A differenza dello ‘scritto’, l’SMS impone una brevità tale da non permettere il pieno recupero dei tratti paralinguistici: ci si abitua dunque a farne a meno, abitudine che si fa strutturale e si estende anche alle chat e alle e-mail, dove tale limitazione fisica non sarebbe necessaria. La chat crea nuove forme di socialità: “I bambini oggi socializzano in modo diverso dai genitori”, ci avverte l’incipit dell’occhiello di PRENSKY 2013, 61. Che sull’assetto emozionale di quelli che sono oggi considerati i nuovi “bambini di gomma” incida anche l’uso di questi nuovi strumenti di comunicazione (strumenti che, comportando un approccio cognitivo diverso, potrebbero condurre a ricadute anche sul piano percettivo-affettivo), è tema che un linguistica può, con forse eccessiva temerarietà, solo proporre, e che ci si augura possa essere dibattuto da esperti nel campo più squisitamente sociologico, psicologico, educativo, formativo. Ma, partendo dall’approfondimento esegetico, particolarmente innovativo, di FEDERMAN 2004 alla riflessione del McLuhan ("We can know the nature and characteristics of anything we conceive or create (medium) by virtue of the changes - often unnoticed and non-obvious changes - that they effect (message) […] “The medium is the message” tells us that noticing change in our societal or cultural ground conditions indicates the presence of a new message, that is, the effects of a new medium"), si può almeno brevemente affermare, senza gli eccessi catastrofistici di chi è a volte considerato una cassandra (a esemplificazione, significativo per il titolo, basti SPITZER 2012) e senza riscoprirsi eccessivamente “worrywart” (come CARR 2008), ma solo nello spirito di un previdente (e provvidente) approccio metodologico di ricerca, che: "if we discover that the new medium brings along effects that might be detrimental to our society or culture, we have the opportunity to influence the development and evolution of the new innovation before the effects becomes pervasive. As McLuhan reminds us, “Control over change would seem to consist in moving not with it but ahead of it. Anticipation gives the power to deflect and control force” (p.199).

The medium is the language. Riflessioni sul «chattato» fra (para)linguistica e (an)affettività / Astori, Davide. - (2015), pp. 42-55.

The medium is the language. Riflessioni sul «chattato» fra (para)linguistica e (an)affettività

ASTORI, Davide
2015-01-01

Abstract

A differenza dello ‘scritto’, l’SMS impone una brevità tale da non permettere il pieno recupero dei tratti paralinguistici: ci si abitua dunque a farne a meno, abitudine che si fa strutturale e si estende anche alle chat e alle e-mail, dove tale limitazione fisica non sarebbe necessaria. La chat crea nuove forme di socialità: “I bambini oggi socializzano in modo diverso dai genitori”, ci avverte l’incipit dell’occhiello di PRENSKY 2013, 61. Che sull’assetto emozionale di quelli che sono oggi considerati i nuovi “bambini di gomma” incida anche l’uso di questi nuovi strumenti di comunicazione (strumenti che, comportando un approccio cognitivo diverso, potrebbero condurre a ricadute anche sul piano percettivo-affettivo), è tema che un linguistica può, con forse eccessiva temerarietà, solo proporre, e che ci si augura possa essere dibattuto da esperti nel campo più squisitamente sociologico, psicologico, educativo, formativo. Ma, partendo dall’approfondimento esegetico, particolarmente innovativo, di FEDERMAN 2004 alla riflessione del McLuhan ("We can know the nature and characteristics of anything we conceive or create (medium) by virtue of the changes - often unnoticed and non-obvious changes - that they effect (message) […] “The medium is the message” tells us that noticing change in our societal or cultural ground conditions indicates the presence of a new message, that is, the effects of a new medium"), si può almeno brevemente affermare, senza gli eccessi catastrofistici di chi è a volte considerato una cassandra (a esemplificazione, significativo per il titolo, basti SPITZER 2012) e senza riscoprirsi eccessivamente “worrywart” (come CARR 2008), ma solo nello spirito di un previdente (e provvidente) approccio metodologico di ricerca, che: "if we discover that the new medium brings along effects that might be detrimental to our society or culture, we have the opportunity to influence the development and evolution of the new innovation before the effects becomes pervasive. As McLuhan reminds us, “Control over change would seem to consist in moving not with it but ahead of it. Anticipation gives the power to deflect and control force” (p.199).
2015
978-88-00-74567-3
The medium is the language. Riflessioni sul «chattato» fra (para)linguistica e (an)affettività / Astori, Davide. - (2015), pp. 42-55.
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