Obiettivi E’ stata valutata l’efficacia della microscopia elettronica, dell’esame colturale convenzionale e di metodi molecolari avanzati nella diagnosi delle infezioni virali. Materiali e Metodi Le indagini virologiche condotte presso l’Unità di Virologia (Sezione di Microbiologia) di Parma, si riferiscono a 5032 campioni clinici, di cui 2288 feci, 115 urine (per la ricerca di virus BK), 2377 tamponi faringei, 252 liquor, analizzati in un arco di tempo di circa 3 anni, dal gennaio 2001 al febbraio 2004. Tutti i campioni sono stati sottoposti ad esame colturale tradizionale. La microscopia elettronica (ME) è stata impiegata quale metodo rapido direttamente sugli estratti fecali e sui campioni di urina, come anche per l’identificazione degli agenti citopatogeni rivelati mediante esame colturale. Nell’ambito dei 5032 campioni clinici analizzati, 134 campioni di feci, 103 urine e 153 liquor sono stati sottoposti anche a ricerca di acido nucleico virale mediante reazione polimerasica a catena (PCR). Risultati L’esame elettromicroscopico utilizzato come mezzo per la diagnosi rapida, è stato in grado di rivelare, entro poche ore dall’arrivo del campione, la presenza di numerosi virus, agenti di enterite, negli estratti fecali, mettendo in evidenza anche doppie infezioni, come la presenza di poliomavirus nei sedimenti urinari. Nell’ambito della diagnosi convenzionale, l’esame colturale ha evidenziato diversi agenti citopatogeno, molti dei quali identificati attraverso ME; tra gli altri, un bunyavirus da liquor. L’utilizzo concomitante di PCR e di ME per la diagnosi rapida ha dimostrato che la prima è stata in grado di rivelare la presenza di virus, attraverso il rilevamento di acidi nucleici virali, in un numero di campioni significativamente maggiore rispetto alla microscopia elettronica. Considerazioni conclusive Il confronto tra metodi tradizionali - in particolare microscopia elettronica ed esame colturale - e metodi molecolari quali PCR, rende conto di quanto la scelta fra gli uni e gli altri sia a volte opinabile e di come, in realtà, ognuno di essi fornisca informazioni non sovrapponibili ma complementari al raggiungimento di una esauriente diagnosi di laboratorio.

METODI TRADIZIONALI E MOLECOLARI A CONFRONTO NELLA DIAGNOSI DI INFEZIONE VIRALE / Arcangeletti, Maria Cristina; DE CONTO, Flora; Pinardi, F.; Medici, Maria Cristina; Valcavi, P.; Casula, F.; Ferraglia, Francesca; Motta, Federica; Covan, Silvia; Calderaro, Adriana; Chezzi, Carlo; Dettori, Giuseppe. - In: MICROBIOLOGIA MEDICA. - ISSN 1120-0146. - 19 (2):(2004), pp. 233-234. (Intervento presentato al convegno XXXIII Congresso Nazionale della Associazione Microbiologi Clinici Italiani tenutosi a Padova nel 8-11 Giugno 2004).

METODI TRADIZIONALI E MOLECOLARI A CONFRONTO NELLA DIAGNOSI DI INFEZIONE VIRALE

ARCANGELETTI, Maria Cristina;DE CONTO, Flora;MEDICI, Maria Cristina;FERRAGLIA, Francesca;MOTTA, Federica;COVAN, Silvia;CALDERARO, Adriana;CHEZZI, Carlo;DETTORI, Giuseppe
2004-01-01

Abstract

Obiettivi E’ stata valutata l’efficacia della microscopia elettronica, dell’esame colturale convenzionale e di metodi molecolari avanzati nella diagnosi delle infezioni virali. Materiali e Metodi Le indagini virologiche condotte presso l’Unità di Virologia (Sezione di Microbiologia) di Parma, si riferiscono a 5032 campioni clinici, di cui 2288 feci, 115 urine (per la ricerca di virus BK), 2377 tamponi faringei, 252 liquor, analizzati in un arco di tempo di circa 3 anni, dal gennaio 2001 al febbraio 2004. Tutti i campioni sono stati sottoposti ad esame colturale tradizionale. La microscopia elettronica (ME) è stata impiegata quale metodo rapido direttamente sugli estratti fecali e sui campioni di urina, come anche per l’identificazione degli agenti citopatogeni rivelati mediante esame colturale. Nell’ambito dei 5032 campioni clinici analizzati, 134 campioni di feci, 103 urine e 153 liquor sono stati sottoposti anche a ricerca di acido nucleico virale mediante reazione polimerasica a catena (PCR). Risultati L’esame elettromicroscopico utilizzato come mezzo per la diagnosi rapida, è stato in grado di rivelare, entro poche ore dall’arrivo del campione, la presenza di numerosi virus, agenti di enterite, negli estratti fecali, mettendo in evidenza anche doppie infezioni, come la presenza di poliomavirus nei sedimenti urinari. Nell’ambito della diagnosi convenzionale, l’esame colturale ha evidenziato diversi agenti citopatogeno, molti dei quali identificati attraverso ME; tra gli altri, un bunyavirus da liquor. L’utilizzo concomitante di PCR e di ME per la diagnosi rapida ha dimostrato che la prima è stata in grado di rivelare la presenza di virus, attraverso il rilevamento di acidi nucleici virali, in un numero di campioni significativamente maggiore rispetto alla microscopia elettronica. Considerazioni conclusive Il confronto tra metodi tradizionali - in particolare microscopia elettronica ed esame colturale - e metodi molecolari quali PCR, rende conto di quanto la scelta fra gli uni e gli altri sia a volte opinabile e di come, in realtà, ognuno di essi fornisca informazioni non sovrapponibili ma complementari al raggiungimento di una esauriente diagnosi di laboratorio.
2004
METODI TRADIZIONALI E MOLECOLARI A CONFRONTO NELLA DIAGNOSI DI INFEZIONE VIRALE / Arcangeletti, Maria Cristina; DE CONTO, Flora; Pinardi, F.; Medici, Maria Cristina; Valcavi, P.; Casula, F.; Ferraglia, Francesca; Motta, Federica; Covan, Silvia; Calderaro, Adriana; Chezzi, Carlo; Dettori, Giuseppe. - In: MICROBIOLOGIA MEDICA. - ISSN 1120-0146. - 19 (2):(2004), pp. 233-234. (Intervento presentato al convegno XXXIII Congresso Nazionale della Associazione Microbiologi Clinici Italiani tenutosi a Padova nel 8-11 Giugno 2004).
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