uesto saggio è parte di una ricerca di tre anni (dal 2001 al 2003) che ho svolto a Capo Verde sui cambiamenti intercorsi nei modelli di femminilità e nelle relazioni di genere in tre generazioni di donne e sulla relazione di questi cambiamenti con i processi di globalizzazione. In particolare in questo saggio focalizzerò l’attenzione sulla nuova emigrazione femminile indipendente che si è sviluppata a Santo Antao a partire dagli anni ’70 e sulle ripercussioni che essa ha avuto sul luogo d’origine. Questo “processo migratorio al femminile” ha infatti provocato importanti cambiamenti all’interno della società capoverdiana, sia dal punto di vista economico, in quanto gran parte dell’economia informale e formale (rimesse, oggetti da rivendere al luogo d’origine, attività turistiche e commerciali aperte dalle migranti di ritorno) passa attraverso queste donne, sia da quello culturale-identitario, in quanto esso comporta la rinegoziazione dei rapporti di genere, delle relazioni tra donne che emigrano e donne che restano, dei modelli culturali ed economici preesistenti. Quando ritornano nel luogo d’origine queste donne più autonome e indipendenti, ‘mettono in scena’ la loro nuova identità introducendo nuovi valori e proponendo nuovi modi di essere donna. In particolare metterò in luce le relazioni complesse ed ambigue che si instaurano tra donne migranti e donne che rimangono al luogo d’origine. Le emigranti, quando ritornano per le vacanze, mettono in scena un modo di essere donne particolarmente attraente per quelle che rimangono, agli occhi delle quali sembrano incarnare la realizzazione del loro modello femminile ideale. Nello stesso tempo le donne che rimangono vorrebbero essere come loro, ma, nell’impossibilità di realizzare tale desiderio, sviluppano sentimenti contrastanti verso chi è partito: gelosia, invidia, orgoglio, senso d’inferiorità. Specularmente le emigranti percepiscono da parte di chi rimane un atteggiamento ambiguo: si sentono trattate in modo diverso, a volte come delle estranee, ma nello stesso tempo caricate di obblighi ed aspettative, occupando così una posizione complessa di insider/outsider. Attraverso l’analisi di alcune storie di vita e di interviste di tipo qualitativo cercherò di mettere in luce le complesse dinamiche tra donne che migrano e donne che restano al luogo d’origine e le loro relazioni materiali e simboliche.

Partire, tornare e restare a Capo Verde: esperienze di vita, sentimenti, identità nella diaspora delle donne / Giuffre', Martina. - (2013), pp. 111-130.

Partire, tornare e restare a Capo Verde: esperienze di vita, sentimenti, identità nella diaspora delle donne

GIUFFRE', Martina
2013-01-01

Abstract

uesto saggio è parte di una ricerca di tre anni (dal 2001 al 2003) che ho svolto a Capo Verde sui cambiamenti intercorsi nei modelli di femminilità e nelle relazioni di genere in tre generazioni di donne e sulla relazione di questi cambiamenti con i processi di globalizzazione. In particolare in questo saggio focalizzerò l’attenzione sulla nuova emigrazione femminile indipendente che si è sviluppata a Santo Antao a partire dagli anni ’70 e sulle ripercussioni che essa ha avuto sul luogo d’origine. Questo “processo migratorio al femminile” ha infatti provocato importanti cambiamenti all’interno della società capoverdiana, sia dal punto di vista economico, in quanto gran parte dell’economia informale e formale (rimesse, oggetti da rivendere al luogo d’origine, attività turistiche e commerciali aperte dalle migranti di ritorno) passa attraverso queste donne, sia da quello culturale-identitario, in quanto esso comporta la rinegoziazione dei rapporti di genere, delle relazioni tra donne che emigrano e donne che restano, dei modelli culturali ed economici preesistenti. Quando ritornano nel luogo d’origine queste donne più autonome e indipendenti, ‘mettono in scena’ la loro nuova identità introducendo nuovi valori e proponendo nuovi modi di essere donna. In particolare metterò in luce le relazioni complesse ed ambigue che si instaurano tra donne migranti e donne che rimangono al luogo d’origine. Le emigranti, quando ritornano per le vacanze, mettono in scena un modo di essere donne particolarmente attraente per quelle che rimangono, agli occhi delle quali sembrano incarnare la realizzazione del loro modello femminile ideale. Nello stesso tempo le donne che rimangono vorrebbero essere come loro, ma, nell’impossibilità di realizzare tale desiderio, sviluppano sentimenti contrastanti verso chi è partito: gelosia, invidia, orgoglio, senso d’inferiorità. Specularmente le emigranti percepiscono da parte di chi rimane un atteggiamento ambiguo: si sentono trattate in modo diverso, a volte come delle estranee, ma nello stesso tempo caricate di obblighi ed aspettative, occupando così una posizione complessa di insider/outsider. Attraverso l’analisi di alcune storie di vita e di interviste di tipo qualitativo cercherò di mettere in luce le complesse dinamiche tra donne che migrano e donne che restano al luogo d’origine e le loro relazioni materiali e simboliche.
2013
978-88-7975-583-2
Partire, tornare e restare a Capo Verde: esperienze di vita, sentimenti, identità nella diaspora delle donne / Giuffre', Martina. - (2013), pp. 111-130.
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