Possiamo già sentirci oggi, a Parma, in una Food Valley? Tra città e territori in cui la cultura del cibo si rivela quale denotato antropologico prevalente? Il termine “food” rimanda innanzitutto alla priorità nutritiva e poi all’entità socio-economica e dell’innovazione scientifica, tra old e new economy, ma anche estetica, etica e simbolica, tra espressioni pagane, tradizione cristiana, nuovi stili di vita. Risulta in ogni caso evidente che al valore del cibo, quale componente necessaria al corpo e al suo benessere, non può non corrispondere la piena fiducia verso chi lo produce e lo distribuisce. Qui si apre la ragione dell’abbinamento al secondo termine, “valley”. Vale a dire il contesto, l’ambiente, i luoghi fisici e soprattutto gli attori sociali attraverso i quali si determinano le condizioni per la produzione di prodotti alimentari di qualità. La cultura del cibo e quella del luogo diventano allora un tutt’uno. Un unico prodotto. Dove la reciprocità si attua nella variazione e peculiarità degli apporti ma anche attraverso regole, comportamenti condivisi, selezione, predisposizione dei fenomeni e loro messa in forma, sviluppando processi non improvvisati di ricerca, conoscenza, progettualità attraverso cui ottenere quel quadro coerente di risultati da cui dipende la visività dei fenomeni stessi, quella che tendiamo a restituire genericamente quale “immagine”. Su questo importante tema diversi docenti dell’Università di Parma mettono a disposizione un primo, parziale quanto dimostrativo, quadro multidisciplinare di ricerche in corso, quale incentivo per l’avvio di un’elaborazione progettuale dedicata alla futura Valle del Cibo. Can we in Parma really feel ourselves to be in a ‘Food Valley? Amongst cities and territories in which the culture of food is revealed as a prevalent anthropological denotation? The term ‘food’ mainly harks on nutritional priority followed by a socio-economic entity plus scientific innovation, amongst old and new economies, but also aesthetics, ethics and symbolism, amid pagan expressions and Christian tradition, and fresh life styles. It is clear at any rate the value of food, as a necessary component of the body and its wellbeing, cannot steer clear of inspiring complete confidence in those who produce and distribute it. Hence the reason for the association with the second term, ‘valley’. Namely, the context, the setting, the physical places, but above all the social players through whom are determined the conditions for the production of quality food products. The culture of food and that of the place then become one. A one-off product. Where reciprocity is actuated in the variation and peculiarity of the contributions, but also via rules, shared behaviour, selection, the predisposition of phenomena and their concretisation, by evolving non-ad hoc research processes, knowledge and project building through which to obtain that coherent pattern of results upon which depends the visibility of the actual phenomena, what we tend to render generically as an ‘image’. On this important theme various lecturers from the University of Parma have made available an initial, as partial as it is demonstrative, multidisciplinary swatch of ongoing research, as an incentive for the launching of a project dedicated to the future Valley of Food.

L'icona architettonica nella Petite Capitale della Food Valley / The architectural icon in the Petite Capitale of Food Valley / Prandi, Enrico. - (2011), pp. 97-107.

L'icona architettonica nella Petite Capitale della Food Valley / The architectural icon in the Petite Capitale of Food Valley

PRANDI, Enrico
2011-01-01

Abstract

Possiamo già sentirci oggi, a Parma, in una Food Valley? Tra città e territori in cui la cultura del cibo si rivela quale denotato antropologico prevalente? Il termine “food” rimanda innanzitutto alla priorità nutritiva e poi all’entità socio-economica e dell’innovazione scientifica, tra old e new economy, ma anche estetica, etica e simbolica, tra espressioni pagane, tradizione cristiana, nuovi stili di vita. Risulta in ogni caso evidente che al valore del cibo, quale componente necessaria al corpo e al suo benessere, non può non corrispondere la piena fiducia verso chi lo produce e lo distribuisce. Qui si apre la ragione dell’abbinamento al secondo termine, “valley”. Vale a dire il contesto, l’ambiente, i luoghi fisici e soprattutto gli attori sociali attraverso i quali si determinano le condizioni per la produzione di prodotti alimentari di qualità. La cultura del cibo e quella del luogo diventano allora un tutt’uno. Un unico prodotto. Dove la reciprocità si attua nella variazione e peculiarità degli apporti ma anche attraverso regole, comportamenti condivisi, selezione, predisposizione dei fenomeni e loro messa in forma, sviluppando processi non improvvisati di ricerca, conoscenza, progettualità attraverso cui ottenere quel quadro coerente di risultati da cui dipende la visività dei fenomeni stessi, quella che tendiamo a restituire genericamente quale “immagine”. Su questo importante tema diversi docenti dell’Università di Parma mettono a disposizione un primo, parziale quanto dimostrativo, quadro multidisciplinare di ricerche in corso, quale incentivo per l’avvio di un’elaborazione progettuale dedicata alla futura Valle del Cibo. Can we in Parma really feel ourselves to be in a ‘Food Valley? Amongst cities and territories in which the culture of food is revealed as a prevalent anthropological denotation? The term ‘food’ mainly harks on nutritional priority followed by a socio-economic entity plus scientific innovation, amongst old and new economies, but also aesthetics, ethics and symbolism, amid pagan expressions and Christian tradition, and fresh life styles. It is clear at any rate the value of food, as a necessary component of the body and its wellbeing, cannot steer clear of inspiring complete confidence in those who produce and distribute it. Hence the reason for the association with the second term, ‘valley’. Namely, the context, the setting, the physical places, but above all the social players through whom are determined the conditions for the production of quality food products. The culture of food and that of the place then become one. A one-off product. Where reciprocity is actuated in the variation and peculiarity of the contributions, but also via rules, shared behaviour, selection, the predisposition of phenomena and their concretisation, by evolving non-ad hoc research processes, knowledge and project building through which to obtain that coherent pattern of results upon which depends the visibility of the actual phenomena, what we tend to render generically as an ‘image’. On this important theme various lecturers from the University of Parma have made available an initial, as partial as it is demonstrative, multidisciplinary swatch of ongoing research, as an incentive for the launching of a project dedicated to the future Valley of Food.
2011
9788889739174
L'icona architettonica nella Petite Capitale della Food Valley / The architectural icon in the Petite Capitale of Food Valley / Prandi, Enrico. - (2011), pp. 97-107.
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