Nel contesto educativo, con peer observation si intende il processo in cui due (o più) colleghi si osservano l’un l’altro nello svolgimento dell’attività didattica al fine di migliorare la pratica didattica stessa di entrambe le parti [1] ed ha quindi lo scopo di essere un’esperienza arricchente sia per chi è osservato, che per chi osserva. Perché lo sia veramente, non può consistere in un generico assistere ad una performance; devono essere chiari ad entrambi: obiettivi, vantaggi, modalità di svolgimento, fasi pre- e post- osservazione, nonché l’atteggiamento con cui approcciarvisi, e l’attenzione alla componente emotiva oltre che professionale. Declinabile in molti modi - modalità sincrona o asincrona; auto-osservazione, osservazione “in assenza” dell’osservatore; presenza breve dell’osservatore durante una lezione, per l’intera lezione, o una serie di lezioni; fra docenti di una stessa materia/settore, oppure fra docenti di materie non affini – la peer observation deve comunque essere concordata nei dettagli, con focus e intento precisi. Sono necessari un format condiviso fra osservatore ed osservato, ed una “etichetta della peer observation”, che miri a migliorare le relazioni e abilità comunicative del team, e al contempo a stimolarne la riflessione critica, indicando così la strada da percorrere dopo l’osservazione stessa. Il fine ultimo sarebbe una good practice condivisa [2]. Sempre più diffusa nella Higher education [3], la peer observation è da considerarsi una pratica di collaborazione costruttiva, e non un mezzo di valutazione, particolarmente nel momento storico attuale. Date le numerose sfide lanciate dal contesto CoVid al mondo accademico, sarebbe auspicabile una riflessione sulla peer observation online [4], oltre che in presenza, con una visione della peer observation come strumento di supporto reciproco in un momento che coglie molti impreparati alla modalità della didattica-a-distanza. In quest’ottica, dopo aver avuto modo di fare esperienza di peer observation in presenza, gli autori - entrambi didatti presso l’Università di Parma – hanno sperimentato l’uno con l’altra alcuni momenti di osservazione reciproca online. Essenziali sono stati fattori quali la reciproca conoscenza pregressa, la condivisione di principi di insegnamento, il supporto “tecnico”, il desiderio di imparare, ma anche l’occhio esterno di qualcuno si è fatto veramente “allievo” in quanto non esperto della materia. Nello specifico del presente lavoro, la pratica condotta si è svolta nel contesto determinato dall’attuale emergenza sanitaria durante l’erogazione online sincrona di due corsi diversi tra loro (Lingua inglese e Ingegneria dell’informazione) attraverso due distinte piattaforme tecnologiche (Microsoft Teams e Zoom). Le due platee di studenti - composta l’una da una trentina di Dottorandi di discipline tecnico-scientifiche, l’altra da oltre un centinaio di studenti di laurea triennale - erano parzialmente affini per settore ma non quanto a formazione o numerosità. Questo ha consentito un’analisi di quelle che, negli specifici contesti analizzati, sembrano essere tendenze legate direttamente alla modalità di erogazione, oppure agli altri parametri caratterizzanti (disciplina, piattaforma tecnologica, livello di formazione, ecc.), per quanto concerne l’approccio didattico ed emotivo sia dei docenti che dei discenti.

Peer observation cross-curricolare: Ingegneria dell'informazione e Inglese come L2, un occhio esterno che impara e aiuta / Vannucci, Armando; SCOTT-MONKHOUSE, Anila Ruth. - ELETTRONICO. - (2021), pp. 233-241. (Intervento presentato al convegno 2o Convegno nazionale online "FACULTY DEVELOPMENT Per l’innovazione didattica universitaria" tenutosi a online nel 29-30 ottobre 2020).

Peer observation cross-curricolare: Ingegneria dell'informazione e Inglese come L2, un occhio esterno che impara e aiuta

Armando Vannucci;Anila Ruth Scott-Monkhouse
2021-01-01

Abstract

Nel contesto educativo, con peer observation si intende il processo in cui due (o più) colleghi si osservano l’un l’altro nello svolgimento dell’attività didattica al fine di migliorare la pratica didattica stessa di entrambe le parti [1] ed ha quindi lo scopo di essere un’esperienza arricchente sia per chi è osservato, che per chi osserva. Perché lo sia veramente, non può consistere in un generico assistere ad una performance; devono essere chiari ad entrambi: obiettivi, vantaggi, modalità di svolgimento, fasi pre- e post- osservazione, nonché l’atteggiamento con cui approcciarvisi, e l’attenzione alla componente emotiva oltre che professionale. Declinabile in molti modi - modalità sincrona o asincrona; auto-osservazione, osservazione “in assenza” dell’osservatore; presenza breve dell’osservatore durante una lezione, per l’intera lezione, o una serie di lezioni; fra docenti di una stessa materia/settore, oppure fra docenti di materie non affini – la peer observation deve comunque essere concordata nei dettagli, con focus e intento precisi. Sono necessari un format condiviso fra osservatore ed osservato, ed una “etichetta della peer observation”, che miri a migliorare le relazioni e abilità comunicative del team, e al contempo a stimolarne la riflessione critica, indicando così la strada da percorrere dopo l’osservazione stessa. Il fine ultimo sarebbe una good practice condivisa [2]. Sempre più diffusa nella Higher education [3], la peer observation è da considerarsi una pratica di collaborazione costruttiva, e non un mezzo di valutazione, particolarmente nel momento storico attuale. Date le numerose sfide lanciate dal contesto CoVid al mondo accademico, sarebbe auspicabile una riflessione sulla peer observation online [4], oltre che in presenza, con una visione della peer observation come strumento di supporto reciproco in un momento che coglie molti impreparati alla modalità della didattica-a-distanza. In quest’ottica, dopo aver avuto modo di fare esperienza di peer observation in presenza, gli autori - entrambi didatti presso l’Università di Parma – hanno sperimentato l’uno con l’altra alcuni momenti di osservazione reciproca online. Essenziali sono stati fattori quali la reciproca conoscenza pregressa, la condivisione di principi di insegnamento, il supporto “tecnico”, il desiderio di imparare, ma anche l’occhio esterno di qualcuno si è fatto veramente “allievo” in quanto non esperto della materia. Nello specifico del presente lavoro, la pratica condotta si è svolta nel contesto determinato dall’attuale emergenza sanitaria durante l’erogazione online sincrona di due corsi diversi tra loro (Lingua inglese e Ingegneria dell’informazione) attraverso due distinte piattaforme tecnologiche (Microsoft Teams e Zoom). Le due platee di studenti - composta l’una da una trentina di Dottorandi di discipline tecnico-scientifiche, l’altra da oltre un centinaio di studenti di laurea triennale - erano parzialmente affini per settore ma non quanto a formazione o numerosità. Questo ha consentito un’analisi di quelle che, negli specifici contesti analizzati, sembrano essere tendenze legate direttamente alla modalità di erogazione, oppure agli altri parametri caratterizzanti (disciplina, piattaforma tecnologica, livello di formazione, ecc.), per quanto concerne l’approccio didattico ed emotivo sia dei docenti che dei discenti.
2021
978-88-3618-100-1
Peer observation cross-curricolare: Ingegneria dell'informazione e Inglese come L2, un occhio esterno che impara e aiuta / Vannucci, Armando; SCOTT-MONKHOUSE, Anila Ruth. - ELETTRONICO. - (2021), pp. 233-241. (Intervento presentato al convegno 2o Convegno nazionale online "FACULTY DEVELOPMENT Per l’innovazione didattica universitaria" tenutosi a online nel 29-30 ottobre 2020).
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