atti oggettivanti e non oggettivanti non sono tipi opposti di intenzionalità, ma funzioni complementari proprie di un atto plurimo e complesso, che intenziona dei valori. I valori non sono modi di essere; essi sono contenuti di giudizi, significati ideali che sono validi anche se nessuno li coglie e li esprime in un giudizio. Essi hanno un’oggettività universale ma si riferiscono ad agenti individuali e ad azioni e situazioni individuali; i loro contenuti sono concreti ma non in senso relativistico. Nelle sue Lezioni di etica, Husserl si confronta con particolare impegno con il problema della individuazione, allo scopo di reperire criteri per risolvere e decidere conflitti di valore. L’espressione “a priori materiale” può esprimere i tratti specifici del concetto di valore, che rende singolari e comunicabili contenuti intersoggettivi, in quanto struttura forme e materie in determinati contenuti. L’intreccio di intelletto e sentimento consente la formulazione di giudizi fondati sul sentire, che la ragione trasforma in giudizi etici. Ogni tipo di atto ha una materia, compresi gli atti non oggettivanti; in quanto atti valutativi, essi hanno una materia in una forma peculiare e dunque una peculiare qualità di atto: per questo possono intenzionare “oggetti” come i valori. Anche il valore è un contenuto intenzionale, ottenuto in giudizi razionali, attraverso il confronto con altri valori. La ponderazione dei valori è la peculiare attitudine, in campo etico, attraverso la quale è formulato un giudizio di validità universale. Per questo l’”etica formale”non coincide con un’etica lontana dalla vita e dai contesti storici, ma con un’etica dell’impegno e della responsabilità nel risolvere i conflitti di valore attraverso l’analisi critica del loro significato, senza ammettere il relativismo e lo scetticismo.
2004
9788870884661
Il concetto di valore nelle "Lezioni di etica" (1914) di Husserl: intrecci, nodi, senso della forma / Centi, Beatrice. - 2-Quaderni di Filosofia. Collana di studi e testi:(2004), pp. 257-325.
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